Operazione all'alba della polizia a Castelfranco di Sotto per un 50enne fiorentino, Francesco Lupino, accusato dell'omicidio e della soppressione del cadavere di Khrystyna Novak, 29enne ucraina scomparsa dalla località Corte Nardi il 9 novembre scorso. L'uomo adesso si trova in carcere.
Quest'oggi si è tenuta una conferenza stampa in procura a Pisa alla presenza del procuratore capo Alessandro Crini. Le indagini sono state eseguite dagli investigatori della Squadra Mobile di Pisa, del Servizio Centrale Operativo di Roma e della Polizia scientifica di Firenze e Roma.
Secondo la ricostruzione investigativa sposata dal Gip, Lupino avrebbe ucciso Novak tra la sera dell’1 e la notte del 2 utilizzando la pistola che aveva in possesso. Sarebbe successo in casa di Gonzalez, per poi sopprimere il cadavere e cancellare (non completamente) le tracce del delitto tra la sera stessa e la sera successiva (quella tra il 2 e il 3). Poi, per simulare l’allontanamento volontario della stessa, avrebbe usato il cellulare della stessa, per indirizzare le indagini definitivamente verso un allontanamento volontario della ragazza.
Omicidio Khrystyna Novak, i fatti
I fatti risalgono a novembre scorso. La giovane sarebbe scomparsa all'indomani dell'arresto e del trasferimento in carcere del suo fidanzato, un imprenditore 40enne. I due vivevano in una villetta a Orentano, frazione di Castelfranco. Lei non venne più trovata e anche il cellulare dopo 24 ore non mandò più segnali. Le ricerche andarono anche nella direzione delle tracce 'telematiche', ma senza riscontri visibili.
Un importante indizio fu il ritrovamento nella boscaglia vicina di una maglietta, riconducibile a Khrystyna perché identificata dal suo compagno dal carcere. In un mobiletto in casa ci sono le chiavi di casa della Novak, le chiavi dell’autovettura del Gonzalez, e in una borsa tutti i documenti di identità della ragazza. Infine un altro elemento che ha sollevato dubbi è quello del cane della giovane, trovato e recuperato dalle amiche a sparizione già avvenuta. Era in camera e non sarebbe stato in grado di scendere in quel periodo sia dal letto che dalle scale, ma le giovani lo hanno sentito e visto grattare alla porta di casa.
La madre di Khrystyna Novak ha lanciato numerosi appelli, sia sulle pagine dei quotidiani che in televisione, chiedendo qualsiasi segnalazione possibile per aiutare le indagini. La donna non si è data mai pace in questi mesi ed è venuta anche in Italia dall'Ucraina per vedere chiaro con i suoi occhi cosa è accaduto.
I giri di droga con il vicino di casa e le minacce
Si chiama Francesco Lupino il presunto autore dell'omicidio. È il vicino di casa della coppia in Corte Nardi nonché inquilino di una casa poco distante di proprietà di Gonzalez. Fa il tatuatore. Sarebbe lui ad aver fatto la 'soffiata' alla polizia di Pontedera che porta all'arresto di Airam Negrim Gonzalez, compagno della vittima. Quando arriva la perquisizione al rientro di Gonzalez e Novak da una gita con il figlio minorenne di lui, gli agenti trovano 2 pistole e della droga.
Sarebbe stato Lupino stesso a dare le armi e la droga a Gonzalez. I due sarebbero stati sodali in affari criminali. Anche le chat del cellulare dello spagnolo convalidano questa spiegazione. Lupino avrebbe fatto la spia dopo una lite tra i due vicini di casa avvenuta due giorni prima dell'arresto. Gonzalez voleva tirarsi fuori dal giro di spaccio, sia perché era quello che la sua compagna voleva sia perché si sarebbe reso conto che Lupino sottraeva di nascosto del denaro ottenuto dallo spaccio. In quella discussione, diventata alterco, lo spagnolo avrebbe intimato di lasciare la casa. Il cinquantenne rispose minacciandolo con una pistola semiautomatica, detenuta illegalmente.
In quell'ambito, Lupino riconsegna armi e droga. Prima di fare la soffiata che porterà all'arresto il 31 ottobre scorso.
I rapporti tra Gonzalez e Lupino partono prima come affittuario e locatore, poi Lupino si è avvicinato sempre più fino a coinvolgerlo nel business della droga.
Lupino infatti annovera precedenti condanne anche in materia di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, oltre che per lesioni e maltrattamenti nei confronti della ex moglie. Viene descritto come un tipo violento, che ha disponibilità di armi da fuoco e che, con una pistola che porta quasi sempre con sé, avrebbe anche ammazzato, a luglio del 2020, uno dei cani del Gonzalez sparandolo alla testa, scena alla quale avrebbe assistito anche la stessa ex compagna di Gonzalez.
Novak, che era entrata nella vita di Airam da agosto 2020, avrebbe portato dopo 2 mesi l'uomo a uscire da questo giro d'affari.
L'arresto e la sparizione
Quella sera Khrysthyna Novak torna dal commissariato con il figlio di Gonzalez, riaccompagnata dalla madre di quest’ultimo e viene lasciata a casa intorno alle 22.30.
La mattina del primo novembre ha contattato via WhatsApp con un'amica in Ucraina, raccontando l'arresto, oltre a chattare con altre amiche.
Durante la telefonata alle 9.30 al citofono si presenta Lupino per avere sue notizie e per sapere se avesse bisogno di qualcosa. La ragazza si affacciò, prima gli riferì che non aveva bisogno di niente e poi, data l’insistenza, avrebbe fatto un gesto come per mandarlo a quel paese.
Lupino esce di scena innervosito, sgommando con l'auto.
Novak continua ad aspettare il compagno, che pare sarebbe uscito a breve, entro qualche giorno. Alle 22.35 dal suo cellulare cerca un film d'amore su Google, una mezz'ora prima aveva parlato con una sua amica.
Da quel momento, non si hanno più notizie di altre attività compiute attraverso il cellulare della Novak, che la mattina del 2 alle 8.44 smette di riprodurre segnale, fino alle 9.41 del 3.11.2020, quando dopo aver agganciato alcune celle si spegne definitivamente alle 9.55.
Le ricerche
Dopo qualche giorno la madre di Khrysthyna, non avendo più notizie, chiede a delle connazionali in Italia di andare a controllare. Scavalcano il cancello, entrano dalla porta sul retro aperta con una chiave inserita. Trovano il cagnolino e lo portano via.
A casa, il 4 novembre, arriva anche la ex moglie del compagno detenuto, per prendere e portargli degli effetti personali. Il 9 novembre arriva la prima denuncia e la ricerca della polizia. Trovando i documenti e le chiavi in casa, viene aperto un fascicolo per sequestro di persona.
Gonzalez dal carcere aiuta le indagini, raccontando tutto quello che sapeva.
Viene dissotterrato il cane di Gonzalez giustiziato con un colpo di pistola. E viene ritrovata l'ogiva nella carcassa.
Il proiettile
Alcuni indizi fondamentali sono le tracce di ripulitura nella parete del retro del resede, la sparizione di un tappetino, sostanze ematiche. Si trovano tracce di dna della Novak nelle ripuliture e in un angolo una piccola breccia con delle tracce di zinco, rame e piombo. Le componenti di un proiettile.
Le stessi componenti sono compatibili con quelli del bossolo nella carcassa del cane. La pistola sarebbe la stessa, una Tanfoglio. La pistola è stata immortalata in una foto dove la figlia di 9 anni di Lupino tiene in mano proprio l'arma, in fase di puntamento.
L'alibi di Lupino
Cosa stava facendo Lupino nei giorni della sparizione. Agli investigatori ha detto di aver passato sempre assieme alla convivente quei giorni. L'esame dei cellulari della coppia dice altro. La chat con la compagna è stata cancellata per intero e questo sarebbe avvenuto tra l'1 e il 3 novembre.
Analizzando la chat con la compagna, è emerso come ci fosse un messaggio inviato alle ore 20.34 e letto alle ore 20.54 dal Lupino, sintomo del fatto che i due potessero non essere assieme in quell’orario.
Analizzando il cellulare del Lupino in comparazione con il cellulare della Novak, gli stessi appaiono agganciare celle compatibili con l’area di Corte Nardi, nell’orario in cui è stato commesso il delitto, da ricondursi tra la sera del primo novembre e la notte del due novembre 2020.
Tra Lupino e la compagna, ma anche con il figlio risultano diverse interazioni telefoniche via Whatsapp, ma anche di traffico voce, a dimostrazione che Lupino, tra le ore 23.15 del 2 e l’1.15 del 3 l’uomo non era assieme al proprio nucleo familiare così come dichiarato.
Il tatuaggio
Lupino ha affermato che la mattina del 3 novembre avrebbe realizzato un tatuaggio a un ragazzo assieme alla compagna, sarebbero andati insieme in un annesso vicino casa. Il giovane che ha avuto il tatuaggio però ha affermato di essere stato accompagnato nello studio di tatuaggi dalla coppia intorno alle 9.15 di quel giorno, ma che poi ad effettuare il tatuaggio sarebbe stata la compagna del Lupino e non lui. Mentre la compagna era impegnata a fare il tatuaggio, il cliente avrebbe notato il Lupino portare via dei sacchi neri dalla propria abitazione in direzione del luogo ove aveva parcheggiato la macchina, per poi rivederlo tornare intorno alle 11.
La fascia oraria è particolarmente cruciale, perché è il momento nel quale il cellulare della Novak, il cui segnale appare assente dai tabulati da circa 25 ore, torna ad agganciarsi con una cella. Dopo circa 7 minuti da quell’accensione, il cellulare di Lupino smette di produrre traffico, mentre quello della Novak, dopo un minuto, inizia ad agganciare varie celle, anche non compatibili con la corte, per poi tornare a spegnersi.
Al fine di verificare i transiti di quei minuti, sono state analizzate le immagini di due telecamere di videosorveglianza collocate nel Comune di Castelfranco. Una collocata a un incrocio a poco più di mezzo km dall’abitazione del Lupino e una nel centro di Orentano. Entrambe immortalano il passaggio di un Fiat Freemont bianco compatibile per caratteristiche con quello di Lupino, con lui alla guida.
In comparazione il traffico di cella del cellulare della Novak con il transito di quel mezzo ripreso dalla telecamera, è emersa una compatibilità tra la cella agganciata dalla Novak e l’itinerario percorso da quel veicolo.
L’intento del Lupino, secondo quanto ricostruito nelle indagini, e confermato dal Gip, sarebbe stato quello di attuare un depistaggio finalizzato a simulare l’allontanamento volontario della ragazza, così come confermato indirettamente da una intercettazione ambientale nella quale, parlando con un vicino di casa, il Lupino afferma di come avrebbe dovuto gestire il cellulare la Novak per far perdere le proprie tracce nel caso di una ipotetica fuga. Sempre nell’ambito di un’altra intercettazione, il Lupino parla con la compagna su come organizzare la propria difesa, dicendo che deve essere costruita prima, in previsione che possa succedere qualcosa, alludendo evidentemente alla possibilità di essere incriminato e tratto in arresto.
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