Ieri pomeriggio è giunto sulle colline di Sesto Fiorentino, il Cardinale Ernest Simoni, per incontrare i fedeli della Parrocchia di San Jacopo a Querceto e recitare il Santo Rosario, all’aperto sul sagrato della Chiesa, nel rispetto delle norme anti-contagio, in questo mese di maggio da sempre dedicato e consacrato alla Madonna, pregando in modo particolare, come esortato dal Santo Padre Francesco, per l’emergenza sanitaria ancora in atto. Durante la preghiera, sono state ricordate le vittime del virus, le persone ancora oggi malate ed una preghiera di ringraziamento a tutti coloro, che in questo anno e mezzo, si sono prodigate nell’aiutare il prossimo.
Don Ernest Simoni è molto conosciuto a Sesto Fiorentino a seguito delle tante visite alle varie parrocchie e per la sua vita di sofferenza, durante il Regime Comunista Albanese, con a capo il dittatore Enver Hoxha, il quale diede mandato di arrestare il sacerdote, la vigilia di Natale del 1963 condannandolo più volte a morte, poi per 28 anni, imprigionato e costretto ai lavori forzati nei campi di concentramento, nelle miniere e fogne di Scutari. Lunghi anni di sofferenze atroci, vissuti con rassegnazione, aiutando quotidianamente i suoi compagni di prigionia, perdonando e pregando per i suoi carcerieri; testimone di fede e degli alti valori morali per la persecuzione e la sofferenza vissuta alla luce del Vangelo, definito da Papa Francesco un “Martire Vivente”.
Sua Eminenza, prima di lasciare la Parrocchia, accompagnato dal Parroco Padre Sebastian Soy degli Oblati di San Giuseppe, si è ritirato a lungo all’interno della Chiesa inginocchiato in preghiera, assorto ai piedi del grande “Crocifisso Miracoloso”, opere d'arte, lignea policromata del XIV secolo, conosciuto come il “Crocifisso del Beato Chiarito”, custodito per secoli dalle Monache Domenicane, ora collocato nella Chiesa di Querceto da circa 10 anni, dopo la chiusura del Monastero Claustrale di Sesto.
Tanta la commozione visibilmente segnata, sui volti dei presenti, contenti di aver potuto pregare nuovamente con l’anziano presule albanese, il quale ha ricordando ai piedi del “Cristo Crocifisso”, i tanti suoi compagni di prigionia sacerdoti, religiosi, religiose e laici, operatori di pace, ora beatificati dalla Chiesa, che salendo il “calvario della sofferenza”, godono adesso del premio eterno e la ricompensa dei giusti.
I fedeli di Sesto, sono sempre stati fortemente legati al Crocifisso, ai cui piedi sempre pregava l’allora Priore di Querceto Don Eligio Bortolitti, barbaramente trucidato dai militari tedeschi, nel settembre del 1944, durante la seconda guerra mondiale, martire che nel suo apostolato, si è sempre adoperato con forza e carità cristiana nell’aiutare il “popolo quercetano” a lui affidato.
Fonte: Ufficio stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Sesto Fiorentino
<< Indietro