Ristori, Federalberghi: “Ad alberghi solo briciole”

Le casse degli alberghi italiani sono vuote e le imprese al limite della sopravvivenza. Il lockdown totale a Natale e Capodanno e il perdurare del divieto di spostarsi da una regione all’altra hanno moltiplicato gli effetti di una devastazione che non accenna ad arrestarsi”. Con queste parole, Federalberghi introduce una desolante ricognizione della situazione di mercato, che anche a gennaio ha registrato un bilancio disastroso. La gran parte delle strutture ricettive è chiusa da marzo 2020, il business travel è fermo, così come fiere, congressi ed eventi di tutti i generi.

Tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, avevano preannunciato il proprio sostegno al cosiddetto decreto ristori quinquies – ricorda Federalberghi -. La crisi di governo ha poi rallentato l’adozione del provvedimento, che confidiamo venga collocato ai primi posti dell’agenda del nuovo esecutivo.”

“Le nostre imprese – sottolinea Federalberghi - hanno bisogno di essere accompagnate sino alla fine del tunnel, che non appare vicina. Chiediamo, oltre al sostegno per il 2021, anche un meccanismo perequativo, che colmi le lacune generate dai precedenti provvedimenti e attenui il sapore amaro della beffa di fine anno, quando le amministrazioni comunali hanno ricevuto il 60% della tassa di soggiorno incassata nel 2019, mentre gli alberghi, che in precedenza avevano ricevuto solo un magro indennizzo calcolato sul fatturato perso ad aprile, sono stati esclusi anche dal decreto Natale”.

Secondo la federalberghi di Montecatini Terme - Apam è macroscopica la disparità di trattamento che è stata applicata a Montecatini. L’imposta di soggiorno incassata dal Comune nel 2019 era stata infatti di 1.662.432,21 euro e il ristoro che ne è conseguito da parte dello Stato nel 2020 è di 1.369.683,37 euro, ovvero l’82,4% del totale. Si tratta di una percentuale altissima, ben più alta di altre realtà turistiche quali Firenze (64%), Abano Terme (65,2%), Roma (55,7%), Venezia (61,3%).

“La tassa di soggiorno – commenta il presidente dell’Apam Carlo Bartolini – è un valore aggiunto per un’amministrazione di un Comune turistico come il nostro, che dovrebbe (ed è stato fatto poche volte in passato) concertare con gli operatori l’indirizzo di spesa. Se l’economia turistica non lavora, non c’è neanche l’imposta”.

A fronte di questo, agli alberghi sono rimaste le briciole. L’Apam porta infatti tre esempi di altrettante realtà cittadine: un hotel 4 stelle che nel 2019 aveva fatturato 935.999,00 euro, nel 2020 lo ha visto decrescere del 98,91% ed è stato ristorato con soli 39.311euro (4,20%); un altro 4 stelle aveva fatturato 1.810.037,00 euro, ha perso l’84,48% e ha ricevuto dallo Stato 50.319 euro (il 2,78%); infine un tre stelle aveva fatturato nel 2019 circa 150mila euro, ha perso l’83% nel 2020 ed è stato ristorato con 3.495 euro (2,33%).

Bartolini conclude facendo un appello alle istituzioni: “Allo Stato diciamo che non è possibile accettare un ristoro che copre solo il 3% del fatturato perso. Al Comune chiediamo un sostegno alle imprese attraverso l’utilizzo dei fondi trasferiti dallo Stato a compensazione della tassa di soggiorno non introitata (come detto quasi 1,4 milioni di euro). Potremmo ipotizzare un ristoro da calcolare in proporzione alla contribuzione della tassa di soggiorno 2019 di ciascun albergo. Una sorta di restituzione alle imprese turistiche di una parte di quello che, con il proprio lavoro, hanno prodotto per la casse comunali. Sono purtroppo anni straordinari e servono interventi altrettanto straordinari per salvare l’economia cittadina”.

Fonte: Federalberghi

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