Apprezziamo ogni impegno per il rilancio, purché avvenga a rigor di legge. E', in sintesi, quanto GTI-Guide Turistiche Italiane, a firma della referente Toscana, Cristina Di Giorgio, scrive in una lettera inviata al sindaco di Firenze, Dario Nardella, e per conoscenza all'assessore regionale al turismo Leonardo Marras. Insieme al collega di Venezia, Luigi Brugnaro, (cui è stato inviato il medesimo documento sottoscritto dalla referente GTI Veneto, Silvia Graziani), Nardella si è fatto promotore di un decalogo di dieci proposte per il rilancio delle città d'arte - noto come “Città d’arte #nonmetterledaparte” - che coinvolge le guide. «Una iniziativa che certamente approviamo - premette Di Giorgio - tuttavia contiene imprecisioni importanti». E spiega. «Al punto 4 si richiede un’abilitazione specialistica per lo svolgimento di professioni turistiche nei centri storici dei capoluoghi metropolitani siti Unesco. Una richiesta illegittima in quanto in contrasto con la normativa vigente e la giurisprudenza, le quali hanno ripetutamente sancito l’illegittimità di disposizioni e regolamenti di enti territoriali - si legge testualmente nel documento inviato al primo cittadino - che siano astrattamente idonee a circoscrivere l'esercizio della professione di Guida Turistica, disposizioni che in quanto tali risulterebbero limitative della concorrenza e, quindi, in contrasto con la Costituzione e con i principi dell'Unione europea». L'elenco: il d.lgs. 59/2010 (Corte Costituzionale 222/2008; Consiglio di Stato 3859/2017; Consiglio di Stato n. 5213/2020 e i provvedimenti AGCM AS1339, AS1549, AS1584, AS1607 e S3815. «Norme e giurisprudenza ribadiscono che non può sussistere nessuna forma di esclusiva nei centri storici delle città d’arte (siti UNESCO) per guide turistiche specializzate territoriali o per ambito», commenta Di Giorgio. Siamo così di fronte «a un’illegittima restrizione ai principi comunitari di libera prestazione dei servizi - si legge ancora - e pertanto qualora l'Italia adottasse la proposta dei sindaci di Firenze e Venezia violerebbe il diritto dell’UE». Errori, GTI individua anche al punto 3, laddove si fa riferimento alla necessità di possedere assicurazione e partita iva, «requisiti non obbligatoriamente previsti dalla legge per le guide turistiche». Evidenziate le criticità GTI si aspetta una risposta «nei fatti» da Nardella, ossia cambiare i requisiti del decalogo. «Diversamente toccherà impugnarlo, perché così concepito è contro la legge italiana e europea».
Fonte: Ufficio stampa
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