“Apprezziamo l’impegno del Sindaco Nardella per la ripartenza delle citta d’arte e ne condividiamo le proposte. Il passaporto vaccinale, per esempio, potrebbe essere utilissimo per sostenere l’economia della nostra città, ma solo quando tutti saranno vaccinati e non si creerà alcun discrimine tra chi ha avuto la possibilità (non la scelta) di vaccinarsi e chi no. Le discriminazioni, infatti, in campo economico si trasformano facilmente in concorrenza sleale. Mi auguro che per la stagione delle grandi fiere internazionali come Pitti, che non è solo grandi marchi, ma soprattutto la filiera artigianale che sta alle spalle delle grandi griffe, possiamo essere a buon punto”.
Così Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana, commenta l’esito dell’incontro tra Nardella e il ministro del Turismo Massimo Garavaglia.
“Il problema, adesso, sta nella lentezza delle vaccinazioni. In attesa, però, potrebbero essere adottate modalità in vigore in altri paesi. Per esempio, rendere disponibili, gratuitamente, in tutti i quartieri della città, un numero sufficiente a non creare assembramenti di spazi per l’effettuazione di tamponi rapidi e consentire l’accesso ad attività adesso chiuse, come parrucchieri, estetisti, commercio di generi non di prima necessità, solo a coloro che hanno un test negativo al virus da non più di 48/72 ore a seconda del tipo di test effettuato (antigenico o PCR)” prosegue Cioni.
Ok da parte dell’associazione di categoria che rappresenta l’artigianato anche alle proposte e strumenti risolutivi del problema affitti elaborate da Leonardo Bassilichi e Leonardo Focardi.
“Ridurre i costi fissi di gestione è imprescindibile, ma parimenti importante è che, in vista di una ripartenza che ci aspettiamo sì graduale, ma con date certe, venga messo in campo un sistema di sostegno economico-finanziario che guardi alla liquidità delle imprese – prosegue Cioni – Fino ad ora il credito bancario è stato utilizzato per resistere, ma adesso occorre per ripartire: indispensabile che sia concesso con costi i più bassi possibile. Il rischio, in caso contrario, è quello di alimentare una crisi economica strutturale che metterà a rischio la stessa coesione sociale”.
Fonte: Ufficio Stampa
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