Iniziato il restauro del labirinto di Pietro Porcinai grazie al bando della Fondazione Caript

È in corso a Collodi (PT) il restauro del Labirinto di Pietro Porcinai, opera del grande architetto paesaggista italiano inserita nel percorso monumentale del Parco di Pinocchio.

Pier Francesco Bernacchi, presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi che è proprietaria del parco, spiega che: “l’intervento ha un costo complessivo di 73.810 euro, finanziati per il 50% dalla Fondazione CARIPT attraverso il bando “Restauro del patrimonio artistico”. L’ente, guidata dal notaio Lorenzo Zogheri (eletto presidente della Fondazione Caript nel maggio 2020, ndr), ha accolto il progetto di recupero presentato dalla Fondazione Collodi, consentendo così il ripristino di un parte importante del Parco di Pinocchio”.

Il progetto “Intervento e ripristino del labirinto” è dell’architetto Carlo Anzilotti, che conosce bene il Parco di Pinocchio dove ha realizzato il “Laboratorio delle Parole e delle Figure” da uno “schizzo” di Giovanni Michelucci, struttura che oggi ospita il Museo Interattivo.

I lavori sono affidati alla Giorgio Tesi Group che da anni collabora con la Fondazione Collodi.

Come spiega Anzilotti nella relazione tecnica e paesaggistica: “Il Labirinto in oggetto è di tipo classico con una sola entrata e un unico vicolo cieco in fondo al percorso. La realizzazione originaria prevede un percorso pavimentato con formelle di cemento e una rete in verticale con edera capace di creare delle pareti continue per un percorso di scoperta. Nel corso del tempo vi sono stati vari interventi manutentivi e di adeguamento alle normative, ma oggi il Labirinto necessita di un intervento di restauro radicale al fine di assumere l’aspetto e la consistenza di un tempo, in quanto versa in stato di totale degrado della componente vegetale”.

Bernacchi sottolinea che: “Questo restauro mira consentirà una complessiva rivalorizzazione del Parco di Pinocchio grazie al rifacimento del Labirinto come da progetto originale di Pietro Porcinai. È previsto il reintegro della parte verde dopo la realizzazione di opere di drenaggio. L’edera che c’era, infatti, ha subito danni dall’accumulo di acqua nel terreno argilloso, rendendo fino ad oggi inutili i cambi completi di piantagione fatti in precedenza dalla Fondazione Collodi”.

Sempre dalla relazione tecnica dell’architetto Anzilotti è precisato: “L’intervento è significativo, la pavimentazione è prevalente rispetto alla terra per il reimpianto, c’è da fare un lavoro minuzioso di scavo per creare le nuove condizioni di messa a dimora e restituire l’immagine e la funzionalità della realizzazione originaria con una rete con edera, capace di creare delle pareti continue per un percorso di scoperta. La realizzazione si concretizza con le seguenti opere: 1) lo smontaggio della recinzione esistente, lo scavo e smaltimento della terra attualmente presente; 2) la predisposizione di adeguato sottofondo drenante, il collegamento delle tubazioni drenanti, l’adeguamento della rete di smaltimento; 3) il riempimento con nuovo terriccio di coltura, il montaggio della recinzione esistente, - la fornitura e la messa a dimora di 600 piante di Hedera helix clt 3”.

“La Soprintendenza è stata naturalmente informata – conclude il presidente Bernacchi – in quanto il Parco monumentale di Pinocchio è un opera d’arte riconosciuta e tutelata dal Ministero delle Belle Arti”.

1963: l’arrivo di Pietro Porcinai e l’ampliamento del Parco di Pinocchio

La storia e l’importanza delle opere di Porcinai e degli altri artisti che hanno lavorato alla realizzazione del Parco Monumentale di Pinocchio è sintetizzata dall’architetto Carlo Anzilotti nella sua relazione tecnica e paesaggistica di descrizione dell’intervento di recupero del Labirinto di Pietro Porcinai: “Il Parco di Pinocchio è un vero e proprio museo all’aperto immerso nel verde di circa due ettari di macchia mediterranea dedicato al burattino più famoso del mondo. Realizzato principalmente tra il 1956 e il 1987, nato come parco tematico per l'educazione dell'infanzia, non è il consueto parco di divertimenti, ma piuttosto un luogo in cui si ha la sensazione di ripercorrere una fiaba vivente all'interno di un percorso scandito dal connubio tra arte e natura. Nel 1951, settantesimo anniversario della pubblicazione della prima puntata della fiaba di Pinocchio, l'amministrazione comunale di Pescia decise di realizzare il parco. Per le opere di scultura e per il progetto del Parco fu indetto un concorso nazionale al quale parteciparono ottantaquattro scultori. La vittoria andò ex aequo a Emilio Greco per la scultura Pinocchio e la Fata e a Venturino Venturi per la Piazzetta dei Mosaici, mentre il progetto fu affidato agli architetti Renato Baldi e Lionello De Luigi. Fu così che nel 1956 fu inaugurato il Villaggio di Pinocchio. Con il passare degli anni il Parco si è arricchito di nuove realizzazioni. Nel 1963 fu inaugurata l'Osteria del Gambero Rosso, opera dell'architetto Giovanni Michelucci. Nel 1972 fu realizzato il Paese dei Balocchi, progettato da Pietro Porcinai e Marco Zanuso, completato da ventuno sculture in bronzo di Pietro Consagra, che rappresentano i personaggi, le situazioni e gli ambienti della fiaba. Il labirinto fa parte integrante del progetto di Pietro Porcinai. Nel 1986 fu aggiunto il Laboratorio delle Parole e delle Figure (…). Il Parco di Pinocchio è uno degli elementi più rappresentativi e significativi dell’operato di Pietro Porcinai (Fiesole, 20 dicembre 1910 – Firenze, 9 giugno 1986) il quale è stato un architetto italiano tra i più importanti del Novecento. Ha progettato sistemazioni paesaggistiche nelle scale più diverse: dal giardino al parco urbano, dall'area industriale al villaggio turistico, dall'autostrada all'area agricola. Tra i suoi oltre 1.100 progetti, realizzati in vari paesi del mondo, vi sono anche giardini paesaggio, cioè giardini nei quali l'uomo sembra non aver fatto nulla. Per il Parco di Pinocchio, Porcinai viene interpellato dall’architetto Marco Zanuso per la progettazione e la scelta delle piantagioni; accettato l’incarico negli anni 1963-72 progetterà e realizzerà il parco culturale definendo non solo il programma degli interventi fondamentali relativi alla sistemazione paesaggistica di questo area, ma, durante le numerose riunioni e sopralluoghi proporrà soluzioni e darà suggerimenti anche per quanto riguarda gli aspetti architettonici e decorativi. La scelta della vegetazione è accurata e basata non solo sull’adattabilità delle piante ai vari ambienti, la loro funzionalità e facilità ed economicità di manutenzione, ma anche sulla relazione simbolica con gli elementi architettonici-scultorei che rappresentano i vari episodi della storia del burattino di legno ideato da Carlo Collodi nel “Paese dei Balocchi”. Così le fitte siepi di sempreverdi di Quercus ilex, Laurus nobilis e Pittosporum tobira sono scelte per sottolineare la staticità degli episodi, mentre le piante caducifoglie e le piantagioni annuali in prossimità delle sculture accentuano il movimento degli episodi. Le fioriture sono state scelte ricercando effetti cromatici suggestivi con i personaggi della favola e con gli elementi architettonici. Le soluzioni progettuali ricercate si armonizzano inoltre col magnifico paesaggio circostante in particolare col giardino settecentesco di Villa Garzoni ed il paese antico di Collodi; ed alcuni particolari del paesaggio circostante diventano volutamente funzionali per la comprensione del messaggio intrinseco coi singoli episodi della storia”.

Fonte: Fondazione Nazionale Collodi - Ufficio Stampa

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