Prosegue il nostro viaggio sui fatti del '21 dopo la decisione da parte dell'Amministrazione di collaborare ad uno studio e ad un convegno sul tema. Questa volta ci spostiamo sul fronte sinistro del locale panorama politico per raccogliere il parere di Andrea Bellucci che, nelle ultime elezioni amministrative del 2019, era candidato nella lista 'Empoli civica' a sostegno della candidatura a sindaca di Beatrice Cioni
Innanzitutto - attacca - va detto che per questa iniziativa sono stati chiamati persone di alto livello come Roberto Bianchi e Mauro Guerrini oltre a tutti gli altri, una scelta che definirei di altissimo profilo
Cosa successe quel marzo di cento anni fa?
La ricostruzione fu fatta nel libro di Pezzino nel 2007, un volume voluto dal Comune che è equilibrato e spiega l'accaduto grazie a tante fonti ed attingendo a quanto era a disposizione. Detto questo ben venga naturalmente un approfondimento, ma la questione non è tanto questa
E qual è?
Pensare di eliminare il rapporto fra la storia e la passione politica. La parola divisiva va molto di moda, ma la storia lo è di per sé e nessuno mette tutti d'accordo. Certo, un conto è la politica e uno la ricerca, si tratta di due cose diverse. Come diversa da quella storica è la verità giudiziaria che è stata pure lei ampiamente analizzata in merito a questi fatti ma che, appunto, è una verità giudiziaria
Quanto è importante contestualizzare quegli eventi?
E' fondamentale. Quando ripensiamo a fatti accaduti cento anni fa non si possono leggere come fossero accaduti adesso ma vanno inseriti nel contesto in cui avvennero, mentre a volte c'è la tendenza a non considerare questo aspetto. Nessuno mette in discussione il fatto che sia stata una tragedia vera, un errore clamoroso che portò alla morte di giovani ragazzi ma il tutto va inserito nel quadro in cui avvenne. Era in atto lo scontro che portò il fascismo al potere, il contesto era ben preciso ed in questo accaddero questi tragici fatti. Non è che a Empoli persero d'improvviso la testa massacrando militari in questo scontro fra poveri. Su questo Roberto Bianchi, nella sua intervista, è stato preciso e sono d'accordo con lui quando dice che "l’obiettivo è fornire un quadro dello stato degli studi su quella fase, per dare una lettura del contesto generale in cui avvennero i singoli fatti, che altrimenti possono restare incomprensibili"
Per quegli anni ormai si parla apertamente di clima da guerra civile
Al tempo la violenza era la regola, tanto più che quei fatti dettero poi occasione alle autorità fasciste di commissariare le giunte socialiste della nostra zona che erano nate dalle elezioni. Il clima era di violenza e di disprezzo della popolazione ed in questo contesto avvennero quei fatti così drammatici dovuti a tutto questo, si pensò che quelle povere persone fossero fascisti, mentre così non era. Questo lo dico non certo per giustificare ma per capire. Non dimentichiamoci anche che lo squadrismo toscano fu molto violento. Tutto questo Pezzino lo analizza bene
In questa iniziativa ormai alle porte c'è un messaggio anche politico?
Credo che ogni iniziativa pubblica abbia legittime aspettative di un ritorno anche politico, lo trovo normale. Ma la cosa importante è che questo non faccia aggio sulla ricerca storica. Empoli ha una tradizione civica importante fatta di persone consapevoli, bisogna stare attenti per non rischiare, come in altre occasioni è già avvenuto, di diventare subalterni di una visione strumentale delle vicende storiche. La storia è complessa e non si possono ridurre fatti ed episodi ad un'unica matrice. Non c'è una memoria omologata
L'auspicio per questo centenario?
Che Empoli affronti questo momento come arricchimento e non come ripartenza di polemiche e, soprattutto, non si estrapoli il 1921 a Empoli dal 1921 in Italia.
Marco Mainardi
Tutte le notizie di GoBlog