Sandra Alvino, 77 anni, è morta questa mattina, 13 marzo 2021, alle ore 11,10 a Firenze, consumata da un male incurabile che nel giro di pochi mesi l’ha strappata all’affetto di chi, in tanti anni, gli sono stati accanto nella sua dura lotta al riconoscimento dei diritti civili.
“Io sono una signora” diceva con orgoglio Sandra, storica Presidente dell'Associazione italiana transessuali, nata uomo, ma che ha sempre vissuto come donna – un sempre che ha pagato caro, con tanto di confino e condanne per aver combattuto il suo riconoscimento –, che poté cambiare sesso solo nel 1974, sposandosi poi civilmente nel 1982 con Fortunato Talotta, uomo e marito che gli è stata accanto fino all’ultimo momento. Fortunato e Sandra si sono sposati nel carcere di Sollicciano. Si erano incontrati in un altro carcere fiorentino, quello delle Murate nei primi anni Settanta, ed era stato subito amore.
Il suo modo di combattere, vivace, provocante, a volte anche un po’ sopra le righe, ma sempre rispettoso degli altri, l’ha fatta conoscere a livello nazionale.
"Io sono una donna e ho sempre cercato la dignità che non mi è mai stata data – evidenziava nelle sue interviste - ho passato quattordici anni in prigione, mi hanno dato anche il falso ideologico per aver messo una "a" al posto di una "o" sul nome della mia carta di identità. Mi sono sposata e non sono riuscita a trovare un lavoro, cosi sono entrata in depressione e sono stata dichiarata invalida. Io sono una persona onesta, non sono mai andata a spogliarmi in tv e ho sempre salvaguardato il nome dei miei genitori. Negli anni ’60 ci siamo battute per dimostrare che eravamo donne e non uomini o vie di mezzo. Il 14 aprile del 1982 abbiamo ottenuto la legge 164, secondo la quale il giudice può disporre una ‘rettificazione di attribuzione del sesso’ e riconoscerti di sesso femminile anche se sei nato di sesso maschile. Oggi sto lottando ancora, ma contro il fatto di essere accomunata ai trans che si spogliano per strada e che si prostituiscono. Ho pubblicato un libro, ho scritto al presidente della Repubblica, ho chiesto aiuto ai vari presidenti del Consiglio, ai vari Sindaci, Renzi e Nardella compresi, con bei sorrisi e loro strette di mano davanti a telecamere e fotografi, ma poi senza portare a termine le loro promesse e impegni presi”.
Anche su don Santoro, il sacerdote fiorentino parroco a Le Piagge, che volle sposarla con un grande battage mediatico – matrimonio che fu invece alla fine una semplice benedizione – aveva le sue idee: si riteneva di essere stata “sfruttata”, ma pensava, all’inizio, che poteva essere al suo fianco nelle battaglie che lei ha sempre combattuto, cosa che poi non è avvenuto pienamente.
Chiesa che comunque è sempre stata accanto a Sandra, in particolare il Cardinale Giuseppe Betori che tramite la sua segreteria particolare non ha mancato di aiutarla quando era in difficoltà. Sandra Alvino è venuta a mancare nel giorno dell’elezione di Papa Francesco, avvenuta 8 anni fa. “Io sono cattolica – diceva Sandra - e al Papa chiedo che riesca ad accettare la nostra situazione. Siamo persone che hanno sofferto, vivono nell'onestà e hanno la fede, ma purtroppo non avendo un corpo adeguato al sesso e alla mente lo hanno modificato per vivere meglio, chiediamo che la Chiesa accetti la nostra condizione e le nostre unioni”.
Sandra Alvino, una donna che ha combattuto con tutte le sue energie, senza guardare in faccia nessuno, pagando sempre in prima persona, oggi lascia questa terra con la speranza che le sue lotte, le sue sofferenze siano servite a costruire una società più civile e più attenta a chi rivendica il giusto riconoscimento della propria identità.
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