"Riaprite le Rsa ai visitatori, gli anziani non hanno più tempo": l'appello in Toscana

"Da 15 mesi queste persone sono state private di tante cose, non capisco perché in vista di una riapertura generale ancora non si possa andare a trovare i propri parenti".

Mario Bacciottini è noto nel mondo della comunicazione per la sua agenzia ADV Birò di Castelfiorentino. Il suo appello alla stampa stavolta è di altro tipo, tocca la sfera personale e gli affetti più cari. Bacciottini ha una madre e una zia ultranovantenni, ricoverate in una Rsa della Valdelsa all'interno della quale il Covid fortunatamente non ha mai fatto ingresso.

Un isolamento indispensabile nei primi mesi in cui anche le mascherine, oggi beni disponibili a tutti, erano merce rara. Ci siamo abituati tutti, pur con sofferenza, a dover stare distanti e a poter parlare con nonni e anziani solo tramite una videochiamata o una telefonata.

Ma oggi le cose sono cambiate. A maggio 2021 la campagna vaccinale all'interno delle Rsa in Toscana ha toccato vette quasi totali. I vaccinati con richiamo per gli ultranovantenni rappresentano il 95% del totale, l'83% per gli ultraottantenni.

Una direttiva nazionale (vedi scheda in basso) permette la riapertura delle Rsa.

Bacciottini vuol fare un appello affinché vengano accelerate le decisioni che potranno permettere, a lui e alle tante persone che vivono la stessa situazione, di riabbracciare i propri cari

"Sono stato vaccinato con la prima dose, mia mamma e mia zia sono già state vaccinate con richiamo da settimane. Sono disposto a prendere le precauzioni necessarie per poter rivedere dal vivo i miei parenti. Hanno 90 anni, non hanno più tutto il tempo del mondo come un ventenne. Auguro loro di vivere fino a oltre cento anni, ma hanno già sofferto troppo chiuse in Rsa, questa situazione è insostenibile".

Riapertura Rsa, a quali condizioni?

Tornare a riabbracciare il nonno in Rsa? Si può, a patto che i nipoti abbiano il green pass. La situazione si è sbloccata una settimana fa, quando il ministro alla Salute Roberto Speranza ha firmato un'ordinanza che fissava i termini per le riaperture delle residenze sanitarie assistite, nonché le regole che parenti e strutture devono osservare. Tra queste spicca, appunto, il green pass: l’ingresso nella Rsa sarà garantito unicamente a chi avrà il certificato verde che attesterà la vaccinazione, o il tampone negativo nelle 48 ore precedenti alla visita o la presenza degli anticorpi da Sars-CoV-2.

Le strutture, dal canto loro, dovranno provvedere a un’adeguata organizzazione degli ingressi, in modo da evitare possibili assembramenti, privilegiando incontri all’aperto e con al massimo di due visitatori per ospite, a meno che non si tratti di casi particolari che coinvolgano caregiver o situazioni di fine vita. Ovviamente, rimangono obbligatori i dispositivi di protezione - mascherine (almeno Ffp2) e igienizzatori per le mani -- mentre il contatto fisico può avvenire solo "in particolari condizioni di esigenze relazionali/affettive" e se l’ospite è stato vaccinato o ha avuto il Covid negli ultimi 6 mesi.

Firmata sabato 8 maggio, l’ordinanza sostanzialmente metteva fine dopo circa 15 mesi al lockdown imposto alle residenze sanitarie, un isolamento vissuto molto male dai parenti, dal momento che gli anziani nelle Rsa erano stati tra i primi a essere vaccinati. Prima di questa firma, infatti, la regola prevedeva che le visite fossero sospese, ma i direttori sanitari avevano la facoltà di riaprire le strutture, nel caso avessero valutato bassi i rischi connessi alle visite. Tuttavia, poche Rsa optarono per la “linea aperturista”: i responsabili delle residenze, infatti, non avevano intenzione di assumersi la responsabilità di un’eventuale riapertura e chiesero che fosse il governo a prendere una posizione netta sulla questione. E, alla fine, così è stato.

Anzi, in realtà è stato addirittura un ribaltamento, perché adesso “il direttore sanitario della struttura o l'autorità sanitaria competente in relazione allo specifico contesto epidemiologico, può adottare misure precauzionali più restrittive necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione". Insomma, se prima i direttori di struttura potevano decidere se riaprire, ora possono decidere se chiudere.

L'ordinanza, che in ogni caso impone la possibilità di visita nelle Rsa al rispetto del documento adottato dalla Conferenza delle Regioni, rimarrà valida fino al 30 luglio.

Elia Billero e Giovanni Gaeta

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