La storia ci insegna che le persone con disabilità, soprattutto se intellettiva, i matti, i diversi, sono stati confinati in luoghi separati dalla città, nei manicomi e negli istituti o semplicemente chiusi in casa. Con la legge 180 del 1978, per le persone con sofferenza psichica, si aperta la possibilità di vivere in comunità. Ma in quale misura si è realizzata questa possibilità?
Oggi, la pandemia ci ha ancor più svelato che centinaia di migliaia di persone vivono confinate dalla comunità, in questo anno sono state recluse, senza avere nessuna ‘colpa’ se non quella di essere diversi e avere bisogno di aiuto per vivere una vita normale. Infatti, coloro che vivono nelle cosiddette “strutture”, RSD, CAP, Case Famiglia o altre, non hanno potuto mai uscire né avere visite da marzo dell’anno scorso, tranne qualche faticosissimo spiraglio durante l’estate scorsa.
Bene ha fatto l’assessora regionale Serena Spinelli a chiedere e ottenere, a gennaio, la vaccinazione degli “ospiti” delle residenze per persone con disabilità, dimenticate dal piano vaccinale nazionale. E bene ha fatto a spingere per un provvedimento nazionale per permettere, con le dovute procedure e precauzioni, le visite agli anziani e disabili nelle strutture. Cosa che si è realizzata due giorni fa con l’ordinanza del ministro Speranza. Ora spetta alla regione attuare questa riduzione della ‘distanza degli affetti’, in sicurezza.
Le risorse economiche dovranno essere destinate in prevalenza alla concretizzazione dei famigerati e mai avverati progetti di vita delle persone con disabilità, anziché nella costruzione e nella gestione di grandi strutture, come ampiamente prescritto dalle norme nazionali e regionali.
In particolare a Empoli, località Terrafino, su un terreno ai margini della città, persiste un progetto che ci preoccupa. In verità un primo progetto di “polo della disabilità”, che nel 2015 prevedeva circa 80 posti tra residenziali e i semiresidenziali, venne fermato da un movimento di cittadini, associazioni e forze politiche. Ne è stato fatto un aggiornamento, con l’abbattimento del numero dei posti per adeguarsi ai requisiti della legge 112 (le residenze delle persone con disabilità devono avere un numero massimo di 5 posti letto).
Tuttavia, si prospetta un "villaggio degli autistici", ai margini della città, fortemente voluto dall’amministrazione e dalla ASL Toscana Centro, impropriamente chiamato "campus", come una sorta di "all inclusive" con due residenze, centri diurni, campo da calcetto, un anfiteatro, una piccola azienda agricole o altre attività occupazionali. C’è rischio di contraddizione con i principi di inclusione delle persone disabili nella città, principi scritti in tutti i documenti nazionali, regionali e dalla ASL. Il ‘faraonico’ centro, ha la previsione di un notevole costo, 8.5 milioni.
Mettiamo in guardia sul rischio di istituzione totale, pur in chiave moderna. Ci chiediamo (oltre alla stima di quanto sarebbe il costo di gestione nel tempo) se sia stata fatta un'adeguata analisi dei bisogni delle persone a cui è destinato, se sono stati definiti gli obiettivi considerando una progettualità di vita necessaria per ciascuna persona (e obbligatoria per legge), con risorse sufficienti a sostenerli.
Il coordinamento regionale toscano delle associazioni per l'autismo e la FISH Toscana (Federazione Italiana Superamento Handicap), oltre a lamentare la mancanza di concertazione con il mondo associativo, si è schierato contro un progetto che rischia di mortificare le possibilità di aspirare alla migliore qualità di vita possibile, il diritto di avere desideri e di ambire alla loro realizzazione, da conquistare così faticosamente.
Vogliamo quindi di verificare l’appropriatezza degli interventi finanziati con risorse pubbliche e mettiamo in evidenza la grande necessità di investire sugli operatori dei servizi per la Salute Mentale, indispensabili a supportare i progetti di vita. Ciò è essenziale proprio nel momento in cui la sofferenza psichica cresce, e, dopo anni di rovinose politiche dei tagli ai servizi pubblici.
Fonte: Sinistra Civica Ecologista Empolese Valdelsa Valdarno
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