È finita dopo vent'anni con la sentenza favorevole della Corte d'appello di Firenze l’odissea di un risparmiatore che si era rivolto a Confconsumatori Toscana per ottenere risarcimento in seguito alla perdita in un titolo di Stato argentino.
Fino a maggio 2000 il risparmiatore aveva sempre investito in Bot e Cct italiani: uno zelante funzionario di banca però lo aveva invitato a investire in titoli dello Stato argentino, asserendo che fossero sicuri come quelli italiani, trattandosi di titoli di Stato. Dopo pochi mesi l’Argentina aveva dichiarato il default e non aveva rimborsato i 13 mila euro investiti, i risparmi di una vita. Il risparmiatore aveva allora fatto causa alla banca, ma il tribunale in primo grado – nonostante le fondate eccezioni – aveva dichiarato che il risparmiatore, in quanto avvocato, era sicuramente preparato in materia di strumenti finanziari e che le carte erano tutte firmate, quindi il contratto quadro era valido. Ritenendo ingiusta la sentenza di primo grado, l’associato a Confconsumatori ha proposto appello e ora la Corte d’appello di Firenze ha ribaltato il verdetto, rilevando che il giudice di primo grado aveva sbagliato nel ritenere valido quel contratto quadro, che era vistosamente nullo.
«Il contratto quadro firmato nel 1992, che prevedeva la sottoscrizione di titoli anche telefonicamente – spiegano da Confconsumatori – è affetto da nullità sopravvenuta, in quanto non conforme alla normativa imperativa intervenuta col Testo unico nel 1998. Infatti il risparmiatore non aveva mai firmato l’ordine di acquisto e non aveva ricevuto in forma scritta le informazioni connesse al rischio di quei titoli stranieri». Dunque la banca è stata condannata a riprendersi i tango bond venduti e a restituire la somma spesa dal risparmiatore, oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria, con la condanna al pagamento delle spese legali dei due gradi di giudizio.
«Da anni – ricordano a Confconsumatori – chiediamo l’istituzione di sezioni specializzate di magistrati in ambito di risparmio, così come avviene per le cause d’impresa e di lavoro, per armonizzare la giurisprudenza e non costringere i risparmiatori ad appelli e ricorsi particolarmente lunghi».
Confconsumatori prosegue così la tutela dei risparmiatori traditi in Toscana e nel resto d'Italia. Lo sportello di Firenze, in via Modena 23, è a disposizione per affrontare casi simili; è possibile chiamare il numero 055 585564 oppure scrivere a firenze@confconsumatoritoscana.it.
Fonte: Ufficio stampa
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