Numerose persone hanno risposto oggi pomeriggio a Pisa in piazza XX Settembre all'appello lanciato dalle realtà politiche, sociali e sindacali che hanno invitato alla mobilitazione “Per una scuola sicura in presenza”.
I cartelli e gli striscioni presenti, gli interventi da parte di studentesse e studenti, docenti, personale Ata e genitori hanno rigettato la didattica a distanza, pur mettendo in luce le problematiche legate ai primi giorni di ripresa delle attività dopo la pausa natalizia. Gli alunni hanno espresso il loro disagio per la fase vissuta nella scorsa primavera e nei mesi di novembre e dicembre, quando non hanno avuto la possibilità di consolidare il proprio gruppo classe né di coltivare le proprie amicizie, rinunciando alle opportunità che solo un apprendimento in presenza può fornire.
"Per quanto la Toscana sia stata tra le poche regioni a ricominciare le lezioni a scuola anche per le superiori (al 50%), tale obiettivo non è per nulla garantito se non verranno presi ulteriori provvedimenti, a partire dal sostegno al trasporto pubblico e dal tracciamento dei contagi.
Se c'è stato un aumento dei pullman interurbani durante le fasce orarie in entrata e uscita da scuola, non sempre questo è bastato a eliminare la criticità di alcune tratte particolarmente frequentate; inoltre non altrettanto può dirsi per quelli urbani. I mezzi che i ragazzi utilizzano per recarsi da scuola alle stazioni degli autobus risultano sovraffollati, esponendoli al rischio di contagi. È necessario che i Comuni si attivino e mettano risorse a disposizione per risolvere il problema.
Inoltre, l'impegno assunto dalla Regione Toscana a potenziare i presidi dei Dipartimenti di Medicina Territoriale, dedicando personale medico e infermieristico prioritario al tracciamento nelle scuole, è al momento, almeno nella nostra provincia e città, disatteso; i tamponi rapidi, necessari per tenere sotto controllo le comunità scolastiche e bloccare immediatamente eventuali focolai, non sono ancora diffusamente utilizzati per la popolazione scolastica e questo significa che l'attività di test e tracciamento prioritario stenta ad attivarsi con la tempestività necessaria a garantire, così come dichiarato, il mantenimento dell'apertura continuata in sicurezza delle nostre scuole.
La piazza di oggi ha anche chiesto al governo e agli enti locali provvedimenti di medio-lungo periodo per migliorare la qualità degli ambienti scolastici e della didattica. È stata confermata con decisione la richiesta di una necessaria riduzione del numero di alunni per classe, l'incremento degli organici del personale (un impegno sottoscritto esplicitamente dal Ministero nel protocollo firmato questa estate con le associazioni sindacali, e a oggi disatteso) e la stabilizzazione del personale precario, ampiamente sfruttato e penalizzato, su tutti i posti vacanti e disponibili: provvedimenti essenziali per garantire maggiori distanze nelle aule ma anche dedicare più attenzione ad ogni studente. Si è chiesto un piano straordinario per l'edilizia scolastica, anche attingendo ai fondi europei, per rinnovare strutture fatiscenti e insicure. È stato sollecitato un maggiore impegno da parte dei Comuni e della Provincia di Pisa nel mettere a disposizione degli istituti scolastici tanti spazi attualmente inutilizzati.
Per raggiungere tutti questi obiettivi, facciamo appello a proseguire la mobilitazione nelle prossime settimane."
Cobas scuola Pisa, Collettivo Buonarroti, Coordinamento Nazionale Precari Scuola – Pisa, Comitato “Priorità alla scuola” di Pisa e Pontedera, Gilda degli insegnanti Pisa,
Il barone rampante – Associazione per lo Stato di Diritto e la Società laica e plurale,
Rete degli Studenti Medi di Pisa e Pontedera, Rifondazione Comunista Pisa, Una città in comune.
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