Chiunque abbia la possibilità di ascoltare il maestro d'ascia Tito Paroli al Museo Remiero "Mario Pucci" di Limite sull'Arno, capisce subito di trovarsi di fronte a un'istituzione e un punto di riferimento della memoria locale di ciò che furono i cantieri navali e le competenze tecniche che venivano trasmesse con l'esperienza fin dalla tenera età.
Tito, sempre disponibile a accompagnare tutti all'interno delle sale di piazza Battisti, ex sede della Canottieri Limite, società di canottaggio più antica d'Italia, e oggi sede del Museo, riesce a decantare con compostezza e maestria i saperi che ha appreso fin da bambino e a far fluire con tono pacato e allo stesso tempo deciso i ricordi che affollano la sua memoria, un vero e proprio scrigno prezioso per l'intera comunità di Capraia e Limite e, senza voler esagerare, per l'intera Italia,costituendo il Museo Remiero un riferimento insostituibile nel panorama della ricerca storica delle origini e lo sviluppo della cantieristica e del canottaggio italiani.
In queste settimane, in concomitanza con la riapertura del museo, tante classi dell'Istituto comprensivo di Capraia e Limite stanno usando le stanze del Mure nell'ambito del progetto "EduMure", coordinato dal direttore scientifico Marzio Cresci e destinato a coinvolgere alunni e insegnanti in un percorso di scoperta e valorizzazione della memoria, dei mestieri e della tradizione dei cantieri in rapporto con il fiume Arno. Per tutte le mattine di maggio e metà giugno, le classi saranno accolte al Museo e Tito mostrerà loro gli attrezzi che si utilizzavano, l'uso che ne veniva fatto per costruire le imbarcazioni, raccontando allo stesso tempo qualcosa di sé e del mondo che ha conosciuto bene.
Così si racconta: "Ho iniziato molto presto in cantiere, dopo la quinta elementare, come usava a quei tempi ( 1950 circa, ndr). Per me, però, la passione per le barche non è iniziata in cantiere, ma ben prima, già quando andavo a scuola. Appena uscivo, andavo a vedere le barche nel vicino cantiere e sulla riva del fiume e mi domandavo come si potevano costruire. Quando ci chiedevano di fare un disegno a scuola, io disegnavo sempre le barche. Una volta finita la scuola, feci un periodo in una bottega di verniciatura, poi nel 1953 entrai in cantiere e iniziai dai piccoli lavori, aiutando in officina, in verniciatura, in segheria, imparando un po' di tutto. Ci seguivano passo passo e ci insegnavano e pian piano si passava a lavori sempre più importanti fino a essere sempre più autonomi. Nel tempo, le barche di legno sono state sostituite dalla vetroresina, con stampi effettuati al computer, procedimenti più automatizzati e mobili già verniciati e pronti, ma io continuo a preferire il profumo del legno".
Dopo la pensione, raggiunta lavorando ai Cantieri di Pisa, Tito Paroli ha continuato a partecipare attivamente alla vita del paese, collaborando nella realizzazione delle feste, dando una mano alla Canottieri Limite e contribuendo alla nascita del Museo, voluto da maestri d'ascia limitesi alla fine degli anni '90, quando gli ultimi cantieri si stavano ormai spostando sulla costa per ragioni logistiche e di mercato, per tutelare e mantenere viva la memoria dei 13 cantieri che per secoli hanno fatto la fortuna di questo territorio in termini di sviluppo e occupazione ed hanno plasmato l'identità limitese.
Oggi, superati con slancio gli 80 anni, con energia e passione Tito Paroli continua a trasmettere cultura a una comunità intera, senza mai tirarsi indietro e senza mancare mai di sottolineare l'aspetto più importante di tutto ciò. Se gli si domanda il motivo per il quale è fondamentale la memoria dei cantieri, Tito risponde: "Per rispetto di chi è venuto prima di noi e ha lavorato tanto".
Fonte: Museo Remiero "Mario Pucci"
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