"La Regione acquisti le aree in vendita che si collocano fra le due parti della Riserva Naturale e provveda ad ampliare l’area protetta"
La superficie protetta del Padule di Fucecchio non può continuare ad essere così esigua (appena il 10% dell’intera palude), ma deve essere almeno triplicata! Essa deve essere affidata alle cure di personale competente della Pubblica Amministrazione ed alle figure qualificate di quei soggetti, presenti sul territorio, che hanno dimostrato, fino a quando gli è stato consentito, di gestire le aree e le strutture in modo eccellente. E’ questo in sintesi l’auspicio ed il pensiero emerso all’unisono nel corso dell’ultima assemblea degli Amici del Padule di Fucecchio per la biodiversità, che su questa posizione stanno riscontrando la convergenza di molte altre associazione e di alcune forze politiche.
Il Padule di Fucecchio infatti costituisce la sola grande zona umida della Toscana nella quale il territorio ricadente in aree protette, cioè parchi o riserve naturali, è inferiore (nettamente) al 50%, e la sola nella quale la superficie di proprietà demaniale raggiunge appena il 5% della superficie. Anzi nella maggioranza dei casi le principali zone umide toscane sono totalmente protette, come avviene per la Palude della Trappola, il Lago di Burano, la Palude della Diaccia Botrona, il Lago di Montepulciano ecc.
A chiedere un ampliamento della superficie protetta, che altro non sarebbe che applicare la programmazione che la stessa Regione Toscana si è data in materia di biodiversità, è anche l’Unione Europea, i cui stati membri si sono dati l’obiettivo di estendere il territorio protetto almeno fino al 30% del territorio nazionale. Ciò deve avvenire naturalmente in via prioritaria nelle aree di maggiore interesse ai fini della conservazione della biodiversità (ed il Padule di Fucecchio è senz’altro una di queste!).
L’acquisizione al demanio di aree strategiche, come quelle finite all’asta giudiziaria o poste in vendita, è poi di importanza strategica per agevolare le attività di conservazione e di fruizione pubblica, anche se non può passare il principio che le aree protette siano relegate solo alle aree di proprietà pubblica. L’Assessora Monni non perda questa occasione se vuole dare un segnale di attenzione alla tutela della natura.
Fonte: Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità
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