Geotermia, definite le aree non idonee in Toscana

Le commissioni Territorio ed ambiente e Sviluppo economico, presiedute da Lucia De Robertis e Ilaria Bugetti (entrambe PD), in seduta congiunta, hanno licenziato a maggioranza la modifica al Piano ambientale ed energetico della Toscana (Paer), per l'individuazione delle aree non idonee (Ani) all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte geotermica.

Contestualmente è stata revocata la deliberazione del 7 luglio 2020. Si tratta, infatti, di una nuova adozione dello stesso piano presentato nella scorsa legislatura, ad eccezione della relazione ambientale e la sintesi non tecnica, che erano state pubblicate in modo incompleto. Questo il motivo della nuova adozione, cui seguiranno le osservazioni, che saranno esaminate insieme a quelle già pervenute.

La non idoneità si riferisce all'impianto nella sua complessiva filiera di estrazione (pozzo) ed utilizzo della risorsa (centrale), non si riferisce alle infrastrutture di collegamento quali linee elettriche, termodotti, strade. Il tema della non idoneità non investe l'intera fase della ricerca: le limitazioni sono soltanto quelle eventualmente imposte in sede di valutazione di impatto ambientale (Via) anche perché per la risorsa geotermica, diversamente dalle altre fonti (sole, vento,biomassa, acqua, ecc.), è fondamentale conoscere nel dettaglio le caratteristiche del campo geotermico e del fluido stesso e quindi determinare se sia praticabile lo sfruttamento della risorsa e, in caso positivo, stabilire tipologia e potenza degli impianti. Le Ani non possono “in alcun modo limitare l'ambito della ricerca mineraria”.

La proposta di modifica al Paer contiene uno specifico allegato che andrà ad individuare le aree non idonee costituendo una sorta di inquadramento delle vincolistiche a tutela del paesaggio, dell’ambiente e della produzione agricola, e “offrendo ai potenziali produttori un quadro certo e chiaro di riferimento per orientare le scelte localizzative degli impianti”. Considerato che la modifica del Paer produce effetti territoriali e comporta variazioni agli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica, i criteri individuati dovranno essere coerenti con il Piano di Indirizzo Territoriale (Pit).

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Il quadro conoscitivo di riferimento

Attualmente le concessioni geotermiche in essere sono nove, tutte intestate ad Enel Green Power S.p.A.; comprendono 34 centrali (37 gruppi di produzione) con una potenza installata netta di 761 MW (916 MW di potenza installata lorda), cui si andranno ad aggiungere i 20 MW, autorizzati ma non ancora in esercizio, della nuova centrale Monterotondo”. La produzione è pari a circa 5,8miliardi
di Kwh, il 30 per cento dell'energia elettrica totale prodotta in Toscana.

Le nove concessioni si estendono sul territorio di 17 Comuni delle province di Pisa, Siena e Grosseto. Sono sviluppate inoltre attività di ricerca, anche da parte di società diverse da Enel, per iniziare la produzione di energia elettrica da media entalpia: i permessi di ricerca in corso sono 18, per tre permessi è stato effettuato il riconoscimento della risorsa (si sta aspettando che le società presentino istanza di concessione), mentre in due casi è in corso il procedimento per il rilascio della concessione; sono inoltre presenti sul territorio regionale cinque permessi “pilota” di competenza statale e quattro nuove istanze di permessi ordinari.

Il Paer attualmente in vigore prevede un incremento della potenza geotermolettrica in Toscana (basato per lo più sullo sviluppo degli impianti a media entalpia) pari a circa 150 MW, così come ipotizzato dalle previsioni del Burden Sharing per la nostra regione.

Le Aree non idonee
Sono strumento introdotto dal Decreto ministeriale del 2010 (Linee guida nazionali per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili). Consentono di individuare delle aree e dei siti non idonei alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. È disposto che vengano individuate dalle Regioni nell'ambito dei propri atti di pianificazione energetica.

Si tratta di uno strumento che non si configura come divieto preliminare, ma come atto di accelerazione e semplificazione dell’iter di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio, anche in termini di opportunità localizzative offerte dalle specifiche caratteristiche e vocazioni del territorio.

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Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

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