Chiesto il rinvio a giudizio per l'ex presidente della Regione Enrico Rossi. Il reato contestato è falso ideologico e i fatti risalgono alla campagna elettorale del 2015 per la elezione del Presidente della Toscana, vinta da Rossi con il 48%.
Le indagini mirano alle spese per la campagna elettorale. Rossi avrebbe indotto in errore il collegio regionale di garanzia elettorale presso la corte di appello di Firenze, dichiarando di aver speso circa 59.000 per la campagna elettorale, a seguito di contributi ricevuti per circa 70.000 euro, mentre in realtà avrebbe ricevuto e speso denaro ulteriore per circa 600.000 euro.
Chiesto un processo anche per Luciano Bachi, commercialista e mandatario elettorale di Rossi.
In sostanza l'accusa afferma che Rossi e Bachi avrebbero dichiarato il falso per aggirare la norma regionale che obbliga a spendere massimo 125mila euro per le spese elettorali. Il legale di Rossi, Gaetano Viciconte, spiega invece che buona parte delle spese siano state impiegate prima dell'inizio della campagna elettorale. In più, Rossi non potrebbe essere accusato di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico perché la posizione di Rossi come candidato alla presidenza sarebbe di privato cittadino, non di pubblico ufficiale. Infine la violazione non configurerebbe un illecito penale ma una multa.
Rossi indagato, la replica: "Calcolo della procura è sbagliato"
"Non viene contestato come illecito nessun finanziamento che ho ricevuto; tutti i finanziamenti che ho ricevuto sono stati verificati e su nessuno di essi è stato trovato nulla da ridire. Mi viene solo contestato di aver superato il tetto di spesa fissato per la campagna elettorale. Noi, io e il mio legale, crediamo che sia invece il calcolo della procura ad essere sbagliato. Lo abbiamo dimostrato nella nostra memoria. Quel tetto noi lo abbiamo rispettato".
Così l'ex governatore toscano Enrico Rossi in riferimento all'inchiesta della procura di Firenze che lo vede indagato. "Conseguentemente - prosegue Rossi - mi viene contestato anche il falso ideologico, un'accusa che viene rivolta esclusivamente a funzionari pubblici ma che non può essermi rivolta perché ovviamente ho firmato il bilancio per la campagna elettorale non da presidente ma da privato cittadino. Si tratta dunque di aspetti formali di cui si occupa il mio legale".
Le reazioni
Lega: "Rossi indagato, fatto da non minimizzare"
“Lungi dal volerci sostituire alla Magistratura, di cui abbiamo la massima fiducia - affermano i Consiglieri regionali della Lega - non può passare inosservata la notizia che riporta come l’ex Presidente della Regione Enrico Rossi, sia sotto indagine. Il capo d’imputazione farebbe riferimento alla campagna elettorale del 2015 e segnalerebbe un falso nella rendicontazione dei contributi avuti dall’esponente Pd in quel periodo. Ovviamente solo a maggio sapremo la decisione del Gup, ma già essere finito sotto inchiesta ci allarma particolarmente. Nel confermare il nostro spirito garantista auspichiamo che venga fatta piena luce su una vicenda che, se confermata, sarebbe estremamente grave."
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