Un altro colpo mortale assestato dalla rendita immobiliare al tessuto produttivo del centro di Firenze: un marchio di alta moda calzaturiera, Moreschi, lascia la città perché il proprietario dell’immobile di via Calimala, che da anni ospita il negozio, non vuole rivedere i canoni di affitto. Moreschi a livello nazionale conta oltre 300 dipendenti, il punto vendita di Firenze chiude i battenti.
In quella realtà erano occupate 4 lavoratrici che sono state raggiunte da una lettera di licenziamento per cessazione di attività. Nell’ambito del tavolo di crisi della Città metropolitana, di cui la Filcams Cgil Firenze ha richiesto l’apertura, siamo riusciti, ad oggi, a far revocare i licenziamenti, utilizzando gli ammortizzatori sociali causale Covid, fino a quando saranno disponibili dalla legislazione. In questo modo possono prendere un po’ di respiro le lavoratrici, ma su queste pende la spada di Damocle poiché, quando non ci saranno più ammortizzatori sociali e sarà terminato il blocco dei licenziamenti, la loro fine sarà certa. Il marchio ha preso l’impegno di non lasciare la piazza definitivamente e quindi di riaprire un punto vendita a Firenze: nel frattempo dunque servono ancora gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti, per tenere il Paese nella condizione di superare questa situazione pandemica.
Nel ridisegnare il nuovo modello di sviluppo, servono politiche che non avvantaggino la rendita parassitaria, ma la colpiscano duramente, quando non è a vantaggio della produzione: lo dimostra questa triste vicenda nella quale questa rendita immobiliare non ha neanche concesso di rivisitare i canoni di affitto.
Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio Stampa
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