“Quanto le indagini giudiziarie stanno portando alla luce sul coinvolgimento di alcuni politici e funzionari delle amministrazioni comunali di San Vincenzo e Livorno è estremamente grave ed induce una profonda riflessione. Funzionari pubblici e rappresentanti istituzionali, in pieno conflitto d’interessi od addirittura al centro di inchieste per corruzione, sono accusati di aver fatto uso del proprio ruolo per tornaconto personale o comunque privato. La Magistratura, attraverso le rispettive indagini, appurerà le responsabilità penali.
Sul piano politico, tuttavia, la questione pone all’attenzione il rapporto di fiducia tra le istituzioni locali ed i cittadini. Il sindaco di San Vincenzo, Alessandro Bandini, si è dimesso. Al Consiglio comunale di Livorno chiediamo di istituire una commissione d’inchiesta sui fatti al centro dell’indagine giudiziaria senza però porre limiti temporali all’inchiesta stessa. Come Pci chiediamo una forte pressione da parte dell’opinione pubblica sulla duplice vicenda. Non è ammissibile che chi svolge un ruolo pubblico favorisca questo o quel soggetto od addirittura si ponga al centro di episodi di corruzione. Queste reti di clientele, se accertate, devono essere spazzate via dal costume amministrativo delle nostre comunità”.
Così Luigi Moggia, segretario della Federazione provinciale di Livorno del Pci, sulla questione che vede accusato di corruzione il sindaco Bandini di San Vincenzo, inchiesta che coinvolge anche l’attuale segretario generale del Comune di Livorno, Nicola Falleni, già dirigente presso il Comune di San Vincenzo, nonché sull’altra vicenda giudiziaria che ha portato agli arresti o all’accusa di alcuni dipendenti del comune di Livorno.
“Livorno, la città e la sua provincia, le popolazioni meritano verità e rispetto. Lo sconquasso legato agli ultimi accadimenti ha lasciato un segno indelebile e il rammarico che il nostro territorio non è estraneo a situazioni estremamente negative riguardanti corruzione vera o presunta”, aggiunge Lorenzo Cosimi, esponente della segreteria provinciale e responsabile regionale delle questioni del lavoro del Pci.
“Chi governa in modo titubante a livello locale non può dimenticare che occorre fare chiarezza e che il popolo deve sapere cosa realmente sta accadendo. Data la centralità del settore pubblico, i cittadini devono essere parte attiva di una comunità. Livorno, la sua gente, i giovani ed i lavoratori, sono stanchi. Dopo anni in cui il territorio ed i suoi siti produttivi sono stati distrutti dalla crisi economica, dove la pandemia da Covid da oltre un anno sta ponendo a dura prova la resistenza economica, servirebbe sentire le istituzioni come luogo di tutela del cittadino. Invece questo è lasciato solo a se stesso e in balia di notizie contraddittorie. Non è per questo modo di amministrare le città ed i territori che chi ha costruito l’Italia repubblicana ha combattuto e perso la vita. Non è questa la democrazia realizzata dai padri costituenti e non è questa la gestione della cosa pubblica da loro concepita. Noi comunisti crediamo che occorra un’altra società. Il cittadino non deve essere vittima del rapporto tra governati e governanti ma l’attore principale del cambiamento”.
Ufficio stampa del Pci Toscana
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