Il titolare e due consiglieri di un'azienda informatica della provincia di Pisa, sono stati rinviati a giudizio dal gip di Firenze Federico Zampaoli. I tre sono accusati di frode informatica e rivelazione di segreto professionale in relazione alla gestione di un'applicazione di domotica installata in una villa a Monte Argentario, la cui proprietà sarebbe riconducibile a un magnate russo estraneo alle indagini.
L'azienda pisana, secondo quanto ricostruito nell'inchiesta coordinata dal pm Ester Nocera, avrebbe illegittimamente estromesso la società di Viareggio che aveva ideato l'applicazione e che l'aveva installata nella villa, grazie all'aiuto di un dipendente infedele. L'uomo, tra coloro per i quali è stato chiesto il processo, dopo aver abbandonato la ditta viareggina ed essere stato assunto da quella del Pisano, avrebbe rivelato il 'codice sorgente' del programma, consentendo alla nuova azienda per la quale lavorava di estromettere la vecchia società dalla gestione della app e di subentrarle, percependo anche i relativi profitti.
La prima udienza del processo è fissata per il 16 aprile prossimo davanti al tribunale di Grosseto.
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