Mercato di Sant'Ambrogio, Ordine Architetti: "Un concorso avrebbe messo al centro lo spazio pubblico"

“La ristrutturazione del mercato di Sant'Ambrogio ha suscitato un ampio dibattito negli ultimi tempi. Sono sorte molte perplessità dopo l'annuncio del Comune di dare esecuzione a un percorso iniziato ormai quasi tre anni fa. Il dibattito culturale, procedurale, è sano e legittimo per gli architetti fiorentini, soprattutto quando l'oggetto è un manufatto posto nel cuore della città, all'interno dell'area Unesco, frequentato da tanti cittadini e operatori commerciali. Abbiamo quindi ritenuto necessario approfondire come si sia arrivati a questo risultato, avendo letto di 'donazioni' di progetto, ma soprattutto vedendo fino ad oggi solo alcune immagini trasmesse attraverso i social e riprese dalla stampa.

A seguito della pubblicazione di un articolo su un quotidiano locale a novembre 2020, in cui si citava la donazione dell’idea progettuale per dare un nuovo volto al mercato di Sant'Ambrogio da parte di due colleghi, questo Consiglio si è attivato presso il Comune di Firenze e presso l'Ordine Architetti PPC di Prato cui i colleghi risultano iscritti per fare luce sulla questione.

Nel ricostruire l'iter procedurale è stato rilevato che il Comune, in una prima fase, ha approntato un progetto preliminare e definitivo con i tecnici dei propri uffici e successivamente ha indetto una procedura negoziata sulla base del minor prezzo espresso a mezzo ribasso percentuale sull'importo del servizio a base d'asta con invito rivolto a 14 operatori, per il conferimento degli incarichi di progettazione esecutiva, direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza. La gara è stata aggiudicata e l'incarico affidato come da delibera del 28/12/2018. Nel corso dell'interlocuzione tra il Comune e i commercianti della zona, non è stato evidentemente apprezzato, da questi ultimi, il progetto definitivo del Comune. Tale condivisione, per inciso, forse sarebbe potuta avvenire prima del conferimento dell'incarico di progettazione esecutiva.

Successivamente, un operatore economico della zona, di sua iniziativa, ha incaricato a titolo oneroso due architetti di sua fiducia per produrre un concept e il Comune, in una fase successiva, ha acquisito, con il consenso dei professionisti incaricati e retribuiti privatamente, il concept medesimo e ha proposto al progettista affidatario dell'incarico di progettazione esecutiva e direzione lavori di implementare tale concept nel progetto in corso di redazione.

Era doveroso approfondire il tema per gli aspetti deontologici della nostra professione che vietano l'erogazione di una prestazione gratuita, e per capire un iter che non si mostrava perfettamente comprensibile. Riteniamo di dover ripetere una volta di più che la procedura concorsuale avrebbe messo al centro il progetto dello spazio pubblico, maggiormente condiviso con la collettività, e presumibilmente, come si sta dimostrando in innumerevoli esempi attuali, a beneficio anche della qualità, senza entrare nel merito dell'attività svolta dai colleghi”.

Fonte: Ordine Architetti Firenze - Ufficio Stampa

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