A San Romano si manifesta per le riaperture con la solidarietà verso le attività chiuse: il Comune di Montopoli riceve una delegazione di commercianti
"Chiuso per solidarietà nei confronti dei nostri amici". Così recitavano gli avvisi attaccati dai commercianti di San Romano sulle loro saracinesche abbassate. Questa mattina tutti i negozi della frazione di Montopoli in Val d'Arno erano chiusi, anche quelli che nella zona rossa Covid potrebbero offrire al pubblico i propri servizi. L'iniziativa, sostenuta dal Centro Commerciale Naturale di San Romano, è nata in sostegno a quelle categorie, come parrucchieri ed estetiste, che ad oggi non possono ancora tornare al lavoro. Si è creata così una catena di solidarietà tra coloro che possono esercitare la propria professione nella propria attività e chi, a quasi cinque settimane dall'inizio della zona rossa nel Cuoio, ancora non ha potuto riaprire.
Dopo un primo ritrovo in piazza Santa Chiara, di fronte al Santuario, una delegazione di commercianti è stata ricevuta dall'amministrazione comunale alla quale ha presentato le proprie richieste. Sindaco e assessori hanno dialogato con gli esercenti, sottolineando il perdurare di un quadro epidemiologico serio nel territorio ma dall'altro lato la necessità di dare risposte alle istanze del settore.
"La mia attività non è più pericolosa di chi ad oggi sta lavorando, non contribuisce ad alzare i casi Covid e non peggiora la situazione che stiamo già vivendo". Questi i motivi per cui, tutti i negozianti, chiedono di poter aprire anche nella zona rossa Covid.
"Le regole in ogni caso ci sono e vanno rispettate - dice il sindaco Giovanni Capecchi - la situazione generale non è delle migliori. Abbiamo dati molto alti e gli ospedali sono in sofferenza, per questo siamo in zona rossa. Bisognerebbe però - continua il primo cittadino - valutare se le istanze dei commercianti possano essere accolte perché, quando dicono che la loro attività non crea pericolosità ulteriore allo svilupparsi del virus, credo che non abbiano tutti i torti. Dobbiamo anche noi come istituzione fare presente e portare le loro istanze laddove questo tema può essere discusso e portato ad una soluzione".
Si tratta dunque di due facce di una medaglia, entrambe da tenere in considerazione. Da un lato nel Cuoio, come rimarcato ai presenti dal sindaco, il dato dei 250 casi su 100mila abitanti è ancora oltre la soglia. "La zona rossa da quasi cinque settimane non è che abbia portato notevoli benefici poiché i dati che abbiamo dimostrano una situazione nei nostri territori stabile. Se non riusciamo ad abbassare l'indice dei contagi, i nuovi casi giornalieri e di conseguenza la capienza degli ospedali, dovremo continuare a scegliere situazioni di cautela maggiore rispetto ad altre zone". Ma, dall'altro lato della medaglia, "se questo dato non scende, per accogliere le istanze di queste persone, dovranno essere valutate soluzioni diverse. Bisogna in questo momento - conclude Capecchi - trovare il dovuto equilibrio tra le attività che non possiamo permetterci di chiudere tutte e il virus, che non tende a scendere".
Non è la prima volta che sindaco e assessori ricevono i titolari delle attività in Comune. Venerdì scorso parrucchieri ed estetiste avevano già presentato le richieste del settore all'amministrazione di Montopoli. "I nostri commercianti si sono sentiti in dovere di sostenere la nostra posizione - spiega Elena Fariello, titolare di 'Via Cavour 98', centro di benessere per la persona - perché a distanza di tempo abbiamo visto che le misure prese e messe in atto non sono state efficaci e risolutive. Chiediamo di rivedere il modo di tenere sotto controllo la pandemia per poterci convivere, e dare le possibilità alle attività di riprendere la propria gestione in sicurezza e al cittadino di godere del proprio benessere quotidiano".
Al momento le zone rosse, nella Toscana arancione, sono previste fino a sabato 17 aprile. Come ogni venerdì i territori sapranno in quale zona si troveranno la settimana successiva. "Vogliamo delle risposte immediate e non delle prese in giro come ad esempio 'forse apriremo sabato alle due'. Sappiamo che con i dati che abbiamo in mano non sarà possibile". Fariello ha concluso con un appello ai comuni limitrofi che si trovano in zona arancione. "I dati che oggi abbiamo nel Cuoio potrebbero essere ribaltati a Santa Maria a Monte e Pontedera quindi anche loro dovrebbero sostenere, come stanno facendo, questa nostra posizione".
Margherita Cecchin
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