La lettera aperta, indirizzata all'assessore alla salute della Regione Toscana Simone Bezzini, a firma di Nicola Marini Segretario del Sindacato Medici Italiani.
"Egregio Assessore, sbagliare è umano, perseverare è diabolico! La Regione Toscana, per l'ennesima volta, tenta di eliminare il servizio di Guardia Medica notturna stavolta iniziando dai territori pertinenti all'Azienda Usl Toscana CENTRO, di Firenze, Prato, Empoli, Pistoia.
Una clamorosa smentita di quello che Lei Assessore disse, con pubblica dichiarazione, il 24 novembre scorso assicurando che non sarebbe stato toccato il servizio notturno della Continuità Assistenziale tranne nel caso di una grave impennata della pandemia. Questa affermazione fu la conseguenza di una unanime e dura protesta, politicamente trasversale di Sindaci, gruppi consiliari regionali, associazioni di cittadini, forze politiche e sindacati medici.
Siamo in zona gialla, non c'è per fortuna nessuna impennata pandemica, ma si lancia ai Sindaci il progetto di eliminare la guardia medica notturna nell'azienda più grande e popolosa con la facile probabilità che possa essere seguita come modello e precedente dalle altre due del territorio regionale.
Il Sindacato Medici Italiani critica duramente questa ipotesi che, a detta dell'Azienda, intende concretizzarsi in un piano organizzativo successivo e ritiene, con cognizione di causa, che la Regione in realtà voglia riprovarci a eliminare il servizio notturno di c.a. utilizzando, in maniera surrettizia, la Azienda Centro e rispolverando il "Sistema h16" di lavoro di guardia medica.
I fatti sono questi: un alto dirigente aziendale ha inviato il 7 Maggio ai Sindaci dei territori di competenza una lettera in cui comunicava un "rimodellamento" del servizio di Guardia medica dalle 20.00 alle 24.00, lasciando, di fatto, soltanto al 118 il servizio di assistenza notturna per la gran parte del territorio ed accorpando in poche postazioni, secondo criteri tutti da chiarire, il medico di continuità assistenziale fino al mattino.
Il "rimodellamento", gentile Assessore è un termine tanto edulcorato quanto ambiguo che, per lo SMI Toscana, significa in realtà solo questo: eliminare la guardia medica notturna, lasciare i cittadini senza l'assistenza per i codici di minore gravità, impegnare di notte il 118 per un uso improprio in relazione alla sua insostituibile funzione di intervento in emergenza sulle maggiori gravità per l'alterazione improvvisa dei parametri vitali, per gli interventi di patologie gravi tempo-dipendenti quali infarti, ictus, politraumi e, nella necessità, sin dall'inizio della pandemia, per i trasferimenti Covid.
Grandi proclami ad effetto, Assessore, sulla "necessità di potenziare il territorio", ma intanto si tenta di smantellare un servizio negando ai cittadini, nelle ore notturne, ovunque si trovino, da parte del Sistema Sanitario Regionale, un'offerta di salute, garantita dalla Costituzione, e che sia piena, articolata e differenziata.
Si violano altresì i diritti contrattuali dei medici di Continuità Assistenziale su un punto delicato come l'orario di lavoro e, insieme ai medici del 118, sul complesso dei loro compiti e delle loro attività, dei ruoli e delle funzioni ,garantite dalle leggi dello Stato e dagli Accordi Collettivi Nazionali.
Si viola il principio di legalità che sta alla base dello Stato di Diritto, si tolgono i servizi ai cittadini, i diritti ai medici, si depotenzia il territorio. Per lo SMI è un’autentica assurdità!
Le motivazioni aziendali avanzate nella lettera ai Sindaci si riferiscono alla carenza dei medici di Continuità Assistenziale dovuta all'impegno nelle USCA e nei centri vaccinali. Motivazione infondata frutto di una logica misera e pretestuosa!
Se i medici, secondo quanto scrive il dirigente aziendale della Centro, rimangono in TUTTE le postazioni fino alle 24.00 significa che potrebbero lavorare, come da sempre fanno, per l'intera notte, secondo leggi e contratti. Lapalissiano!
Forse l'Azienda vuole risparmiare sui costi ma non è giusto, mai, tanto meno in mezzo ad un'emergenza sanitaria che si rivela drammatica anche a causa dei pesanti tagli fatti, in 10 anni, al "Pianeta Salute".
Non risponde a verità neanche l'assunto, presentato dall'Azienda, che i medici di c.a. manchino perché impegnati nella campagna vaccinale per due precisi motivi:
in primo luogo perché sia i medici c.a. che del 118, definiti contrattualmente "a quota oraria", per una precisa scelta della Regione, non sono mai stati coinvolti nella campagna vaccinale, nonostante la proposta avanza da SMI Toscana nelle sedi istituzionali regionali in applicazione del protocollo nazionale del 23 Febbraio u.s. siglato dal Governo, dalle Regioni e Province Autonome e quindi anche dalla Toscana che prevede l'attivazione di TUTTE le figure mediche, anche a quota oraria, in previsione dei grandi volumi vaccinali.
In secondo luogo nelle USCA lavorano prevalentemente giovani non titolari mentre, al contrario i titolari più anziani, medici a tempo indeterminato, restano nel loro ambito di servizio della Continuità Assistenziale. Con le possibili eccezioni.
Per tutte queste motivazioni, per i diritti costituzionali dei cittadini all'assistenza sanitaria territoriale, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per i diritti contrattuali e la dignità professionale dei medici, per impedire il depotenziamento del territorio, il Sindacato Medici Italiani ha formalmente chiesto con posta certificata al Direttore Generale della Azienda Usl Toscana Centro Dr. Paolo Morello Marchese di "fermare qualsiasi iniziativa prevista secondo quanto esposto nella lettera ai Sindaci, di riconsiderare l'intero sistema organizzativo nel rispetto delle Leggi e degli Accordi nazionali vigenti e di avanzare proposte diverse di soluzione dei problemi".
LO SMI TOSCANA è pronto a fare la sua parte offrendo la propria collaborazione per una progettualità di analisi e di concrete, legittime proposte di soluzione. Nell'interesse di tutti: istituzioni, medici, cittadini.
Lo SMI TOSCANA ha ritenuto doveroso comunicare queste richieste all'ANCI TOSCANA, affinché l'Associazione regionale dei Primi Cittadini venga a conoscenza della effettiva realtà delle cose.
Gentile Assessore Bezzini, il Sindacato Medici Italiani Le chiede formalmente di intervenire direttamente per fermare questo assurdo progetto organizzativo, per il rispetto della parola data e della promessa fatta a novembre ai cittadini della nostra regione, ai medici, alle entità istituzionali ed alla società civile organizzata. Confidando in una Sua cortese risposta".
Fonte: SMI - Ufficio Stampa
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