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Più di un anno di Covid: i settori più colpiti dalla pandemia

È ormai passato più di un anno dall'arrivo della pandemia di Covid in Italia ed è giunto il momento di fare un bilancio dei danni provocati dal virus. Non è certo un segreto: da inizio 2020 i settori che sono stati colpiti dalla crisi sanitaria sono stati moltissimi e in Italia purtroppo le ripercussioni economiche non hanno tardato ad arrivare. Ci sono state però attività che più di altre hanno dovuto superare enormi ostacoli per riuscire a sopravvivere e che oggi, se ancora esistono, si possono considerare un vero e proprio esempio di resilienza.

Dopo più di un anno di convivenza con la pandemia dunque, vediamo quali sono stati i settori più colpiti dal Covid e cosa è cambiato oggi.

Il mondo della cultura: teatri e musei

Tra i settori più colpiti dalla pandemia troviamo senza dubbio quello della cultura, che è stato fortemente penalizzato dai provvedimenti presi dal Governo per contenere il rischio di contagio. Teatri e musei sono rimasti chiusi al pubblico per oltre un anno, ma fortunatamente gli operatori del settore sono riusciti a trovare delle idee brillanti per evitare uno stop definitivo e perenne. Grazie alla tecnologia, molte stagioni teatrali sono andate avanti ugualmente: non dal vivo, certo, ma in streaming. Non è la stessa cosa, ma almeno si è provato a reagire e lo stesso è accaduto nei musei, che hanno organizzato visite virtuali e laboratori live per rimanere attivi.

Il settore del gioco d'azzardo: casinò e sale slot

Altro settore durante colpito dal Covid è stato quello del gioco d'azzardo, in tutte le sue declinazioni: dalle sale slot ai casinò veri e propri. Quelli di Venezia e Sanremo sono stati costretti a tenere i battenti chiusi per oltre un anno, se escludiamo il brevissimo spiraglio di luce visto nei mesi estivi. È dunque palese che la situazione sia stata difficile per tutti gli operatori del settore, anche perché nel frattempo moltissimi italiani si sono avvicinati alle scommesse sportive online. Il danno è stato dunque duplice per queste attività: da un lato non hanno avuto la possibilità di aprire al pubblico e dall'altro hanno perso in modo graduale sempre più clienti abituali, che non trovando alternative hanno iniziato a preferire i canali online.

I ristoratori: bar e ristoranti in profonda crisi

Bar e ristoranti non sono stati costretti a tenere chiuso al pubblico per oltre un anno consecutivo, ma poco è cambiato per loro in termini di fatturato e clientela. Con le aperture a singhiozzo e la possibilità di effettuare il solo servizio d'asporto o delivery, moltissime attività in Italia hanno chiuso perché non riuscivano più ad andare avanti, soffocate dai debiti. Quelli che hanno resistito, portano ancora oggi i segni di una crisi senza precedenti e di certo non si possono considerare fortunati. Se un tempo gli imprenditori che lavoravano nell'ambito della ristorazione appartenevano ad una categoria abbastanza privilegiata, oggi purtroppo continuano a dover affrontare troppe difficoltà. Nel prossimo futuro, potrebbero fallire altre attività e questo è il prezzo che tutta l'Italia si trova a pagare per la pandemia e per una gestione sbagliata delle risorse pubbliche.

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