I carabinieri di Siena hanno dato esecuzione a un “decreto di fermo di indiziato di delitto” emesso dalla locale Procura nei confronti di 8 soggetti, appartenenti a un gruppo criminale di etnia sinti, dedito a “rapine” e “furti aggravati” ai danni di bancomat e non solo e alla “ricettazione” dei relativi proventi. Il provvedimento è stato adottato dall’AG procedente, d’intesa con il personale operante, ravvisandosi pericolo di fuga da parte degli interessati.
L’indagine in esame, avviata dall’analisi di alcuni furti in abitazione consumati nella provincia di Siena ha consentito di definire i ruoli e i compiti degli indagati, evidenziandone le responsabilità in 2 rapine – di cui una a mano armata con travestimenti da falsi Carabinieri -, 4 spaccate ai danni di istituti di Credito e 10 furti in abitazione consumati nella Provincia di Siena nel periodo agosto – dicembre 2020.
Ulteriori approfondimenti saranno comunicati nel corso della conferenza stampa che si terrà alle 12 presso il Comando Provinciale di Siena
Falsi posti di blocco, rapine e furti tra Senese, Aretino e fuori regione: la ricostruzione
Otto i fermati tra Assisi (Perugia), Teramo e Tivoli (Roma), componenti del gruppo di etnia sinti finito al centro delle indagini di carabinieri e magistratura di Siena. Rapine, furti ma anche falsi posti di blocco organizzati con travestimenti da carabinieri, lampeggianti, pettorine e palette il tutto per impossessarsi di auto di lusso. Ci sarebbero altri 11 indagati.
Come spiegato dai militari in conferenza stampa, due gli episodi dei falsi posti di blocco: uno in Umbria e l'altro, che però non avrebbe portato ad alcun risultato, nel Senese.
Ai destinatari del provvedimento di fermo indiziato di delitto tra loro fratelli, cugini e nipoti, sono stati attribuiti più colpi. Due rapine tra le province di Siena e Arezzo, quattro furti aggravati con spaccata ai danni di sportelli bancomat tra Roma e Perugia, dieci furti nelle province di Siena e Macerata.
I furti ai bancomat, in particolare, avvenivano sempre secondo la stessa modalità. A effettuare sopralluoghi sarebbero state donne del gruppo poi, gli uomini, intervenivano con carroattrezzi rubati e fuggivano a bordo di auto, anch'esse rubate. In due di questi furti il bottino è stato di almeno 100mila euro.
Per l'identificazione dei soggetti i carabinieri si sono serviti di tabulati telefonici ed intercettazioni ambientali. Furti e rapine non si sarebbero mai fermate, neanche durante il lockdown della primavera del 2020, come sottolineato alla conferenza stampa a cui ha partecipato anche il procuratore capo di Siena Salvatore Vitello che ha definito l'organizzazione "spregiudicata e formata da abili criminali".
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