Sarà l'Italia, con i suoi esperti e i suoi centri di addestramento a Bolzano, Gorizia, Pisa, la sede selezionata dall'Unione Europea per preparare i funzionari che, dovendo recarsi nei cosiddetti ‘Paesi critici e a minaccia elevata’, potrebbero trovarsi in situazioni ostili per la loro sicurezza personale. La scelta dell’Italia come unica sede di formazione per tutti i funzionari dell'Unione Europea arriva a seguito di un bando europeo vinto dal consorzio guidato dall’Arma dei Carabinieri assieme alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e all’Osservatorio sulla Sicurezza e Difesa Cbrne – Osdife. Al termine della selezione internazionale, questo consorzio è stato incaricato dall’Unione Europea quale principale esecutore del contratto quadro multiplo per la realizzazione di 60 corsi “Hostile Environment Awareness Training” (“Heat” come acronimo) nei prossimi quattro anni. I corsi riguardano tematiche relative a terrorismo, crimini violenti, rapimenti o prese di ostaggi da parte di terroristi o gruppi criminali, disordini civili, violenza politica e conflitti armati. Al termine dei singoli corsi, che prevedono una cospicua parte pratica attraverso simulazioni realistiche, i partecipanti avranno ottenuto una formazione basilare su come affrontare in maniera efficace gli incidenti di sicurezza, le emergenze o le situazioni critiche.
Il primo di questi corsi si è appena aperto a Bolzano; il 4 e il 5 luglio seguirà un nuovo addestramento in provincia di Pisa. Referente del progetto per la Scuola Superiore Sant’Anna è Andrea de Guttry, ordinario di Diritto Internazionale dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo). “Ancora una volta – commenta de Guttry - si dimostra che, mettendo insieme le eccellenze italiane, riusciamo a fare proposte competitive in grado di vincere bandi comunitari. Il nostro progetto è stato valutato come il migliore con un largo margine di vantaggio rispetto al secondo e agli altri 15, peraltro tutti fortemente competitivi. L'attività nei corsi ‘Heat’ è uno strumento che dà grandissima visibilità alla Scuola Superiore Sant’Anna e all’Arma dei Carabinieri, come enti formatori dotati di importanti competenze e risorse di altissimo livello in questo campo particolarmente sensibile e delicato”.
“Per la Scuola Superiore Sant’Anna – aggiunge Andrea de Guttry – è un grande risultato perché si lega alla nostra attività di ricerca e formazione con il campo della ‘Terza missione’”. Da ora e per i prossimi quattro anni, il Consorzio italiano organizzerà 60 corsi di formazione sulla sicurezza personale riservati al personale proveniente da varie Istituzioni Europee e che deve recarsi in aree critiche o ad alto rischio: European External Action Service (Eeas), European Asylum Support Office (Easo), European Border and Coast Guard Agency (Frontex), European Commission (Ec), European Committee of the Regions (Cor), European Court of Auditors (Eca), European Parliament (Ep), European Union Agency for Law Enforcement Cooperation (Europol), European Union Aviation Safety Agency (Easa).
Perché la necessità di una formazione in sicurezza personale? Andrea de Guttry spiega: “La Scuola Superiore Sant’Anna aveva dato un importante contributo all'Unione Europea in relazione agli obblighi ai quali sono tenute le organizzazioni che inviano il loro personale in contesti difficili. Dalle nostre ricerche era emersa la necessità di formare le persone in maniera adeguata. Sulla base di questo, l'Unione Europea ha stabilito l'obbligatorietà del corso ‘Heat’ per i funzionari in missione. È un passo in avanti molto importante, perché dimostra una maggiore attenzione da parte dell’Unione”. Già nel 2012 la Scuola Superiore Sant’Anna era stata incaricata di disegnare i contenuti minimi di questi corsi, diventando poi ente certificatore per istituzioni e per enti internazionali che li avessero proposti.
I corsi hanno uno spiccato accento pratico, orientato in particolare sulla simulazione di scenari e di problemi che i funzionari potrebbero trovare nel corso della missione. “Le lezioni – spiega ancora Andrea de Guttry – si tengono nei centri di addestramento dell’Arma dei Carabinieri. Durante le lezioni, spieghiamo come prevenire situazioni rischiose o minimizzare il pericolo. In una prima fase presentiamo una serie di accorgimenti pratici, quotidiani, per esempio come programmare il viaggio nelle aree critiche, fino a come organizzare la propria stanza o il proprio ufficio, come gestire la scelta dell’appartamento, addirittura come posizionare scrivanie e letti. E poi come uscire da casa, quando e come cambiare i percorsi”.
In un crescendo di situazioni, i funzionari saranno addestrati a gestire situazioni come il rapporto con l’interprete, il viaggio in taxi e momenti davvero pericolosi. “Simuleremo, grazie alla presenza di 50 attori – prosegue il giurista – check point legali e check point illegali. Chi va in questi luoghi deve sapere come cavarsela in diverse situazioni, anche di fronte a una folla inferocita, per fare un esempio. Creiamo momenti di stress durante i quali il funzionario deve prendere la decisione migliore per la propria sicurezza. Ed è chiaro che l'emotività non può prendere il sopravvento”.
Un esempio citato da Andrea de Guttry riguarda la liberazione degli ostaggi. “Tra i momenti clou dell’addestramento – spiega il docente - c’è quello del finto rapimento, durante il quale i funzionari sono bendati e sottoposti a situazioni, simulate ovviamente, non simpatiche. Quando arrivano le forze amiche a ‘liberarli’ la maggioranza degli ostaggi sbaglia mossa e viene ‘colpito’ proprio dagli alleati, sempre nella simulazione. Questo perché la tensione nervosa porta ad attirare su di sé l’attenzione delle forze amiche, ma nella realtà i militari devono mantenere un atteggiamento diffidente, potendosi trattare anche di una trappola o di un terrorista che si finge ostaggio. Perciò conviene non fare alcun movimento, stare a testa e pancia in giù e attendere l’input degli alleati”.
“Sono tutte situazioni che nascono dalla prassi – precisa Andrea de Guttry -; noi formiamo civili che vanno in missione per salvare la loro incolumità. Insomma, noi li istruiamo su come minimizzare il rischio”. Il corso non prevede un esame finale: “Il miglior esame – commenta il docente – è quello con sé stessi. Il momento dell'autovalutazione. Usiamo un livello di stress alto, mai la violenza fisica, questo è chiaro. Sulla base della propria reazione a stress e tensione i partecipanti si possono autovalutare e decidere in completa libertà se andare in missione oppure desistere. E anche questo è per noi un risultato positivo”.
Fonte: Scuola Superiore Sant'Anna - Ufficio stampa
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