Commercio e attività in protesta a Firenze: "Fateci riaprire o riapriremo da soli!"
Confcommercio Pisa alla manifestazione di protesta martedì 13
“O ci fanno riaprire, oppure dal primo maggio in poi riapriremo da soli!”. Sono perentori i vertici di Confcommercio Provincia di Pisa nell'aderire alla manifestazione di protesta di martedì 13 a Firenze, davanti alla Prefettura, insieme a tutte le Confcommercio della Toscana: “Abbiamo la responsabilità di una amplissima fetta delle 24 mila imprese provinciali del commercio, del turismo, dei servizi e delle professioni che da oltre un anno subiscono una oggettiva impossibilità di lavorare, che li ha impoveriti oltre misura, che vivono senza sostegni adeguati e che rischiano di scomparire per sempre” - annunciano Federica Grassini e Federico Pieragnoli, rispettivamente presidente e direttore di Confcommercio: “Migliaia di aziende e imprese familiari non ce la fanno più, continuano a fare enormi sacrifici e stanno pagando sulla loro pelle la tutela della salute pubblica, mentre al contempo c'è chi si arricchisce proprio sfruttando una sleale posizione di vantaggio. Per questo martedì gli imprenditori pisani saranno protagonisti insieme a quelli di tutta la Toscana sotto il palazzo della Prefettura per ribadire che, o ci danno una data certa di riapertura oppure dal primo maggio in avanti noi riapriamo”.
“Qui di rosso si sono solo i conti delle nostre aziende indebitate” - aggiungono presidente e direttore” - “mentre la politica non è stata in grado di comprendere in alcun modo le richieste e le responsabilità che gli imprenditori sarebbero stati in grado di sostenere proprio sotto il profilo della sicurezza sanitaria. Con risultati catastrofici sotto tutti i punti di vista, economico, sociale, ma anche sanitario, perché mentre le attività restano chiuse da ottobre i contagi non si abbassano, dimostrazione evidente che il virus si trasmette in altro modo”.
L'invito della presidente Grassini e del direttore Pieragnoli è rivolto a tutti, commercianti, imprenditori, partite Iva a partecipare martedì 13 alle ore 11 sotto il palazzo delle Prefettura di Firenza in via Cavour.
Pieragnoli: "Chiusure non possono essere l'unica strada"
"Le imprese vogliono solo riaprire, anche con protocolli stringenti, anche solo con entrate su appuntamento, anche con altre condizioni da discutere con il CTS, con i ministeri, con le prefetture e le Asl. Ma servono subito termini precisi e una programmazione condivisa". Esordisce così la presidente provinciale Confcommercio nello spiegare la motivazione per cui l'associazione provinciale sarà con Confcommercio di tutta la regione a protestare sotto la prefettura di Firenze martedì 13 aprile. "Il commercio, il turismo, i servizi alla persona pagano inutilmente ritardi altrui per la campagna di vaccinazione, e intanto in più di un anno la politica delle zone non ha limitato i contagi. E anche se dal 12 aprile buona parte della Toscana sarà di nuovo arancione, le restrizioni agli esercizi di somministrazione alimentare impediscono di fatto lo svolgimento delle normali attività. Per questo il 13 aprile Confcommercio Livorno alle 11 sarà a Firenze per la manifestazione convocata dal nostro livello regionale".
Dopo la protesta degli ambulanti livornesi, e nello stesso giorno in cui il mondo dei pubblici esercizi si riunisce a Roma, la Confcommercio Toscana ha infatti chiamato delegazioni di tutta la regione a chiedere al prefetto del capoluogo di farsi portavoce delle loro richieste. Ma anche a dire che, se non cambia qualcosa entro il mese di aprile, il primo maggio le imprese del terziario riapriranno anche senza permesso.
"Il sistema economico del terziario di mercato è esasperato e gli imprenditori si sentono trattati ingiustamente" precisa il direttore provinciale Confcommercio Federico Pieragnoli. Le chiusure e le restrizioni alle nostre imprese non possono essere l'unica strada. Chiediamo rispetto e attenzione alle istituzioni, e un'alternativa ai lockdwon che fino ad oggi è mancata completamente. Altrimenti il prossimo 1 maggio saremo costretti a ad tirare su le saracinesche anche contro il parere delle istituzioni".
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