La Toscana è stata scossa dall'operazione Keu, l'inchiesta riguardante l'inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione ed illecita concorrenza, tutti aggravati sia dall’agevolazione che dal metodo mafioso, in favore di potenti Cosche di ‘Ndrangheta. L'inchiesta ha portato all'arresto di 23 persone in totale, oltre al sequestro preventivo di beni per circa 20 milioni di euro. Tra gli indagati anche il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda, il consigliere regionale Andrea Pieroni, il capo di gabinetto Ledo Gori e il dirigente della Direzione Ambiente Edo Bernini.
Non si sono fatti attendere i commenti dalla politica:
Galletti (M5S): "Situazione grave. Il Presidente Giani riferisca urgentemente in Consiglio"
“La maxi operazione dei carabinieri e della Dda di Firenze che ha portato all’arresto di 23 persone per più attività criminali riconducibili alla ‘ndrangheta, denuncia tutta la debolezza della Regione Toscana e forse anche una sottovalutazione del fenomeno da parte di chi la governa se tra gli indagati compaiono perfino dirigenti di enti pubblici e politici toscani.”
Così Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle Toscana, in merito alla maxi operazione contro le infiltrazioni mafiose in Toscana che vede coinvolti anche funzionari delle istituzioni ed esponenti politici.
“Il prezioso ed encomiabile lavoro svolto dalle forze dell’ordine - spiega la Capogruppo M5S - non basta da solo a sopperire all’immagine che viene restituita ai cittadini toscani: quella di una regione pervasa dalla criminalità organizzata, che si permette di articolare più attività criminose in varie province e in molteplici settori: dal traffico di droga, al controllo dei lavori stradali, fino allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie.”
“Un quadro preoccupante - chiarisce Galletti - se consideriamo che tra gli indagati compaiono anche Ledo Gori, attuale capo di gabinetto del Presidente Eugenio Giani e del suo predecessore, Enrico Rossi, e il dirigente della Direzione Ambiente Edo Bernini, nonché la sindaca di Santa Croce, Giulia Deidda.”
“Il Presidente Eugenio Giani prenda atto che la situazione richiede che riferisca urgentemente in Consiglio Regionale sui fatti.” E conclude “Auspico che lo faccia di sua iniziativa, anche se non mancherò di avviare subito una raccolta firme tra le forze politiche responsabili in Consiglio regionale per vincolarlo a questo compito.”
Il gruppo Lega: "Gravissime le ipotizzate connivenze col mondo della politica"
"Che la criminalità organizzata avesse, purtroppo, solide basi anche in Toscana-affermano i Consiglieri regionali della Lega-era ormai noto, considerata anche la consueta relazione della Direzione Investigativa Antimafia e l'indagine emersa in tutta la sua gravità e capillarità in queste ore, conferma come non si debba abbassare minimamente abbassare la guardia." "Quello che colpisce dalle prime informazioni-proseguono gli esponenti leghisti-è un'ipotizzata connivenza fra il comportamento illegale di alcune aziende del settore conciario ed il mondo politico regionale, stante le mirate accuse che investirebbero, tra gli altri, Ledo Gori, Capo di Gabinetto del Presidente Giani ed ancora prima di Rossi, il dirigente della Direzione Ambiente della Regione, Edo Bernini, il Consigliere regionale Andrea Pieroni ed il Sindaco di Santa Croce Sull'Arno, Giulia Deidda." "Ovviamente-precisano i Consiglieri-la situazione è in fase evolutiva e lungi da noi nel volerci sostituire alla Magistratura, anche se, fin da ora, rivolgiamo il nostro apprezzamento nei confronti degli investigatori che sono riusciti a scoperchiare una vasta organizzazione legata all'ndrangheta." "Se, però-concludono i rappresentanti della Lega-i reati ipotizzati fossero effettivamente ed inoppugnabilmente provati, allora ci troveremmo di fronte ad un episodio di una gravità tale, da dover far attentamente riflettere chi attualmente governa la Toscana."
Mario Lolini (Lega): "Preoccupano le presunte relazioni con il mondo della politica regionale"
“La criminalità organizzata è da tempo una realtà anche in Toscana e notizie come quella dei 23 arresti effettuati in un’operazione dei Carabinieri e dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha stroncato una vasta serie di attività malavitose ne è la conferma. A preoccuparci di più è che l’indagine coinvolga anche la politica e l’amministrazione pubblica, per questo chiediamo chiarezza e trasparenza”. Così l’onorevole Mario Lolini, commissario della Lega Toscana-Salvini Premier commenta le notizie che provengono da Firenze e che vedono anche diciannove indagati tra esponenti politici toscani e dirigenti di enti pubblici. “Ci sono nomi di spicco finiti nell’indagine – afferma Lolini- tra questi il capo di gabinetto della Regione Ledo Gori, il dirigente della Direzione Ambiente Edo Bernini, il consigliere regionale Andrea Pieroni e il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda. La Lega non è per i processi di piazza, a differenza di altri partiti e movimenti, e, soprattutto, non gode delle sventure altrui confidando sempre che la giustizia, quella vera, possa fare serenamente il suo corso. E’ evidente che una riflessione vada fatta di fronte alla gravità ed alla capillarità di questa indagine, soprattutto laddove mette in relazione comportamenti illegali avvenuti nel mondo conciario e in quello politico regionale”. L’onoreviole Lolini dunque attende che gli inquirenti possano fare chiarezza. “Ringrazio chi sta conducendo le indagini – afferma il Commissario regionale della Lega- Solo assestando colpi di questa portata possiamo confidare in una Toscana che sia sempre più libera dalla criminalità organizzata. Le nostre parole chiave restano sempre le stesse: legalità, pulizia e trasparenza. E’ evidente che se le connivenze tra politica e comportamenti illeciti dovessero essere confermate sarebbe bene che chi occupa i vertici della Regione ne traesse le dovute conseguenze”.
FdI Empolese valdelsa: "Una situazione allarmante su cui occorre fare al più presto chiarezza"
“Arrivano stamattina le notizie di arresti e indagini dell'antimafia che hanno riguardato anche il territorio metropolitano. Nello specifico alcuni lavori relativi ai lotti della SR 429 tra Empoli e Castelfiorentino. Apprendiamo infatti da organi di stampa che le infiltrazioni della 'ndrangheta sarebbero arrivate anche alle forniture di materiali e alla movimentazione terra per l'appalto relativo ai lotti della sr429 nel territorio della città metropolitana di Firenze dove pare siano stati utilizzati 8000 tonnellate di rifiuti contaminati provenienti dai reflui e dai fanghi delle concerie della zona, per la realizzazione della strada.
Una situazione allarmante su cui occorre fare al più presto chiarezza e che tocca il nostro territorio da vicino e la realizzazione di importanti infrastrutture. Purtroppo non è nuova la notizia di infiltrazioni mafiose anche in Toscana, ma queste notizie ci spingono a non abbassare mai la guardia.
Nell'attesa di ulteriori sviluppi, nelle prossime ore protocollerò un'interrogazione per conoscere come si sono svolti le gare per gli appalti dei lotti della 429 interessati dall'indagine e verificare
Valuterò inoltre se convocare una commissione di garanzia e controllo per approfondire meglio ogni aspetto della vicenda.” Queste le parole di Claudio Gemelli, consigliere metropolitano di Fratelli d’Italia.
Lo stesso Gemelli si sta coordinando con gli eletti di Fratelli d’Italia dell’Empolese-Valdelsa. In tutti i comuni dove è presente una rappresentanza di Fdi, verranno presentate interrogazioni. E anche all’assemblea dell’Unione dei Comuni dove Fratelli d’Italia presenta un proprio gruppo consiliare, guidato dal capogruppo Maddalena Pilastri.
“Una vicenda, quella che stiamo commentando in queste ore- concludono Lucia Masini e Federico Pavese, portavoce Fdi di Valdelsa e Empolese – che non avremmo mai voluto commentare e che fa riflettere sul fatto che sia notizia di poche ore fa, la bocciatura della proposta del gruppo regionale Fdi di istituire una commissione regionale antimafia per analizzare e contrastare le infiltrazioni mafiose in Toscana. Richiesta bocciata dalla maggioranza regionale a guida Pd.”
Gemelli (FdI nel Cdx): "Notizie allarmanti"
"Arrivano da stamattina le notizie di arresti e indagini dell'antimafia che hanno riguardato anche il territorio metropolitano. Nello specifico alcuni lavori relativi ai lotti della SR 429 tra Empoli e Castelfiorentino. Apprendiamo infatti da organi di stampa che le infiltrazioni della 'ndrangheta sarebbero arrivate anche alle forniture di materiali e alla movimentazione terra per l'appalto relativo ai lotti della sr429 nel territorio della città metropolitana di Firenze dove pare siano stati utilizzati 8000 tonnellate di rifiuti contaminati provenienti dai reflui e dai fanghi delle concerie della zona, per la realizzazione della strada.
Una situazione allarmante su cui occorre fare al più presto chiarezza e che tocca il nostro territorio da vicino e la realizzazione di importanti infrastrutture. Purtroppo non è nuova la notizia di infiltrazioni mafiose anche in Toscana, ma queste notizie ci spingono a non abbassare mai la guardia.
Nell'attesa di ulteriori sviluppi nelle prossime ore protocollerò un'interrogazione per conoscere come si sono svolti le gare per gli appalti dei lotti della 429 interessati dall'indagine.
Valuterò inoltre se convocare una commissione di garanzia e controllo per approfondire meglio ogni aspetto della vicenda".
Mauro Fuso (Cgil): "Forte preoccupazione"
La presenza di organizzazioni malavitose in Toscana ed in particolare, da quanto emerge dalle ultime operazioni di Carabinieri e Dda, nel distretto conciario di S.Croce sull'Arno, accende di nuovo l'attenzione dell'opinione pubblica e sopra ogni cosa le forti preoccupazioni più volte manifestate, anche dalla Cgil a tutti i livelli.
Le indagini e l'azione della magistratura dovranno seguire il loro corso e ci auguriamo che, quanto prima, possano essere individuate tutte le responsabilità per non aggiungere al danno per lo smaltimento illecito dei rifiuti conciari, la beffa per un intero territorio.
E' assolutamente necessario che l'attività della magistratura proceda nell'individuazione degli intrecci illeciti che hanno portato a questa situazione, gravissima per quanto emerge dalle notizie giornalistiche.
Le conseguenze di tali comportamenti illegali sul distretto conciario, così importante per l'economia toscana, potrebbero essere fortemente penalizzanti. La nostra condanna, ferma e risoluta, per queste gravi vicende va di pari passo con la preoccupazione che non vi siano ripercussioni sulle attività produttive ed in particolare sui livelli occupazionali del distretto, già fortemente colpiti in questi mesi dalla crisi conseguente alla pandemia.
PaP Empolese Valdelsa: "Quadro disarmante"
Quello che emerge dall’inchiesta “Keu” della direzione distrettuale antimafia di Firenze è un quadro disarmante di collusione tra organizzazioni criminali, imprenditoria di vario livello e amministrazioni pubbliche. Una rappresentazione plastica di come l’interesse di grandi gruppi privati - come quello dei conciatori e del loro consorzio ma anche del settore edile - vada a braccetto con l’attività criminale di organizzazioni come la ‘ndrangheta e con il beneplacito, quando non addirittura il favoreggiamento, della politica.
Il risultato è un’opera pubblica del territorio realizzata con materiali di scarto dei fanghi utilizzati dalle concerie del Valdarno. Ben 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati, infatti, sono finiti tra i rilevati della strada regionale 429, in particolare del V lotto che collega la rotatoria nella frazione di Brusciana a Empoli con la rotatoria di Dogana nel comune di Castelfiorentino. Le indagini hanno evidenziato che anziché realizzare un riciclo totale dei rifiuti conciari, con successivo conferimento in discarica dei residui, le ceneri tossiche derivanti dai fanghi venivano inviate ad un impianto di produzione di materiali riciclati che provvedeva a miscelarle con altri inerti e a classificare il composto come materia prima per l’edilizia. Una bomba ecologica che rischia di contaminare il suolo e le falde acquifere, piazzata da una dita che aveva preso il controllo del subappalto del movimento terra per i lavori sul quinto lotto della strada grazie all’appoggio della cosca criminale Gallace di Catanzaro.
Le indagini hanno anche rilevato illeciti riguardanti le attività di scarico delle acque depurate trattate dal depuratore “Aquarno” che verserebbe nel canale Usciana acque in realtà non adeguatamente depurate. Le persone indagate in tutto sono 19, tra cui vertici delle pubbliche amministrazioni locali e regionali, esponenti dell’Associazione Conciatori, imprenditori edili.
A pagare ancora un volta sono coloro che sui territori ci vivono, vittime di un sistema colluso e asservito agli interessi dei padroni di turno con il favore di una politica che non è in grado o addirittura non vuole vigilare. Il perpetuarsi di appalti concessi al minimo ribasso, dove a contare è solo il risparmio sui costi che equivale a retribuzioni più basse per i lavoratori e servizi peggiori - in alcuni casi con l’aggravante del rischio per la salute pubblica - per le persone, agevola questo tipo di fenomeni.
Ci auguriamo che venga fatta piena luce sulla vicenda e che i responsabili vengano puniti. Ma soprattutto esigiamo che vengano messe in sicurezza le aree soggette a contaminazione.
Mugnai (FI): "Gori indagato, che accade alla Toscana?"
“Leggo le agenzie ed i messaggi che mi arrivano sul cellulare e strabuzzo gli occhi - afferma l'On. Stefano Mugnai, Vice Capogruppo di Forza Italia alla Camera -. Ledo Gori, il Capo di Gabinetto del Presidente della Regione Giani, quel Ledo Gori già potentissimo ed abilissimo capo di Gabinetto di Enrico Rossi da prima ancora che Rossi se ne accorgesse, il Consigliere Regionale del PD Andrea Pieroni, tuttora in attesa di una modifica statutaria per avere la promozione promessa da Giani, dirigenti di primo piano e di lungo corso della Regione e Sindaci indagati in un'inchiesta per Ndrangheta... insomma, tanta roba!”.
“Io, purtroppo, a differenza di tanti colleghi - continua Mugnai - sono affetto da una forma forse patologica di garantismo. Talmente acuta che vale anche per gli avversari irriducibili. Come ad esempio Ledo Gori. Per anni ombra, braccio, certamente anche consigliere molto ascoltato di Enrico Rossi, ed io con Enrico Rossi non ce le siamo mai a mandate a dire. Però per onestà intellettuale devo riconoscere che ho sempre avuto la convinzione che Ledo Gori fosse il numero uno nel suo lavoro. Una via di mezzo fra il Mister Wolf di Tarantino e il Primo Greganti di Botteghe Oscure, uno che per contratto, fra le altre cose, si prende responsabilità e rischi in luogo del proprio dante causa. Fra l’altro e’ di qualche giorno fa la notizia del rinvio a giudizio di Enrico Rossi per dei supposti finanziamenti illeciti nella campagna elettorale 2015 in parallelo ad un'altra inchiesta per voto di scambio che riguarda sempre Ledo Gori in ordine a quelle stesse elezioni. Beh, c'ero pure io in quella competizione elettorale ed era chiari che il volume di fuoco di cui disponeva Rossi era superiore a quello di tutti gli altri candidati messi insieme. Che poi Rossi avrebbe vinto lo stesso: in quel momento storico, con il centrodestra diviso e con il M5S non ancora al picco, l'esito era scontato. Insomma Rossi e il Pd si potevano anche permettere di risparmiare un po’. Ma anche per queste inchieste sono inguaribilmente iper garantista.”.
“Però, a prescindere da tutto - continua Mugnai -, la notizia di oggi fa male. Sarà perché solo una settimana fa a 4 km da dove abito sono andate a fuoco due importanti aziende, una accanto all'altra, a distanza di sei giorni l’una dall’altra. O forse sara perché più volte in questi mesi amici commercianti o albergatori mi hanno raccontato di come personaggi equivoci hanno fatto loro offerte per rilevare in contanti ed a prezzi di saldo le loro attività piegate dai lockdown. O sarà delle tante notizie che con cadenza regolare ci parlano di infiltrazioni mafiose in Toscana o di Toscana come terra di investimenti delle mafie.”.
“Non sarà che ci siamo occupati, non io per la verità, - conclude Mugnai - un po’ troppo di accoglienza e immigrazione, o di slogan tipo “Toscana diffusa”, che alla fine non si siamo accorti di cosa stava man mano accadendo alla nostra terra? Ma, per esempio, la sinistra che da sempre governa la nostra regione, perché non prova a contare sui singoli territori quanto sia aumentato il numero degli sportelli bancari. Temo in maniera non del tutto omogenea all'aumento della ricchezza degli stessi territori. Attendiamo con impazienza che la magistratura faccia il proprio lavoro, sperando sinceramente che gli indagati possano provare la propria estraneità alle accuse mosse contro di loro, ma il problema politico resta tutto ed investe come un enorme maglio la sinistra: evidentemente non basta recitare quotidianamente il credo anti mafie e poi permettere in una regione che da sempre amministrano come fosse un diritto divino che le mafie piano piano, ma sempre più massicciamente arrivino, si consolidino, operino.”
Mazzetti (FI): "Queste notizie non fanno altro che ribadire l'esigenza di controlli della Legge"
"C'e' anche il Capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana, Ledo Gori, tra gli indagati nell'inchiesta della Dda di Firenze su presunti reati ambientali, nella quale sono indagati anche imprenditori considerati contigui alle cosche di 'ndrangheta, e che oggi ha portato a sei arresti. A Gori viene contestato il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. " Questa la notizia che viene data dalle agenzie di stampa poche ore fa, che mi ha ovviamente lasciata senza parole. Sono, come esponente di un partito storicamente garantista come Forza Italia, per consentire alla Giustizia di fare il suo corso, certo è però che determinate notizie uscite con questa forza sulla politica della nostra Regione creano forti timori e pretendono rapida chiarezza nel rispetto dei cittadini toscani e delle Istituzioni che dovrebbero rappresentarli."
"Sempre nell'inchiesta risulta indagato, tra gli altri, il consigliere del Pd Andrea Pieroni, accusato sempre di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Indagato poi per abuso d'ufficio il direttore del settore ambiente e energia della Regione Toscana, Edo Bernini". Queste le altre notizie uscite oggi pomeriggio che gettano pesanti ombre da verificare sul sistema politico toscano. Il tema dei rifiuti spesso si intreccia purtroppo con quello delle vicende della malavita. Mi auguro che si possa con i giorni chiarire anche la vicenda, che come ha spiegato la stampa, ha visto un'articolata operazione dei Carabinieri e della Dda di Firenze che con 23 arresti ha stroncato in Toscana più attività criminali riconducibili alla 'ndrangheta infiltratasi nell'intera regione: dal traffico di cocaina, al controllo di lavori stradali, allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie."
"In un filone dell'operazione sono stati eseguiti in Toscana, Calabria e Umbria - annunciano i quotidiani - sei arresti per la gestione di rifiuti reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa. Alcuni soggetti a capo dell'Associazione conciatori di Santa Croce (Pisa) avrebbero rappresentato, spiegano gli investigatori, il fulcro decisionale di tutto il sistema indagato. Per l'accusa, le ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati 'Keu', altamente inquinanti, sarebbero state miscelate con altri materiali e riutilizzate in attività edilizie. Circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati sarebbero stati usati nella realizzazione del V lotto della Strada 429. Come si legge gli aspetti che caratterizzano questa vicenda, diventano ora dopo ora gravi e preoccupanti fino a coinvolgere anche un Primo cittadino quale la sindaca di Santa Croce Giulia Deidda. Troppi sono gli intrecci evidenziati dalla stampa fra la malavita e le Istituzioni regionali e locali. Il sistema dello smaltimento dei rifiuti, quale membro della VIII commissione ambiente, l'ho sempre ribadito deve basarsi su regole chiare ed impianti sicuri nel rispetto della legge e dell'ambiente. Queste notizie non fanno altro che ribadire l'esigenza di controlli della Legge sempre più forti e costanti, per evitare pericolose derive criminali"
I consiglieri del gruppo per un'altra Santa Croce: "Auspichiamo il sindaco dimostri la sua estraneità"
Appresa la notizia della maxi operazione di questa mattina della D.D.A. di Firenze sul nostro territorio siamo fiduciosi nell'operato della magistratura che, ne siamo certi, saprá fare piena luce su quanto accaduto. La notizia ovviamente ci lascia sgomenti soprattutto perchè giunge in un momento di estrema difficoltá dove molti sforzi erano stati concentrati nel tentativo di uscire dalle criticitá economiche prodotte dal persistere della pandemia. Siamo estremamente preoccupati per le sorti dell'intera filiera produttiva perchè le ipotesi di reato contestate coinvolgono la salute pubblica ma allo stesso tempo crediamo che la gran parte delle aziende è certamente sana e la loro serietà non possa venir compromessa da eventuali comporatamenti criminali e scorretti di pochi. Auspichiamo che il sindaco Deidda possa dimostrare la sua estraneità rispetto ad accuse così infamanti e gravi.
Casa dei Comunisti: "Nessuno dice nulla?"
Abbiamo letto sui vari mezzi di comunicazione di una vasta operazione coordinata dai carabinieri e dai nuclei forestali dell'arma che coinvolge anche la nostra zona del cuoio, su presunti illeciti nell'utilizzo dei rifiuti prodotti dal comparto stesso, nonché problemi nelle attività di scarico delle acque, dallo stesso depuratore aquarno, che come sappiamo scarica nel canale Usciana sembra ,acque non depurate come la legge prevede (tutto questo naturalmente in attesa di conferma).
A noi una domanda viene spontanea: ma i responsabili politici, vedi sindaci, assessori all'ambiente e i vari soggetti tecnici pubblici (vedi arpat)preposti al controllo della salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini, non hanno nulla da dire in questa vicenda??
Purtroppo quando ci siamo battuti come comunisti perché il nostro presidio distaccato dell'arpat a san romano non fosse chiuso per centralizzare tutto a Pisa, eravamo consapevoli che questa scelta prima o poi l'avremmo pagata pesantemente, ed oggi costatiamo in tutta la sua realtà i danni.
Non ci risulta aver mai letto o sentito pubblicamente un sindaco o un assessore all'ambiente della zona del cuoio, denunciare la situazione della qualità delle acque dei canali vedi, l'antifosso, collettore usciana, fiume Arno che attraversano i vari comuni, e, non ci risulta aver mai letto interventi da parte del sindaco o dell'assessore di Santa Maria a Monte, comune a valle della zona del cuoio attraversata da alcuni di questi canali con scarichi industriali per informare i cittadini sulle qualita' delle acque degli stessi.
Come mai?
Crediamo sia giunto il momento di porre seriamente attenzione per rivendicare una nuova e migliore qualità della vita e della nostra salute. infatti senza proteste e senza passione in difesa dell'ambiente saremo sempre in mano a dei politicanti, che promettono, ma appena eletti si dimenticano presto delle promesse prelettorali.
Intifada: "Emergono tante questioni"
Oggi tutte le agenzie di stampa hanno battuto una notizia su un'inchiesta denominata OPERAZIONE KEU riguardante l'utilizzo di rifiuti tossici nei lavori della 429 con il coinvolgimento di imprenditori cosche criminali e politici. Un fatto gravissimo dal punto di vista politico/ambientale e criminale, che prefigura una penetrazione della criminalità nel territorio toscano che non ha precedenti. I magistrati che lavorano all'inchiesta denominata Operazione Keu (Keu è infatti il nome dell'inerte finale che rimane dal trattamento dei fanghi, prodotti dagli scarti della concia delle pelli), hanno dichiarato... "Quello che si è venuto a creare negli anni è un vero e proprio sistema che vede coinvolti l’Associazione Conciatori di Santa Croce ed alcuni singoli consorzi" una vera e propria "partnership" tra industriali e NDRANGHETA, Tutto nasce dal riciclo dei rifiuti prodotti dalle concerie, ili prodotto finale denominato KEU ovvero l'inerte finale sotto forma di cenere, presenta delle concentrazioni di inquinanti talmente alti da non poter essere utilizzato in attività edilizie e qui che interviene la criminalità, tramite l'invio dell'inerte in un impianto di produzione di materiali riciclati, provvedendo poi a mescolarlo con altri inerti e facendolo diventare materia prima per l'edilizia, impiegandolo cosi in vari siti del territorio mettendo a rischio il suolo e le falde acquifere. Tra i vari siti dove si sarebbero utilizzati questi rifiuti c'è il quinto lotto della sr 429 tra Empoli e Castelfiorentino, dove secondo l'inchiesta sarebbero stati smaltiti 8000 tonnellate di rifiuti tossici!! Questa notizia fa emergere una serie di questioni 1) la permeabilità nei confronti della criminalità degli imprenditori della zona del cuoio 2) l'incapacità da parte di chi dovrebbe gestire la cosa pubblica di governare un territorio da sempre problematico riguardo l'impatto ambientale delle concerie. 3) il meccanismo subdolo dei sub appalti che permette ad aziende affiliate a cosche criminali di aggiudicarsi importanti lavori specialmente nel campo della movimentazione di terra. 4) L'incompatibilità di un processo produttivo come quello delle concerie con l'ambiente. Dopo trentanni di lotte ambientali (do you remember la lotta contro la discarica di Casa Carraia) siamo ancora testimoni di un avvelenamento continuo dell'ambiente sacrificato sull'altare del profitto. Chiediamo con forza alle autorità competenti di fare chiarezza sulla possibile tossicità del territorio riguardante l'inchiesta e l'eventuale bonifica.
Soldi Mozzi: "Faremo la nostra parte"
Oltre ad essere colpita l’intera dirigenza dell’Associazione Conciatori in carica all’epoca dei fatti e quella di alcune importanti aziende del sistema consortile che a loro fa riferimento, sono coinvolte nelle indagini ancora in corso, anche rappresentanti politici e dirigenti, attuali e non, di alto livello.
La questione è sempre la stessa: la gestione dei rifiuti conciari e il loro riutilizzo attraverso la valorizzazione commerciale ad opera delle aziende consortili a ciò dedicate.
Questa volta l’indagine sembra dare per scontate infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Soldi Mozzi non intende in alcun modo anticipare un giudizio che spetta a chi dovrà valutare se processare, condannare o assolvere. Si augura inoltre con tutto il cuore che le persone coinvolte, soprattutto quelle che hanno avuto inevitabilmente a che fare con le indagini a causa dei propri doveri istituzionali e amministrativi, riescano a dimostrare la loro completa estraneità ai fatti contestati.
Ma le indagini sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel nostro territorio non sono certo una novità.
Già all’atto della sua costituzione, avvenuta a gennaio scorso e successiva ad un corposo lavoro di ricerche e confronti oltre che di interventi pubblici di nostri aderenti, il Comitato SOLDI MOZZI, ha presentato un suo manifesto costitutivo che fra le altre cose diceva:
“Le infiltrazioni da parte di organizzazioni mafiose nel nostro territorio non sono una novità e le interdittive antimafia emanate a settembre dalla Prefettura di Pisa, lo dimostrano….”
E ancora: “la magistratura e le forze di polizia arrivano là dove c’è il sospetto che un crimine sia già stato commesso. E la prevenzione? È comprensibile che le amministrazioni locali e chi rappresenta imprese, professioni e lavoratori, con l’idea di salvaguardare la situazione economica, produttiva e finanziaria del territorio tendano a tenere bassa la febbre di queste malattie di sistema parlando sottovoce del problema ma, affinché la comunità tutta possa coscientemente reagire alle infiltrazioni criminose, è indispensabile che questi temi vengano trattati continuativamente”.
Con questo manifesto ci siamo presentati a tutte le amministrazioni del territorio, mettendoci a disposizione come Comitato Antimafie del Valdarno Inferiore, per collaborare in ogni forma possibile affinché il tema delle infiltrazioni mafiose e criminali nel tessuto imprenditoriale e sociale del nostro territorio diventi prioritario nell’agenda politica delle nostre Amministrazioni e qualificante del modo di operare nel nostro territorio.
Soldi Mozzi ribadisce la propria disponibilità al confronto e segnala di avere anche qualche utile idea da mettere in campo per contrastare in maniera seria il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel Valdarno Inferiore e per rendere radicale, pubblica e trasparente questa azione, coinvolgendo la comunità tutta.
SOLDI MOZZI non si limiterà ad aspettare di “essere chiamato” ma farà comunque la propria parte.
I cittadini del Valdarno Inferiore che hanno aderito al Comitato, credono non sia più il tempo di fare interventi ed assumere posizioni, per quanto serie e condivisibili, solo a posteriori, in “riparazione del danno”.
Credono invece che l’assunzione di responsabilità e di iniziativa da parte delle Istituzioni e di tutte le associazioni di rappresentanza che hanno a cuore il futuro del nostro territorio, sia urgente e improcrastinabile.
In questo senso SOLDI MOZZI apprezza particolarmente la presa di posizione della CGIL di Pisa e parteciperà, lunedì 19 aprile alle ore 12 in piazza Matteotti a Santa Croce sull’Arno al “presidio pubblico a sostegno della legalità e del lavoro e affinché si faccia presto luce su questi gravi fatti confidando nel ruolo della magistratura e degli organismi inquirenti”.
Cappelletti e Scipioni: "Forte preoccupazione"
"Le notizie circa le infiltrazioni della 'ndrangheta in materia di appalti e rifiuti in Toscana ed in gran parte all'interno del territorio della Città Metropolitana fiorentina, sono fonte di forte preoccupazione" dichiarano i consiglieri metropolitani leghisti del gruppo Centrodestra per il Cambiamento Alessandro Scipioni e Cecilia Cappelletti.
Che aggiungono: "Auspichiamo che le indagini facciano velocemente il loro corso per accertare eventuali responsabilità ad ogni livello; ma, a prescindere dalla vicenda giudiziaria, che seguirà il suo iter, chiediamo che il Presidente Gemelli della Commissione controllo in città metropolitana, convochi urgentemente una commissione al fine di verificare attentamente la conformità alla legge di tutte le procedure degli appalti che hanno riguardato le vicende in questione al fine di esaminarne ogni aspetto. Oggi la politica deve essere la prima ad imporre la volontà di fare piena chiarezza, per il bene della collettività e per tenere lontani interessi di simili losche organizzazioni dal nostro territorio".
Partito Comunista: "False promesse di Giani"
Non ci esprimiamo sul coinvolgimento personale degli amministratori locali e regionali coinvolti, sul quale dovrà fare luce la magistratura. Ma in questa storia i responsabili politici ci sono ed i nomi e i cognomi dei responsabili dovranno venire fuori. Perché un sistema di corruzione di queste dimensioni non si costruisce senza istituzioni corrotte a più livelli, dove chi deve controllare non controlla e chi deve denunciare non denuncia. Se nelle istituzioni entra il malaffare, la responsabilità politica è di chi governa. Questo orribile intreccio tra politica, criminalità organizzata e vertici dell'associazione imprenditoriale dei conciatori è ancora più vergognoso se si pensa che nelle istituzioni e ai vertici delle associazioni imprenditoriali ci sono individui disposti a distruggere l'ambiente e la salute di tutti solo per arricchirsi. Il dilagare delle mafie sul nostro territorio è conseguenza della totale delega al privato nella gestione dei rifiuti e del totale disinteresse per la salute pubblica e l’ambiente. Le false promesse fatte da Giani durante la campagna elettorale sulla salvaguardia dell’ambiente e sull'economia circolare si scontrano purtroppo con la realtà dei fatti, che descrive una Regione in cui la criminalità organizzata è ormai penetrata nelle istituzioni. Il futuro dei nostri figli non può essere soggetto alle leggi del profitto privato: un pugno di monopoli finanziari non possono determinare i destini dell’ambiente, imponendo un modello di produzione e consumo che è funzionale alla realizzazione dei propri guadagni e non del benessere e delle esigenze collettive. Non è possibile una politica in favore dell'ambiente senza mettere in discussione questo sistema economico.
Nadalutti (Ucic): "Toscana accogliente per le mafie"
Le inchieste "Keu" e “Calatruria” della DDA di Firenze stanno scuotendo la politica regionale: sono pesantissime le accuse nei confronti del segretario di gabinetto di Eugenio Giani Ledo Gori, del dirigente della Regione Edo Bernini, del consigliere regionale del PD Andrea Pieroni e della sindaca di Santa Croce e presidente del Polo Tecnologico Conciario Giulia Deidda.
Il sistema organizzato dagli esponenti dell’Associazione Conciatori di Santa Croce avrebbe coinvolto queste figure chiave del potere amministrativo locale e regionale per evitare i controlli ambientali e poter così garantire lo smaltimento illecito dei rifiuti conciari con la collaborazione di imprese controllate dalla 'ndrangheta calabrese.
In particolare, sotto l'occhio degli inquirenti sono le 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati utilizzati in maniera illegale come materiale inerte di riempimento per i recenti lavori della strada regionale 429 Empolese-Valdelsa. Si sarebbe avvelenata la nostra terra per un lungo periodo sotto gli occhi di tutti grazie a complicità e coperture politiche utili ad evitare che si procedesse a controlli e verifiche e che avrebbero favorito questa attività illecita.
Che il distretto del cuoio fosse disponibile all'ingresso della criminalità organizzata - e del suo denaro illecito da riciclare - era emerso chiaramente già dal maggio 2018 con l'inchiesta "Vello d'oro" della stessa DDA di Firenze. Che gli imprenditori e le società di depurazione spesso si liberassero abusivamente degli scarichi inquinanti non trattati, senza alcuna considerazione per le conseguenze ambientali e sulla salute dei cittadini, era evidente dai molti episodi occorsi in passato.
Ma un simile sistema di corruzione e penetrazione della ‘ndrangheta, ramificato negli organi di controllo regionale e gestito direttamente dagli imprenditori del cuoio, rappresenta qualcosa di molto più preoccupante. Dall'inchiesta emerge, infatti, che importanti poteri economici e politici della nostra regione sarebbero in combutta da anni con attività criminali ai danni dei cittadini e dell'ambiente, utilizzando a proprio piacimento i servizi della 'ndrangheta.
Da anni ripetiamo che il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nella nostra Regione è una priorità assoluta a partire proprio da alcuni settori più a rischio come quello della gestione dei rifiuti, ma anche degli appalti nel settore dell’edilizia. Questa inchiesta ne è una ulteriore e gravissima conferma, che imporrebbe ben altre scelte rispetto a quelle che si stanno prendendo. Infatti ad ogni livello si sta usano la pandemia per allentare vincoli e controlli, aumentando le deroghe e la deregolamentazione e favorendo così l’economia illegale e la penetrazione delle mafie.
Pilastri e Picchielli (Lega): "Chiediamo risposte anche all'Unione"
“Improvvisamente, le notizie apparse sui media nei giorni scorsi, relative a decine di avvisi di garanzia a diversi esponenti politici del PD e del capo di Gabinetto del Presidente Giani, Ledo Gori, hanno portato alla luce una spaventosa ipotesi di infiltrazione delle ecomafie nel nostro territorio, con gravissime conseguenze sulla salute dei Cittadini. E ci stanno mostrando che, come ha dichiarato il Procuratore Distrettuale Antimafia di Firenze responsabile dell’indagine, che <<c’è una grande pervasività economica. Questa situazione dimostra che, anche in Toscana, pecunia non olet>>. Per troppi anni ci hanno fatto credere che, qui da noi, fosse “tutt’apposto” e che, grazie all’illuminata guida della Sinistra, la Toscana e l’Empolese Valdelsa fossero immuni da queste problematiche. Così non è, il vaso di Pandora è stato aperto. E quello che è peggio, siamo di fronte ad un’ipotesi di disastro ambientale relativo all’impiego di materiali altamente contaminati nella costruzione della Strada Regionale Toscana n. 429, appena consegnata all’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa nella sua qualità di “utente finale”, responsabile della sua gestione e manutenzione”.
Il Capogruppo della Lega nel Consiglio dell’Unione dei Comuni Empolese Valdelsa, Leonardo Pilastri, non usa mezzi termini nel descrivere la drammatica situazione che sta palesandosi. “Stiamo parlando del KEU, un inerte finale derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli. Stiamo parlando di Cromo esavalente, uno dei più pericolosi contaminanti ambientali, tossico e cancerogeno per l'uomo, molto solubile in acqua, il quale, quando raggiunge la falda acquifera, si sposta facilmente creando estesi “plume” di contaminazione. Stiamo parlando di ben 8.000 tonnellate di questo rifiuto tossico, mischiato a terra ed inerti da ditte scellerate (nello stile della “Terra dei Fuochi”) e, probabilmente, utilizzato per la costruzione dei terrapieni del V lotto della SRT 429 appena inaugurato. Stiamo parlando di una infrastruttura strategica per la comunità e per l’economia della zona. Stiamo parlando di una strada attualmente gestita e manutenuta dall’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa, costata centinaia di milioni di Euro, realizzata fisicamente sotto la responsabilità della Città Metropolitana (“stazione appaltante”), appositamente incaricata dalla Regione Toscana. Un’opera, quindi, gestita dall’intera catena degli Enti locali a guida PD nel nostro territorio nel corso degli ultimi decenni. Le domande che i cittadini iniziano a porsi sono molteplici. In un quadro in cui molte di queste attengono direttamente alla responsabilità della Città Metropolitana (fra queste, quelle sui controlli che sono stati fatti sulle Ditte esecutrici dei lavori per verificare che fossero in linea con la normativa antimafia, o quelle relative ai collaudi “in corso d’opera” previsti dal Codice Civile e dalle norme vigenti in ambito appalti ed ai controlli di Legge sulla qualità dei materiali e sulla loro compatibilità con l’ambiente circostante), una deve essere indirizzata alla Giunta dell’Unione dei Comuni ed al suo presidente Falorni: nel momento in cui è stata accettata l’infrastruttura, sono state operate le opportune verifiche sui dati di collaudo? A questa domanda, il Gruppo consiliare della Lega chiederà urgente risposta alla Giunta dell’Unione. Al riguardo, si sta procedendo a richiedere la convocazione urgente di un consiglio straordinario dedicato a questa delicatissima ed importantissima questione; speriamo soltanto che non succeda come l’anno scorso quando, insieme alle altre opposizioni in Consiglio, facemmo un’azione analoga per avere informazioni ufficiali sulla pandemia COVID e dovemmo letteralmente combattere con il Presidente dell’Unione, Falorni, il quale provò in ogni modo a procrastinare la convocazione del Consiglio e a minimizzare una situazione che, poi, sfortunatamente sappiamo tutti quanto devastante sia diventata.”
Interviene sulla questione anche il Commissario della Lega Empolese Valdelsa, Andrea Picchielli, che dichiara: “Non ci vogliamo certo sostituire alla magistratura, in un quadro in cui apprezziamo enormemente il lavoro degli inquirenti che sono riusciti a scoperchiare una vasta organizzazione legata alla 'Ndrangheta. Come Lega anche per queste inchieste siamo garantisti, ma siamo preoccupati per le presunte relazioni con il mondo della politica regionale e della zona del Cuoio. Confidiamo che il lavoro della magistratura faccia piena chiarezza sulla vicenda".
Stella e Milone (FI): "Chiediamo Commissione regionale d'inchiesta"
"Come Forza Italia, chiediamo formalmente l'istituzione di una Commissione regionale d'inchiesta sulle infiltrazioni della mafia e della criminalità organizzata in Toscana. L'operazione di ieri che ha fatto emergere legami tra imprese, mondo politico e cosche della 'Ndrangheta nella nostra regione, è soltanto la punta dell'iceberg di un fenomeno che va avanti da diversi anni, con numeri sempre più inquietanti, come emerge puntualmente dai rapporti stilati da forze dell'ordine ed Istituzioni pubbliche". È quanto dichiarano Marco Stella, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, e Aldo Milone, responsabile Sicurezza del Coordinamento regionale di Forza Italia Toscana.
"Non dimentichiamoci - avvertono Stella e Milone - che nel secondo Rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione (2018) curato dalla Scuola Normale di Pisa su commissione della Regione Toscana, c'è scritto nero su bianco che, escludendo Sicilia, Campania e Calabria, secondo le statistiche ufficiali negli ultimi tre anni la Toscana è la prima regione in Italia per numero di arresti e denunce con l'aggravante del metodo mafioso e per questo si conferma un contesto economico favorevole, oltre che vantaggioso, per gli investimenti criminali. Secondo i dati della Dia (Direzione Investigativa Antimafia), infatti, sono 78 i clan che hanno sviluppato attività economiche in regione, di cui il 48% fa riferimento alla 'Ndrangheta calabrese e il 41% alla Camorra campana, mentre a Cosa Nostra e alla Sacra corona unita resterebbe solo l'11%”.
"Il modus operandi dei clan - sottolineano Stella e Milone citando gli esperti e gli investigatori - si basa da un lato sul fenomeno della corruzione che tende a farsi sistemica, e dall’altro sul metodo mafioso che trova espressione in un repertorio di messaggi, linguaggi, segnali, atteggiamenti, regole, in parte mutuati da quelle delle tradizionali organizzazioni mafiose. Come emerso a gennaio nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario a Firenze, la Toscana rimane centrale nei traffici nazionali e transnazionali di droga, e vanta numeri importanti anche nel gioco d'azzardo, nel riciclaggio, nel traffico di rifiuti, nell'occultamento di capitali criminali in particolare nel settore immobiliare e turistico-ricettivo. La Commissione d'inchiesta deve essere istituita il prima possibile, noi ci siamo già mossi con gli atti formali da presentare".
Avviso Pubblico e Libera: "Le mafie operano in modo pervasivo"
Avviso Pubblico e Libera esprimono un vivo e sincero plauso per l'importante operazione antimafia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze e condotta dai carabinieri forestali, dal Noe e dal Ros, sui reati ambientali e sugli sversamenti degli scarti del comparto conciario di Santa Croce sull'Arno (Pi). La maxi inchiesta conferma ancora una volta come le mafie operano in maniera forte e sempre più pervasiva in regioni ricche come la Toscana, diventate un mercato sempre più appetibile per investire parte dei capitali mafiosi.
Nel registro degli indagati, insieme a diversi imprenditori considerati legati alle cosche di ’ndrangheta, ci sono il capo di gabinetto della Regione Toscana e l’ex presidente della Provincia di Pisa, oggi consigliere regionale del Pd, indagati per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Sotto indagine anche il sindaco di Santa Croce sull’Arno, con le accuse di corruzione, abuso d'ufficio e di associazione a delinquere in concorso con un gruppo di imprenditori.
L'operazione nasce da un'inchiesta più ampia sulla ‘ndrangheta in Toscana che ha portato a 23 arresti e mostrato l'infiltrazione delle cosche calabresi nella Regione Toscana attraverso la gestione di più attività, dal traffico di cocaina al controllo di lavori stradali sino allo smaltimento illecito di rifiuti delle concerie.
“Abbiamo consapevolezza dell’importanza dell'inchiesta – ha dichiarato Ilaria Santi, Coordinatrice regionale di Avviso Pubblico, assessore del Comune di Prato – Con la Regione Toscana, recentemente, abbiamo avuto un incontro per valutare l'attivazione di un progetto di prevenzione contro le mafie e per la formazione degli amministratori locali, da realizzarsi con la collaborazione di tutte le istituzioni preposte, come abbiamo fatto in altre parti d’Italia. Confidiamo nel lavoro della magistratura affinché in tempi rapidi venga presto venga fatta chiarezza su ruoli e responsabilità”.
“Ci pronunciamo con la dovuta cautela, dato che si tratta di indagini in corso – ha aggiunto Don Andrea Bigalli, referente di Libera Toscana – Se si confermassero le accuse fin qui conosciute a mezzo stampa saremmo di fronte a un caso gravissimo, che ci conferma la necessità che i pubblici amministratori siano adeguatamente formati a riconoscere gli elementi delle infiltrazioni mafiose e a fondare le proprie motivazioni su un piano etico, perché il loro agire sia sempre a servizio del bene comune”.
Rossi (FdI): “Giani faccia chiarezza"
“Quello che emerge dalle intercettazioni e dagli organi di stampa è un orribile intreccio tra politica, criminalità organizzata e mondo imprenditoriale: è inquietante che ci siano individui disposti a distruggere l’ambiente e la salute di tutti solo per arricchirsi -dichiara il Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Rossi, in merito alla maxi operazione contro le infiltrazioni mafiose in Toscana che vede coinvolti anche funzionari delle istituzioni ed esponenti politici- Il Presidente Giani deve dissipare ogni dubbio, è un dovere nei confronti di tutti i toscani”.
“Le promesse fatte da Giani, in campagna elettorale, sulla salvaguardia dell’ambiente e sull’economia circolare, si scontrano con la dura realtà dei fatti, che descrive una Regione in cui la criminalità organizzata è penetrata nel tessuto economico e nelle istituzioni a quanto pare dalle notizie che abbiamo. Una Regione Toscana debole e che, nonostante anche i nostri appelli, ha sottovalutato clamorosamente il fenomeno malavitoso –sottolinea Rossi- Il gruppo regionale di Fdi aveva chiesto l’istituzione di una apposita commissione volta a fare chiarezza sul tema delle infiltrazioni mafiose in Toscana. Questa nostra proposta, immotivatamente bocciata dal Pd, trova invece le sue ragioni nell’attualità rappresentata da questa muova inchiesta della magistratura”.
“Questa preoccupante vicenda giunge in momento di estrema difficoltà economica dovuta al persistere della pandemia, anche nella zona del cuoio. Le indagini e l’azione della magistratura dovranno seguire il loro corso e ci auguriamo che possano essere individuate tutte le responsabilità per non aggiungere al danno per lo smaltimento illecito dei rifiuti conciari, la beffa per tanti posti di lavoro a rischio e per il danno d’immagine nei confronti di tanti imprenditori del settore onesti”.
Unione Inquilini: "Valutiamo esposto"
Abbiamo preso visione del Comunicato stampa rilasciato dai Sindaci di Montopoli Valdarno, Fucecchio, San Miniato e Castelfranco di Sotto evidenziamo che è il classico comunicato stampa “diplomatico” che viene emesso in questi casi, a parte un certo passaggio, che desta solo rabbia e sgomento
In passaggio incriminato è il seguente: “Il settore conciario è un ambito che, già in passato, è stato oggetto di indagini che, però, non hanno poi portato allo svolgimento di procedimenti...”
La domanda sorge spontanea. Siamo sicuri che le dichiarazioni appartengano ai Sindaci del nostro territorio o invece di un'altra Regione, Stato o Continente?
Infatti, va ricordato come anni fa lo stesso pentito Schiavone aveva dichiarato che molti rifiuti della “Terra dei Fuochi” venivano da Santa Croce sull'Arno.
Ci siamo forse dimenticati che solo pochi mesi fa sono state emesse nel nostro territorio 5 interdittive antimafia per altrettante società e non è finita tanto bene per alcune delle suddette società al Tar?
Non solo, il Sindaco Spinelli come ha fatto a dimenticare che il depuratore di Ponte a Cappiano è stato chiuso per un procedimento iniziato dalla Distrettuale Antimafia di Firenze che ci sono state almeno due sentenze di condanna di primo grado (confermate in secondo) ed con un danno ambientale calcolato in decine di milioni di euro.
Così, urta una simile affermazione contro qualsiasi valore e/o principio perché sembra di voler tacere cosa sia successo realmente.
Infine, abbiamo inviato una istanza di accesso ambientale ai comune di zona e ci ha risposto l'amministrazione di Castelfranco.
Abbiamo imviato la solita istanza a Santa Croce e Fucecchio che ad oggi non risulta ancora averci risposto.
Di conseguenza, vista la situazione, lunedì, fatte ovviamente tutte le verifiche opportune anche su eventuali errori di comunicazione , valuteremo la sussistenza dei presupposti per la presentazione di un esposto - denuncia per l'omissione nella risposta.
Landi (Lega): "Fatti gravi ma non sorprendenti"
“Quanto emerge dalle carte dell’inchiesta è grave ma non sorprendente. Grave perché lo spaccato offerto mostra una Toscana in cui le istituzioni segnano il passo di fronte a tentativi di ingerenza criminale, peraltro su un tema importante come la tutela dell’ambiente. Non sorprende, purtroppo, perché è noto ormai che la criminalità organizzata ha da tempo messo radici nella nostra regione. Le indagini faranno il loro corso, ma all’aspetto giudiziario si affianca quello politico, e stonano molti silenzi di fronte alle gravi accuse ipotizzate”.
Lo scrive in una nota il consigliere regionale della Lega Marco Landi.
Donzelli (FdI): "Fiducia minata"
"L'inchiesta sulla 'ndrangheta e la gestione scellerata dei rifiuti tossici in Toscana mostrano la pericolosa faccia di una Regione allo sbando. Le carte dell'inchiesta parlano di rapporti inquietanti fra le mafie, che usano il fragile mondo dell'impresa, e i vertici politici. Esiste oggi un grave problema di trasparenza che coinvolge direttamente e in modo molto serio Eugenio Giani: il Presidente e il Partito democratico dicano chiaramente se la Regione è oggi al servizio dei cittadini o di bande di interesse". Lo afferma il deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli.
“Questa vicenda che mina seriamente la fiducia nella trasparenza della Regione arriva dopo il disastro nella gestione sanitaria della pandemia e della campagna vaccinale. - aggiunge - La percezione fino ad oggi era di una Regione guidata in modo raffazzonato e superficiale. Oggi si aggiungono gravissime ombre sulla legalità e sulla trasparenza. Sono passati pochi mesi dall’insediamento di Giani - conclude Donzelli - e già è evidente che la Toscana non può permettersi altri quattro anni e mezzo in questo modo”.
Pd provinciale Pisa: "Siamo al fianco di chi chiede chiarezza ed esprime preoccupazione"
“Il quadro indiziario emerso dalle notizie di stampa relativo alle indagini della DDA di Firenze sullo smaltimento dei rifiuti conciari, se confermato, ci porrebbe di fronte a fatti gravi e preoccupanti – afferma la senatrice Valeria Valente, commissaria provinciale Pd –. Il rischio che l’economia toscana e il suo apparato produttivo risultino infiltrati da organizzazioni criminali, e che il loro prezioso patrimonio ambientale sia ormai danneggiato irreversibilmente, deve chiamare le comunità di questo territorio ad una risposta ferma e corale. La Toscana e il territorio pisano hanno tutti gli anticorpi necessari per reagire nel modo migliore. Noi come Partito democratico siamo pronti a fare la nostra parte”.
“Confermiamo la nostra piena e assoluta fiducia nell’operato della magistratura – prosegue –. Rispetto all’ipotesi di un coinvolgimento di amministratori del Pd ribadiamo la nostra stima verso persone che conosciamo come oneste e dedite al bene pubblico da sempre e che, come tali, sono riconosciute dalle nostre comunità. Siamo certi che potranno dimostrare la correttezza del loro operato. Alla destra, garantista a giorni alterni, la storia della Toscana non consentirà, in ogni caso, sciacallaggi o un po’ di propaganda a buon mercato su temi così delicati”.
“Come comunità del Pd, infine, ci sentiamo di condividere e di essere al fianco di chi chiede chiarezza ed esprime preoccupazione anche per la tenuta economica e occupazionale di un distretto produttivo che si è distinto nei decenni per la capacità di competere, innovando e facendo da pioniere delle migliori pratiche nel rispetto dell’ambiente e nell’adozione di un sistema a economia circolare. Anche per questo è importante che le indagini si concludano nel modo più completo e rapido possibile e che si faccia piena luce su quanto effettivamente accaduto”, ha concluso Valente.
Fantozzi (FdI): "Il caso Santa Croce deve interessare tutti. Piccole e medie imprese, patrimonio da difendere"
“La bufera che si è abbattuta su Santa Croce sull’Arno non può lasciare indifferente alcun toscano, quale che siano visioni politiche e provenienza geografica. Men che meno chi, come il sottoscritto, si occupa di questioni legate alle attività produttive” dichiara il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi, Vicepresidente della Commissione Sviluppo economico.
“Ci sono capi di accusa molto gravi rivolti a imprenditori e amministratori, e non sono mancate misure di custodia cautelare. Siamo certi che la magistratura farà in tempi rapidi e con rigore, ma anche con sobrietà, il proprio dovere, e che gli accusati avranno tutte le possibilità di dimostrare la loro estraneità ai fatti. Ma Santa Croce, polo di eccellenza mondiale della produzione conciaria e della depurazione delle acque, emblema di una imprenditoria dinamica e di un talento per gli affari che ha trasformato tanti operai in facoltosi proprietari, simbolo di un tessuto produttivo che va saputo vincere sfide importanti nel coniugare profitto e difesa dell’ambiente generando ricchezza diffusa. Santa Croce deve interessare a tutti, perché questa mazzata arriva dopo quelle inferte da recessione, da cattiva globalizzazione e infine da Covid” sottolinea Fantozzi.
“C’è il rischio, anche per come funziona il sistema mediatico, che tutti etichettino Santa Croce come luogo di ‘ndrangheta, quando invece è una terra fatta di gente laboriosa e onesta –fa notare il consigliere regionale- E questo potrebbe essere veramente un rovescio definitivo che avrebbe contraccolpi tremendi su tutta la Regione (pensiamo solo alle interdipendenze col settore della moda) . Farò tutto quanto in mio potere per poter affrontare anche in commissione gli aspetti economici e sociali della inchiesta. Lo ritengo doveroso, anche perché credo nella missione delle piccole e medie imprese che ogni giorno rappresentano il vero biglietto da visita del nostro Paese”.
Gandola (FI-centrodestra per il cambiamento): "Riportare lotta alla mafia in cima alle priorità"
La Toscana e tutta l’area metropolitana fiorentina sono oramai terra di conquista della Mafia, la denuncia della fondazione Caponnetto e l’attacco sferzato a tutta la classa politica che per tanti anni ha preferito ignorare l’evidenza che le organizzazioni mafiose e criminali stavano radicandosi anche da noi, non può lasciarci indifferenti. Il quadro che sta emergendo in questi giorni è allarmante e deve richiamare la politica ad affrontare di petto la questione. Oggi il fallimento di chi governa i nostri territori è evidente ed inoppugnabile.
Così si esprime Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia - centrodestra per il cambiamento all'indomani della notizia dell’inchiesta e degli arresti sulle infiltrazioni mafiose e sull’utilizzo dei rifiuti per il rilevato stradale della 429 tra Empoli e Castelfiorentino.
Quanto emerso mette in luce un quadro allarmante, al riguardo come si conviene usiamo il massimo della cautela, essendo noi garantisti a tutti gli effetti, ma non possiamo al momento non capitolare di fronte al sistema che si sembrerebbe configurarsi.
Quello delle infiltrazioni mafiose - prosegue il consigliere - è tuttavia un tema che oggi è scomparso, o quasi, dai radar della politica e che invece dovrebbe ritornare prepotentemente d'attualità visto che la crisi economia determinata dalla pandemia potrebbe spalancare le porte alla mafia e alle organizzazioni criminali. Dalla magistratura, dunque, ci aspettiamo che faccia velocemente quanto di sua competenza accertando i fatti e tutti i reati ipotizzati ma fin da ora chiediamo alla politica di inaugurare una nuova stagione che riporti la lotta alla mafia in cima alla lista delle priorità dell’agire quotidiano.
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