La prossima istituzione di due zone rosse in Toscana, nelle province di Pistoia e Siena, in vigore da sabato 27 febbraio al 7 marzo, crea molti problemi per le attività dei centri estetici, già duramente colpiti dai provvedimenti di chiusura dei vari DPCM che si sono susseguiti nei mesi scorsi. Recentemente Il Tribunale Amministrativo del Lazio, con una sentenza del 16 febbraio, ha accolto un ricorso dichiarando nullo il Dpcm in vigore fino al 5 marzo, nella parte in cui discriminava i centri estetici (Qui la notizia). La sentenza consente quindi la loro apertura anche nelle zone rosse, equiparandoli alle altre attività che forniscono “servizi alle persone”, come i parrucchieri. Tuttavia in sede locale, occorre assicurare che gli organi di controllo si attengano al dispositivo della sentenza, il cui effetto di annullamento è peraltro immediato, e che le estetiste che rimarranno giustamente aperte non rischino di incorrere in sanzioni.
“Questa incertezza, e il rischio concreto di controlli e sanzioni alle imprese di estetica che intendono aprire nelle zone rosse - dicono Luca Giusti presidente di Confartigianato Imprese Toscana e Luca Tonini presidente di Cna Toscana - penalizzano ulteriormente il settore. E’ quindi fondamentale che la Regione Toscana emani subito disposizioni che garantiscano alle imprese di poter operare con sicurezza. L'incertezza e la non programmazione creano danni aggiuntivi a realtà imprenditoriali che da mesi vivono grandi difficoltà a causa della pandemia. Chiediamo inoltre alla Regione di includere anche le attività di tatuaggio e piercing fra le imprese che, al pari delle estetiste, possano rimanere aperte anche in zona rossa. Si tratta infatti di attività che per tanti aspetti, inclusa l’estrema serietà dei protocolli di sicurezza applicati, non possono essere a loro volta discriminate”, concludono i due presidenti.
Fonte: Ufficio stampa
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