Non ci siamo mai espressi in maniera dettagliata sull’impatto ambientale del forno crematorio, dopo aver ascoltato l’amministrazione, vorremo fare qualche appunto relativamente a tutto ciò.
Partiamo dalle informazioni di Arpat secondo cui: "Il principale impatto ambientale di questo tipo di impianti riguarda l’aria, poiché durante la cremazione nei forni si ha produzione di inquinanti atmosferici, in particolare: polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono aggiungersi, inoltre, emissioni di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco (specialmente nel caso delle cremazione di tombe estumulate), diossine-furani e IPA".
È necessario quindi che i forni crematori abbiano adeguati sistemi di abbattimento dei fumi, che garantiscano un’adeguata efficienza anche in relazione della discontinuità del processo dovuta all’abbassamento delle temperature ad ogni ciclo, per il recupero delle ceneri.
Ancora l’isde (associazione italiana medici per l’ambiente, per ridurre l’inquinamento consiglia di rispettare i seguenti punti:
1) installazione delle migliori tecnologie disponibili per la riduzione delle emissioni, in particolare di diossine e mercurio;
2) effettuazione di un accurato studio diffusionale di ricaduta delle emissioni, per verificare l'esten- sione delle aree maggiormente interessate;
3) utilizzo di bare che abbiano caratteristiche strutturali che limitino le emissioni tossiche in atmosfera durante la loro combustione;
4) ricerca di diossine e mercurio in campioni di terreno e vegetali nell’area individuata al punto 1, prima della entrata in esercizio del forno crematorio. Questa indagine ha lo scopo di verificare,
con successivi controlli periodici, eventuali deposizioni significative di inquinanti e, in tal caso, sospendere sia l’attività crematoria che, a scopo precauzionale fino ad analisi del prodotto, il con- sumo della eventuale presenza di vegetali coltivati;
5) controllo periodico al camino dei più importanti inquinanti emessi.
A seguito di tali informazioni è ben facile capire come questi impianti siano potenzialmente impattanti e che si cercherà di ridurre l’inquinamento attraverso i sistemi sopracitati.
Questo implica come sia necessario un controllo periodico su questo tipo di strutture, una mala gestione o controlli non eseguiti in modo corretto potrebbero avere conseguenze rischiose per il nostro territorio ed i loro abitanti.
Purtroppo tutto questo presume che si debba avere fiducia di queste aziende e di coloro che controlleranno il tutto, fiducia che ormai è andata persa e che sarà difficile riacquistare a seguito dei numerosi scandali di questi giorni.scandali che hanno danneggiato l’immagine del nostro territorio oltre che l’ambiente.
Infine, aggiunge l’Isde: "Tali richieste sui forni crematori dovranno essere ancor più stringenti in quelle zone dove sono presenti altre importanti fonti di inquinamento, a causa degli effetti sommatori negativi sulla saluta umana"
Vorremo ricordare che a circa 1km di distanza in linea d’aria, nella ex fornace di laterizi PLP, sono stati sotterrati rifiuti tossici. A questo si aggiungono le 8 mila tonnellate di rifiuti conciari rinvenuti sulla 429 che ancora devono essere bonificati.
È opportuno richiedere una bonifica, tuttavia non vorremmo mai che passi il messaggio secondo il quale con la bonifica tutto si aggiusta, che con il denaro tutto si risolva. Niente di più falso, nonostante la bonifica un certo livello di tossicità rimarrà sempre nell’ambiente e questo è giusto sottolinearlo.
Abbiamo aspettato anni ed anni la nuova 429, subendo il traffico di una vera e propria autostrada cittadina, respirando smog quotidianamente.
Ma questo evidentemente non basta all’amministrazione, nonostante gli scandali della 429, nonostante i rifiuti sepolti nella ex plp, nonostante le varie zone industriali, nonostante il depuratore fognario, continuano a voler sfruttare la frazione con l’inserimento in piena campagna di un forno crematorio per arricchire le casse comunali ed alcuni privati, il tutto sulle spalle dei cambianesi.
Siamo profondamente delusi, ma non molleremo, lotteremo per difendere il futuro della nostra campagna e del nostro territorio
Fonte: Comitato No al tempio crematorio
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