Diciamolo subito. Nascondere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi, non è il modo migliore per affrontare le cose. Personalmente non l’ho mai fatto e non lo farò adesso: ho accettato di lavorare nelle Istituzioni per essere di aiuto, come prima ma in un luogo diverso, dove si può provare ad essere più incisivi, a patto di potermi sempre guardare allo specchio la sera e riconoscermi, ogni volta lo stesso, dalla parte dei diritti di tutte e di tutti. Perciò no, non starò in silenzio perché il silenzio si mangia anche il buono che c’è. E del buono c’è.
Sapete bene che, qualche mese fa, da un letto d’ospedale in un reparto Covid, ho comunque continuato a lavorare, come ho potuto, aiutato da validi assistenti ad una risoluzione che ha permesso, questo è sotto gli occhi di tutti, l’INIZIO della vaccinazione degli “estremamente vulnerabili” in Toscana. Grazie soprattutto ai miei colleghi, e a tutto il Consiglio che ha accolto il mio stimolo, siamo stati I PRIMI in Italia e dobbiamo riconoscere il grande lavoro svolto.
Così come dobbiamo riconoscere che da quasi un mese non ci sono decessi nelle RSA, per fortuna, perché anche in quello siamo partiti subito con le vaccinazioni (già a fine dicembre) e ora quegli anziani sono protetti al meglio. E infine, abbiamo vaccinato per primi e più di tutti, rispetto alle altre regioni, il personale scolastico, mettendo così in sicurezza non solo i nostri ragazzi ma anche chi, a casa, vive con loro (anziani fragili compresi).
Tutto questo accompagnato da un grande lavoro fatto sulla cura, sulla prevenzione e sul tracciamento dei casi, frutto di un sistema sanitario eccellente, pubblico, che ha provato a non lasciare indietro nessuno sui territori organizzando le unità USCA e GIROT. Donne e uomini che hanno sacrificato vita privata e salute personale, insieme a tantissimi altri dentro i reparti, e che non smetteremo mai di ringraziare.
Per giorni, in queste settimane, ho risposto alla gioia e al sollievo che con gratitudine mi veniva espresso da genitori, figli o amici delle persone “estremamente vulnerabili” che per prime si sono vaccinate o hanno ricevuto la chiamata dell’ASL. Che poi fa pure strano, se ci pensate: siamo arrivati a dire “grazie” per ciò che dovrebbe essere un diritto scontato, immediato, e a dirlo addirittura a chi quel vaccino non lo ha iniettato né tantomeno realizzato o scoperto, bensì a un normale consigliere regionale il cui merito è stato quello di aver spinto affinché fosse presa una “decisione”, perché più di quello singolarmente non può purtroppo fare.
Ma fatta la regola, si sa, deve poi essere applicata da chi la macchina la fa girare. Ecco allora che i limiti del programma di vaccinazione sono venuti fuori, soprattutto a livello nazionale: avere un numero enorme di persone da vaccinare in Toscana, di fragili, a fronte di appena un terzo di dosi a disposizione, ha generato un caos comunicativo per le famiglie, ma anche un ingorgo per la piattaforma di prenotazione che, durante il click-day, non ha dato un servizio efficiente collassando per le troppe richieste in pochi minuti. E così via ai dubbi, allo sconforto e alle perplessità diffuse, anche da parte di chi sta facendo del suo meglio per arginare i danni e provare a risolvere ciò che è andato storto e si poteva, doveva, fare meglio.
Scrivo questo post non certo per scaricare colpe verso qualcuno in particolare, perché non spetta a me dire cosa non abbia funzionato in Toscana e il perché. Non lo scrivo, nemmeno, per salvarmi in calcio d’angolo dato che io, in questa partita, sapete bene essere al centrocampo come tutti quei cittadini fragili che non sanno come fare, quando, dove, perché. Che ha paura, perché quella resta comunque, anche con tutte le migliori rassicurazioni, specie se hai già rischiato grosso una volta.
Scrivo questo post perché mi sento di chiedere comunque SCUSA. Lo faccio pur sapendo di non avere responsabilità, rivendicando ruoli e posizioni. Ma chiedo SCUSA lo stesso, perché sono estremamente vicino a chi mi ha votato, sostenuto, voluto bene, semplicemente seguito... e che adesso, magari, è in preda allo sconforto. Quelle persone che in questi giorni sto ascoltando, tantissime, e per le quali provo a fare da tramite raccogliendo risposte e informazioni.
Ecco, tutti questi si meritano il coraggio del non silenzio, perché l’onestà è questo e di onestà io voglio sfamarmi: in Toscana c’è un problema, e dobbiamo dirlo, devo dirlo.
Per il resto, ricordiamo anche che stiamo risalendo. Alle 16:30 di ieri sono stati 142.157 gli ultra-ottantenni vaccinati, pari al 45.22%.
Con le prossime dosi in arrivo, finalmente, si prevede di rimetterci in pari entro la fine di aprile. Certo, siamo ancora lontani, non è abbastanza, si poteva fare meglio, qualcosa verrà cambiato... e io continuerò a monitorare e a raccontarvi, come sempre, sollecitando chi di dovere. Con la stessa trasparenza e sincerità che mi ha portato a fare questo post. Con lo stesso impegno, per quel che posso, perché credo ancora nella buona politica.
Perché in Toscana c’è un problema. E prenderne atto, penso io, è il primo passo per provare a risolverlo.
Grazie a chi continua a credere nel mio impegno, anche quando la rabbia potrebbe accecare. Un impegno talvolta controcorrente, ma dalla parte di ognuno. Anche di me stesso, anche quando parlare è scomodo.
Iacopo Melio, consigliere regionale Pd
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