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“Bolle di viaggio” per incentivare il turismo durante la pandemia

Uno dei settori che ha risentito maggiormente della pandemia da coronavirus è quello del turismo. A causa di restrizioni più o meno severe su viaggi e soggiorni, nel 2020 i viaggi all'estero sono stati nettamente inferiori rispetto agli anni precedenti. Per fronteggiare il rischio di contagio, infatti, molti paesi hanno implementato controlli ai confini e quarantene obbligatorie, disincentivando così potenziali turisti.

Il turismo a cui eravamo abituati, libero da restrizioni di qualsiasi tipo, non potrà riprendere fino alla scomparsa del virus: in attesa che tutti possano essere vaccinati, quindi, è necessario trovare altre soluzioni per permettere una ripresa almeno parziale di vacanze e viaggi.

Una delle tante soluzioni proposte è quella della realizzazione di "bolle di viaggio", o travel bubbles in inglese. Si tratta di aree, che comprendono più paesi, all'interno delle quali è possibile spostarsi senza restrizioni: spostandosi da un paese all'altro, quindi, non è necessario fare una quarantena all'arrivo né dimostrare di non essere positivi al coronavirus (con qualche eccezione).

Cos'è una bolla di viaggio

Nel corso della pandemia ci sono state diverse implementazioni di queste bolle: i primi a costituirne una sono stati i paesi baltici di Estonia, Lettonia e Lituania che, a maggio 2020, hanno aperto i rispettivi confini mantenendo però restrizioni per chi proveniva da altrove. L'esperimento è stato considerato un successo, e da allora praticamente tutti i paesi del mondo hanno implementato delle bolle di viaggio.

L'Unione Europea, ad esempio, permette la libera circolazione dei residenti negli stati membri; a seconda del paese potrebbe però essere richiesto un documento che attesti la negatività al virus. A fine gennaio, a questa bolla europea sono stati aggiunti altri paesi, tra cui Australia e Nuova Zelanda.

Queste bolle, per quanto possano sembrare un'ottima soluzione per la ripresa del turismo, presentano però anche dei problemi che in alcuni casi potrebbero essere insormontabili. Bisogna infatti ricordare che le bolle di viaggio sono per lo più create da paesi all'interno dei quali il Covid-19 è ancora diffuso tra la popolazione, quindi non ci sono reali assicurazioni che i turisti non siano positivi al virus. Anche nel caso sia richiesto un test negativo effettuato nei giorni immediatamente precedenti al passaggio del confine, bisogna considerare la possibilità di falsi negativi o di contagi avvenuti dopo il test. Finché il virus è in circolazione, quindi, le bolle non possono fare molto per ridurre il rischio di contagio.

Fanno eccezione, ovviamente, le bolle create tra paesi in cui non ci sono contagi tra la popolazione: la bolla tra Australia e Nuova Zelanda, paesi in cui il virus praticamente non è più diffuso nella comunità, assicura che i turisti in viaggio non possano essere vettori di contagio.

Bolle di viaggio per l'Italia

E l'Italia? In quanto parte dell'Unione Europea, l'Italia è ovviamente parte della bolla europea, che prevede comunque la necessità di essere risultati negativi a un test recente. Essendo un paese in cui il turismo rappresenta una fetta importante dell'economia, è necessario comunque chiedersi quali sono le prospettive future.

Purtroppo, i dati sui contagi non permettono di fare previsioni particolarmente positive: nonostante le misure di prevenzione e la distribuzione dei vaccini, infatti, l'Italia è ancora uno dei paesi maggiormente colpiti dal Covid-19, quindi difficilmente sarà possibile creare nuove bolle di viaggio con altri paesi, certamente non senza prevedere la necessità di risultare negativi a un test per il virus.

A complicare le cose è anche la difficoltà di controllo dei confini italiani. Se, da un lato, l'Italia è una penisola e quindi le sue coste sono abbastanza facilmente controllabili, dall'altro è un paese molto ben collegato con i paesi confinanti, sia tramite strade che tramite ferrovie. Non essendoci controlli a questi confini, è praticamente impossibile instaurare delle vere e proprie bolle con altri paesi non confinanti.

Non bisogna però demoralizzarsi. Quella delle bolle di viaggio è un'idea brillante e, anche se non potrà risolvere completamente il problema del turismo durante la pandemia, permetterà sicuramente di spostarsi con più tranquillità e cominciare a riprendere una vita normale, visitando luoghi magari più vicini del previsto ma non per questo meno interessanti.

Sicurezza in viaggio

Tornare a viaggiare significa anche tornare a preoccuparsi della propria sicurezza. Quando ci si trova fuori casa, in particolare all'estero, si deve fare affidamento su reti Wi-Fi pubbliche per potersi collegare a Internet. Ciò significa che i propri dispostivi, e con essi i propri dati, sono esposti ad attacchi informatici. Per difendersi è quindi importante installare una VPN, che permette di proteggere la propria identità e crittografare i dati inviati in modo che nessuno possa avervi accesso.

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