Il prossimo 1 aprile la Biblioteca Statale di Lucca potrebbe chiudere per sempre i battenti al pubblico per mancanza di personale. Gli attivisti toscani del movimento Mi Riconosci, che dal 2015 si batte per un equo riconoscimento del lavoro nel settore culturale, segnalano la gravità dell’accaduto con una lettera ai giornali.
Quasi un brutto scherzo del destino, la notizia della imminente chiusura dello storico istituto lucchese è giunta proprio nel momento in cui si stava svolgendo in città il convegno su Rigenerazione urbana e rinnovamento culturale, organizzato dalla Regione Toscana il 15 gennaio scorso. L’episodio assume contorni ancora più paradossali dopo le dichiarazioni del sindaco Alessandro Tambellini, che ha ammesso di non aver ricevuto alcuna comunicazione in merito dal Ministero, ma di aver invece appreso la notizia dai quotidiani. Immediata è stata la reazione del gruppo consigliare di SìAmoLucca e della comunità, mentre una petizione è già online sul sito dell’Associazione "Amici del Machiavelli" e ha già raccolto oltre 5.000 firme.
Come spesso accade, non si tratta di un fulmine a ciel sereno. Già all’inizio di settembre 2019 i servizi della biblioteca, in cui si conservano opere inestimabili come il Liber divinorum operum di Ildegarda di Bingen miniato del XIII secolo, erano stati drasticamente tagliati: a causa di pensionamenti e mancati turnover, il personale si era infatti ridotto a 12 unità rispetto alle 20-22 previste in organico, per poi passare a 9 nel marzo 2020. Da allora, in quasi un anno, niente è successo per alleviare la gravità della situazione che è andata peggiorando, al punto che dal prossimo aprile rimarranno soltanto tre persone, inclusa la direttrice Monica Maria Angeli, rendendo inevitabile la chiusura.
“Il caso di Lucca purtroppo è l’ultimo di un triste elenco di luoghi culturali che, già in drammatico affanno prima della pandemia, dopo il lockdown si sono ritrovati in una situazione analoga per le stesse ragioni” - spiega Vincenzo Sorrentino, storico dell’arte e portavoce dell’associazione Mi Riconosci - “Ma l’annoso problema non riguarda solo biblioteche locali, bensì istituti di rilievo nazionale come la Biblioteca Centrale di Firenze e la Braidense di Milano, oltre che tantissimi archivi e piccoli musei. Il rischio, in questi casi, è che invece di affrontare alla radice il problema endemico del personale si ricorra a palliativi, ancora più dannosi sul lungo termine, come l’esternalizzazione dei servizi o l’impiego improprio di volontari, come nel caso del Museo Guadagnucci di Massa, di cui abbiamo già trattato nei mesi scorsi”.
Le attiviste e gli attivisti chiedono al Governo misure urgenti che sventino la chiusura, la quale arrecherebbe un danno incommensurabile alla città, privandola di un luogo non solo di studio e ricerca, ma anche d’incontro, di cura della memoria e della storia locale, di conservazione del ricco patrimonio di opere che vi si raccolgono. Si chiede altresì al Ministero e all’Amministrazione locale di evitare soluzioni tappabuchi che facciano uso di lavoro gratuito: la Biblioteca Statale, l’utenza e Lucca meritano attenzione e rispetto.
Fonte: Ufficio Stampa
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