La rivoluzione tecnologica in frantoio. Di questo si parla nel seminario tematico, aperto a tutti gli addetti ai lavori, che racconta come estrarre il meglio dalle olive toscane, con l’aiuto di ‘macchine’ rispettose dell’eccellenza organolettica e dell’ambiente.
Il seminario è una delle attività di EVO 2.0: dal vivaio alla tavola, il progetto Integrato di filiera (Pif), nato in seno alla rete Coldiretti Pistoia, che prevede la messa a punto di ‘conoscenze e tecniche’ per innovare e rendere competitiva la filiera olivicola-olearia toscana del domani, a partire dalla selezione delle cultivar autoctone dentro i vivai olivicoli del pesciatino.
“Siamo nella fase clou del progetto –spiega Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia- alla vigilia della presentazione ufficiale dell’extravergine toscano frutto della collaborazione di olivicoltori e frantoiani. E proseguono le attività per aumentare conoscenze e tecniche dei partecipanti al progetto, e delle altre aziende interessate”.
Appuntamento obbligatoriamente online, nel rispetto delle prescrizioni anticovid, il 4 marzo, alle ore 14, iscrizioni sono già aperte (0573991047 – noemi.ferretti@coldiretti.it).
Il seminario, ‘Frantoio: tecniche e tecnologie di produzione di olio evo di elevata qualità nel rispetto dell'ambiente’, introdotto da Michele Bellandi, responsabile tecnico di Impresa Verde Coldiretti Pistoia, prevede la relazione del professor Maurizio Servili, dell’Universita degli studi di Perugia, dipartimento di scienze agrarie, alimentari ed ambientali: ‘La qualità degli oli extravergini di oliva negli anni della rivoluzione tecnologica del processo di estrazione’.
In seguito interverrà Giacomo Costagli, responsabile centro di business Alfa Laval per l'Olio d'Oliva: ‘L’innovazione tecnologica in frantoio’.
E il 10 marzo è previsto un altro seminario: tecniche e strumenti per la valorizzazione della qualita' dell'olio evo toscano: dalla certificazione delle piante alla frangitura.
Capofila del Pif EVO 2.0 è l’azienda agricola Campioni Mauro che opera insieme a circa 60 soggetti, in prevalenza aziende agricole, con frantoi, vivai olivicoli e centri di ricerca (Coripro, Cnr e Università della Tuscia). La metà di questi sono partecipanti diretti che investono risorse proprie, oltre a utilizzare i finanziamenti Ue, nell’ambito del Psr di Regione Toscana.
Fonte: Coldiretti Pistoia
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