Rifiuti non smaltiti delle concerie usati per la 429, la 'ndrangheta si stabilizza in Toscana

Dalle prime ore del mattino i Carabinieri della Toscana (articolazioni diverse) stanno eseguendo 3 distinte ordinanze di custodia cautelare su disposizione della D.D.A. di Firenze, in relazione a 3 indagini collegate tra loro in materia di inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione ed illecita concorrenza, tutti aggravati sia dall’agevolazione che dal metodo mafioso, in favore di potenti Cosche di ‘Ndrangheta.

Le suddette operazioni sono a loro volta connesse ad un’ulteriore operazione in corso a cura della D.D.A. di Catanzaro.

Arrestate 23 persone in totale, oltre al sequestro preventivo di beni per circa 20 milioni di euro.


Gli scarti conciari usati per l'edilizia: indagato il sindaco a Santa Croce

L'operazione Keu ha smantellato un sistema criminale per la gestione dei rifiuti del comparto conciario. Keu è infatti il nome dell'inerte finale che rimane dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli.

Una persona è finita in carcere, 5 ai domiciliari, interdette 7 persone dall'attività imprenditoriale, 2 sequestri preventivi di impianti di gestione di rifiuti e 60 perquisizioni nelle province di Firenze, Pisa, Arezzo, Crotone, Terni e Perugia.

Agli arresti domiciliari sono finiti Alessandro Francioni, ex presidente dell'associazione Conciatori e membro del cda di Aquarno, il direttore dell'associazione conciatori Aldo Gliozzi, il suo predecessore Piero Maccanti, per la parte legata al comprensorio del cuoio. Indagato anche Franco Donati, già presidente Assoconciatori in passato, con divieto temporaneo di esercitare imprese e ricoprire incarichi.

19 le persone indagate (fra cui esponenti politici e dirigenti di enti pubblici). Tra questi, secondo quanto trapela dagli ambiti investigativi, il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda. Non solo. Anche il consigliere regionale Andrea Pieroni, il capo di gabinetto Ledo Gori e il dirigente della Direzione Ambiente Edo Bernini. Indagati anche altri membri di Assoconciatori (la presidente Maila Famiglietti, e Aquarno, in questa ultima società il presidente e la vice presidente Lorenzo Mancini e Silvia Rigatti, e altri membri del settore operativo: Nicola Andreanini, Cristina Brogi, Antonio Lasi, Fabrizio Veridiani.

Le operazioni partivano da maggio 2018 e riguardano il distretto conciario di Santa Croce: alcuni vertici dell'Associazione Conciatori, secondo quanto reso noto dalla procura, sarebbero al centro delle decisioni di tutto l'apparato osservato delle indagini. "Quello che si è venuto a creare negli anni è un vero e proprio sistema che vede coinvolti l’Associazione Conciatori di Santa Croce ed alcuni singoli consorzi", spiegano gli investigatori.

"Il riciclo praticamente totale dei rifiuti prodotti dal comparto, con un conferimento in discarica sostanzialmente residuale, di fatto non raggiunge il risultato di ottenere un ciclo che recupera i rifiuti efficacemente e lecitamente".

Sarebbero emerse criticità per le attività di scarico delle acque depurate operate dal depuratore Aquarno che riversa nell'Usciana, acque non adeguatamente depurate. Anche la fase di lavorazione del cromo esausto ha presentato notevoli profili di criticità, essendo commercializzato dopo un trattamento, come materia prima pur non avendone i requisiti, e rimanendo un vero e proprio rifiuto.

Il Keu di cui sopra era sotto forma di ceneri che presentano concentrazioni di inquinanti tali da non poter essere riutilizzati per recupero in attività edilizie di riempimento di rilevati o ripristini ambientali. Questo rifiuto veniva inviato un impianto di produzione di materiali riciclati che provvedeva a mescolarlo con altri inerti e a classificarlo materia prima per l’edilizia, così da essere impiegato in vari siti del territorio con concreto pericolo di contaminazione del suolo e delle falde.

I carabinieri sono arrivati nella mattinata di oggi anche in municipio a Santa Croce sull'Arno e nella sede dell'Associazione Conciatori.

La 'ndrangheta in Toscana nel settore del movimento terra

La 'ndrangheta in Toscana sarebbe giunta tramite il controllo del mercato del movimento terra, con estorsione e concorrenza illecita. Violenze e minacce erano state effettutate nei confronti di una storia impresa del settore di Vicchio, tramite un impresario e un suo collaboratore. Questi erano direttamente collegati a membri del clan Gallace, cosca di Guardavalle (Catanzaro).

Sono stati riscontrati legami di comodo con il consorzio di bonifica del Valdarno aretino per l'assegnazione diretta di lavori 'sotto soglia' (per i quali vige l'assegnazione diretta e non il bando pubblico), su cui sono in corso approfondimenti investigativi.

L'utilizzo di rifiuti per il 'rilevato stradale' della 429 tra Empoli e Castelfiorentino

Le infiltrazioni che sparigliavano il libero mercato hanno permesso di entrare in importanti commesse pubbliche della Toscana. Imprenditori e tecnici di settore avrebbero spinto per la fornitura di materiali legato all'appalto del quinto lotto della SR429 tra Empoli e Castelfiorentino.

Di particolare rilievo la circostanza che il titolare dell’impianto di trattamento abusivo dei materiali riciclati fosse in stretto contatto con ambienti di spessore criminale della cosca Gallace, i quali avevano preso il controllo del subappalto del movimento terra per la realizzazione del V lotto della SRT 429 empolese, che collega Empoli con Castelfiorentino, Gambassi Terme e Certaldo. Grazie a questi contatti e infiltrazioni risulterebbero stati smaltiti abusivamente nei rilevati della superstrada circa 8000 tonnellate di rifiuti contaminati.

Tra gli indagati ci sarebbero anche vertici di enti pubblici territoriali, che a vario titolo avrebbero agevolato in modo sostanziale il sistema.

Chi ha partecipato alle indagini

L’indagine, protrattasi per quasi 3 anni e ad esito della quale sono finora 19 le persone indagate (fra cui esponenti politici e dirigenti di enti pubblici), è stata condotta, su delega della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze, dai Carabinieri del NIPAAF del Gruppo CC Forestale di Firenze, del Nucleo Operativo Ecologico di Firenze e della Sezione di Polizia Giudiziaria  della Procura di Firenze Aliquota Carabinieri.

Nell’operazione sono impegnati 130 Carabinieri Forestali, 40 Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica,  militari della Sezione di Polizia Giudiziaria di Firenze e dei Comandi Provinciali territorialmente competenti, supportati dal 4° Nucleo Elicotteri di Pisa.

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