Valdichiana, i Comuni in coro: "No alle scorie radioattive a Trequanda"

L’Unione dei Comuni Valdichiana Senese, di cui fanno parte i Comuni di Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, Pienza e Trequanda, e le associazioni del territorio hanno messo a punto una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i cittadini di questo territorio per ribadire il “no” al deposito unico nazionale di scorie radioattive nell’area denominata SI5 contenuta nella Carta Nazionale delle aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi (Cnapi), ovvero, quella individuata nel Comune di Trequanda, confinante con Pienza. Già all’indomani della pubblicazione dei siti idonei ad ospitare il deposito unico nazionale di scorie radioattive il Consiglio dell’Unione dei Comuni Valdichiana Senese si era espresso (lo scorso 18 gennaio) nettamente contrario alla proposta di idoneità dell’area denominata SI5. Ora è stata messa a punto anche una campagna massiccia di sensibilizzazione per ribadire il “No al deposito unico nazionale di scorie radioattive!” con manifesti e locandine distribuite in questi giorni nei dieci Comuni. Nella campagna di sensibilizzazione, promossa dall’Unione dei Comuni Valdichiana Senese e dalle associazioni del territorio vengono evidenziati i motivi del “no” al deposito di scorie nel territorio di Trequanda che, oltre a distruggere l’area sotto il profilo ambientale, paesaggistico e agro-alimentare, distruggerebbe definitivamente il comparto turistico di tutta un’area, ben più vasta, del senese ma della Toscana tutta nella sua immagine complessiva, con ricadute nell’economia di lungo periodo.

Questa campagna sul ‘No al deposito unico nazionale di scorie radioattive!’ è necessaria per mantenere alta l’attenzione perché ancora il risultato dell’esclusione del sito di Trequanda non è acquisito in modo definitivo - afferma Roberto Machetti, Presidente dell’Unione dei Comuni Valdichiana Senese -. L’approvazione alla Camera di una mozione che introduce criteri più stringenti nella scelta definitiva per il deposito unico, e che porterebbero a escludere il sito di Trequanda, è un buon risultato ma stiamo continuando il nostro lavoro per raggiungere l’obiettivo della ‘definitiva esclusione di Trequanda’ tra i siti individuati”.

Il messaggio della campagna del “no” dell’Unione dei Comuni Valdichiana Senese e delle associazioni territoriali

In particolare, questi i motivi del “no” evidenziati, sinteticamente, nella campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i cittadini. “Il territorio scelto è tra i 10 Paesaggi Rurali Storici Italiani riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura. Se non ci opporremo, una colata di calcestruzzo coprirà 150 dei 178 ettari individuati nel nostro ‘paradiso’ che abbiamo mantenuto integro per secoliDove. Nel Comune di Trequanda, sul limitare della Val d’Orcia e della Città di Pienza, entrambe patrimonio UNESCO. Nonostante ciò, la zona è stata inserita tra le 23 aree più idonee a tale destinazione, fra 67 siti potenziali individuati sul territorio nazionale. Il deposito nazionale di ri­fiuti radioattivi verrebbe ‘incastrato’ a forza tra le colline di Pienza e di Trequanda, a pochi chilometri in linea d’aria da Montepulciano e da Montalcino. Lo scempio. Il sito unico di stoccaggio nazionale di rifi­uti radioattivi arrecherebbe un danno perenne ad una delle terre più conosciute al mondo per la sua bellezza e unicità: un gioiello di armonia in cui si incontrano arte, storia, natura e sapiente lavoro dell’uomo che, con una scelta scellerata, rischia di essere distrutto per sempre. Un intervento che violenterebbe il territorio incrementando irresponsabilmente il traffico di mezzi pesanti e pericolosi, stravolgendo irrimediabilmente la viabilità della zona”.

Il confronto e lo slittamento per la presentazione delle osservazioni alla carta Cnapi

Da subito tutti gli enti locali hanno iniziato un confronto su due livelli: da un lato con le associazioni del territorio, dall’altro sul piano tecnico-scientifico con i tecnici della Regione Toscana, con gli specialisti del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente della Università degli Studi di Siena, finalizzato alla messa a punto delle osservazioni. Intanto i Comuni, a livello nazionale, avevano chiesto più tempo e le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, con il cosiddetto decreto Milleproroghe, hanno approvato un emendamento che dà 180 giorni, anziché 60, per la consultazione avviata dopo la pubblicazione della carta Cnapi, la carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale e parco tecnologico; la scadenza per le osservazioni (inizialmente fissata per marzo) è slittata al 5 luglio 2021. Da subito è stata attivata una “cabina di regia”, costituita dai tre Sindaci dei Comuni di Trequanda, Pienza e Montepulciano e dai tre responsabili all'area Urbanistica dei rispettivi Comuni.

Nei termini previsti (la prima scadenza per la presentazione di osservazioni/contributi era lo scorso 5 marzo) sono state inviate le osservazioni. Tra le motivazioni della contrarietà alla localizzazione potenziale sono stati evidenziati gli aspetti ambiente e le caratteristiche del territorio, gli aspetti relativi alla mobilità e le caratteristiche geologiche e sismiche del sito e sono state evidenziate contestazioni di tipo procedurale. Considerata la proroga al 5 luglio, la “cabina di regia” sta elaborando ulteriori osservazioni di contrarietà. Tra le osservazioni già messe a punto ci sono quella del MiBACT, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Siena Grosseto e Arezzo, quella del Consorzio del Vino d’Orcia. Inoltre, è stato richiesto un intervento all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma per la valutazione sismica del sito.

Approvata alla Camera una mozione che introduce criteri più stringenti nella scelta definitiva del deposito

Oltre all’ampliamento dei tempi di consultazione, notizia arrivata dal Parlamento italiano, è stata approvata una specifica mozione, nei giorni scorsi, dove si chiede l’esclusione dei territori con particolari colture di pregio, riconosciute a livello nazionale e locale, e le aree naturali protette nazionali e regionali. Oltre a ciò, nella mozione veniva richiesto un maggiore coinvolgimento e una maggiore concertazione con le Regioni e i territori e le comunità locali interessate, una partecipazione anche dei Comuni non direttamente interessati, ma comunque limitrofi, e di avvalersi di strutture universitarie competenti per i territori implicati e ad adottare i più moderni metodi di conoscenza multidisciplinari del territorio. Tutti questi criteri, unitamente ai temi della mobilità e dell’accessibilità infrastrutturale ai siti individuati, con particolare riferimento alle evidenze paesaggistiche e culturali, porterebbero a escludere il sito di Trequanda inizialmente individuato tra le scelte potenziali, al confine con il Parco della Val d’Orcia.

Ricordiamo alcuni dati: il processo di individuazione dell’area e la loro classificazione

Il processo di individuazione dell’area

Tra le 67 aree potenzialmente idonee, scelte sulla base di 25 criteri fissati per legge e classificate sulla base di differenti livelli di idoneità, al termine di un processo di consultazione pubblica che coinvolge gli enti locali interessati, ne verrà selezionata solamente una. Successivamente, una volta ottenuto l’assenso dei territori coinvolti ci vorranno quattro anni per costruire il deposito. Nel caso in cui nessuna delle aree individuate, la maggior parte delle quali ha già espresso forte contrarietà, desse la disponibilità, il decreto legislativo 31/2010 prevede, in questo caso, l’avvio di trattative bilaterali con le Regioni. Qualora anche in questa fase non venga raggiunta un’intesa, sarà convocato un tavolo interistituzionale e qualora, anche in questa sede non venga raggiunto un accordo, toccherà al Ministero dello Sviluppo economico emanare con decreto l’individuazione del sito.

La classificazione delle aree

In Toscana i siti individuati sono due: quello che interessa il comune Trequanda, in provincia di Siena (inserito in classe A2) e quello che interessa il comune di Campagnatico, in provincia di Grosseto (inserito in classe A2). Sono due le classificazioni individuate una con giudizio «molto buone» (o classe A1) assegnata a 12 delle 67 aree (tutte tra le province di Alessandria, Torino e Viterbo) e le altre 11 sono classificate «buone» (o classe A2) (situate sempre nell’alessandrino, il sito nel territorio di Trequanda, le aree, poi, in provincia di Grosseto, Viterbo, Bari, Matera e Taranto). In classe B si trovano invece le aree «insulari» di Sicilia e Sardegna e in classe C quelle «in zona sismica 2», tra Viterbo, Potenza, Matera, Trapani e Palermo. Il Parco tecnologico occuperà 150 ettari di territorio.

Fonte: Ufficio stampa

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