Striscioni "No DAD" davanti alle scuole di Empoli, i commenti

(Foto da facebook)

Sindaco Barnini: "Studiate, ma non per l'interrogazione su meet per il vostro futuro". La replica di Picchielli (Lega): "Striscioni attribuiti impropriamente agli studenti"


Ieri davanti alle scuole di via Raffaello Sanzio a Empoli, sono apparsi alcuni striscioni con le scritte "Scuola in presenza" "No DAD". Nella Toscana arancione di questo periodo, fatta anche di zone rosse sparse, le scuole di diversi comuni e province hanno sospeso la didattica in presenza. Gli striscioni, che reclamano la scuola fatta sui banchi e non dietro ad un computer secondo i provvedimenti dell'emergenza Covid-19, sono stati commentati dal sindaco di Empoli Brenda Barnini.

"Un tempo si attaccavano striscioni durante l'occupazione che spesso serviva a saltare giorni di scuola - ha scritto su facebook Barnini-. Oggi i nostri ragazzi chiedono la scuola in presenza. Come si fa a non essere d'accordo con voi. Mettete sempre la mascherina, mantenete le distanze e soprattutto studiate, ma non per l'interrogazione su meet per il vostro futuro".

Oggi il consigliere comunale Andrea Picchielli, ha commentato con una nota le scritte fuori dagli istituti scolastici empolesi, replicando alle parole del sindaco Brenda Barnini.

Andrea Picchielli (Lega): "Striscioni attribuiti impropriamente agli studenti"

"Venerdì 12 marzo sulle ringhiere delle scuole empolesi, dalla scuola media Vanghetti fino agli istituti superiori del polo scolastico di via Raffaello Sanzio e via Bonistallo sono stati appesi striscioni con la scritta “Scuola in presenza No DAD” ed in alcuni casi con l’aggiunta della dicitura “No alle classi pollaio”. Nessuna firma identificabile se non una sigla sconosciuta in basso a destra. Davvero poco educativa la scelta di affiggere lenzuola bianche con scritte rosso-nere per propagandare un proprio pensiero senza riportare alcuna appartenenza per attribuirlo impropriamente agli studenti delle scuole medie e superiori, che si sono dichiarati estranei alla presa di posizione ed all’iniziativa.

I giovani non gradiscono questo modus operandi e con questi metodi si continua a dare un segnale sbagliato in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. Le affissioni, laddove necessarie, vanno effettuate con le modalità previste dalle norme vigenti e solo negli appositi spazi. Al riguardo sarebbe stato auspicabile da parte dell’amministrazione comunale una diversa presa di posizione, magari un incoraggiamento agli studenti, in particolare da parte del sindaco Brenda Barnini che, richiamandosi alle vecchie occupazioni, ha attribuito tali affermazioni impropriamente ai ragazzi, sminuendo quello che essi fanno ogni giorno con la DAD, come "l'interrogazione su Meet" (cit. Sindaco Barnini). L’amministrazione comunale a tal proposito dovrebbe intraprendere anche una seria campagna informativa poiché tutti gli ordinamenti democratici prevedono la libertà di espressione e di informazione, ma occorre utilizzare uno degli spazi pubblici destinati alle affissioni chiedendo l’autorizzazione del Comune. Inoltre per l'ordinamento costituzionale italiano il diritto di manifestare il proprio pensiero è sancito per tutti dall'Art. 21 della Costituzione e consiste nella facoltà riconosciuta al singolo di manifestare il proprio pensiero in modo pubblico e di farne propaganda con qualsiasi mezzo. La Costituzione quindi garantisce la libertà di pensiero intesa sia come libertà di pensare e di avere idee personali senza poter essere discriminato in base ad esse, purché il proprio pensiero sia manifestato in qualsiasi luogo adatto a divulgare le proprie idee, che sicuramente non significa affiggere manifesti in spazi non autorizzati come appunto quelli degli edifici scolastici. Gli “slogan” affissi venerdì mattina - si conclude la nota di Picchielli - sono stati collocati in quei luoghi per attribuirli impropriamente agli studenti, i quali ignari una mattina li hanno trovati sulle ringhiere della propria scuola".


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