Si è conclusa oggi un'operazione dei carabinieri di Pistoia contro una banda criminale specializzata in furti nelle auto. Cinque persone sono state arrestate, tre residenti nel campo nomadi di Pontelungo a Pistoia, i restanti due in un campo nomadi di Empoli.
Nel corso dell’operazione odierna, i carabinieri hanno dato quindi esecuzione ai provvedimenti richiesti dalla Procura della Repubblica pistoiese, ovvero a 5 ordinanze di custodia cautelare di cui 3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, procedendo contemporaneamente a 8 perquisizioni nel corso delle quali sono stati rinvenuti strumenti da lavoro, abbigliamento e pelletteria di lusso nonché vari cellulari
Le indagini, dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Pistoia, erano iniziate a seguito di una denuncia per furto su autovettura presentata nel luglio 2020 da un cittadino di Montale. L’uomo, che si era recato per una passeggiata tra i boschi di Tobbiana, aveva lasciato l’auto parcheggiata lungo la strada. Al rientro dalla camminata l’amara sorpresa: il finestrino anteriore sinistro del Suv in frantumi e il suo portafogli sparito.
I carabinieri riuscirono in quell'occasione a trovare lungo la strada una telecamera privata che parzialmente inquadrava una porzione di strada.
Dalle immagini è apparsa un'auto già conosciuta perché usata durante altri furti. Dalle immagini era cosi possibile estrapolare il numero di targa del veicolo, risultato in uso agli indagati, ma non solo: dai fotogrammi analizzati era infatti possibile stabilire che all’interno del veicolo vi erano due persone e che in particolare, il passeggero, immortalato con il braccio destro fuori dal finestrino, aveva un vistoso e caratteristico tatuaggio.
Le indagini sono andate avanti, mostrando un sistema ben collaudato da parte del gruppo criminale che, con cadenza pressoché giornaliera, colpiva nell’area collinare e montuosa della provincia di Pistoia: aree di sosta, parcheggi di B&B, ristoranti, questi alcuni degli obiettivi preferiti dal gruppo che approfittando della bella stagione che ha portato numerosi cittadini a passeggiare per i sentieri boschivi del territorio pistoiese, colpiva le auto parcheggiate e incustodite saccheggiando con azioni fulminee di pochissimi minuti tutto quello che trovavano all’interno: portafogli, borse, computer, telefoni, talvolta gioielli, attrezzi agricoli e industriali ecc.
Le “girate” termine con cui gli indagati si riferivano alla loro attività vedevano un ulteriore “espansione” del raggio d’azione nei giorni festivi verso il litorale toscano e le località balneari frequentate da famiglie per trascorrere una giornata al mare. Gli indagati raggiungevano i loro obiettivi sempre percorrendo con scaltrezza strade secondarie e poco trafficate per evitare di incappare nei controlli delle forze dell’ordine.
Nel corso delle indagini, grazie alle intercettazioni telefoniche e localizzazioni gps, analisi di filmati e pedinamenti, i carabinieri della stazione di Montale sono riusciti a ricostruire oltre 30 episodi di furto tutti riconducibili al medesimo gruppo.
Gli oggetti rubati, venivano poi ricettati e illecitamente venduti tramite altri soggetti indagati in stato di libertà.
Nel corso dell’indagine emergeva anche una situazione particolarmente allarmante: nel mese di agosto infatti scoppiava un violento litigio tra alcune donne residenti nel campo nomadi di Pontelungo con reciproci scambi di offese e minacce. L’evento apparentemente di poco conto, degenerava rapidamente nei giorni successivi allargandosi alle famiglie delle donne e ai loro parenti residenti in altri campi nomadi. Uno degli indagati, in previsione della resa dei conti, era riuscito a procurarsi una pistola calibro 7,65. Nel corso di una delle conversazioni captate era possibile udire le istruzioni impartite sull’utilizzo dell’arma da fuoco dal “fornitore”.
Fortunatamente la nascente “faida” si risolveva senza azioni violente e l’arma veniva recuperata dai carabinieri nel corso di alcune perquisizioni dagli stessi effettuate e che portavano all’arresto in flagranza di reato di un 44 enne pregiudicato di origini campane, che aveva appunto messo a disposizione degli indagati una pistola Jager AP 74, risultata provento di furto consumato ad Agliana nel 2013, completa di caricatore e proiettili.
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