Intesa Sanpaolo è pronta ad offrire una soluzione finanziaria per sostenere il settore vitivinicolo, che sta risentendo pesantemente degli effetti della pandemia di Covid-19, pur avendo tutte le potenzialità per superare il difficile momento. Il 2020 è partito molto favorevolmente, ma già nel mese di marzo c’è stato un crollo del mercato interno che ha toccato il minimo in aprile (-40,3% rispetto ad aprile 2019 per l’aggregato più ampio delle bevande). Le esportazioni di vino invece hanno tenuto fino a marzo, ma da aprile sono scivolate anch’esse in territorio negativo chiudendo il semestre a -3,4%.
Le imprese maggiormente penalizzate sono quelle legate al canale Ho.re.ca. (Hotellerie-Restaurant-Café), fortemente impattato dalle limitazioni imposte per mantenere il distanziamento sociale e dal blocco degli spostamenti di piacere, turistici e di business. Le conseguenze sono state meno rilevanti per gli operatori che si appoggiano alla grande distribuzione od organizzati per le vendite online. Il canale e-commerce, cresciuto moltissimo nel 2020, ha tuttavia un peso relativamente contenuto e insufficiente a sostituire le vendite perse nei canali di vendita tradizionali.
Intesa Sanpaolo, a cui fa riferimento il 16% del settore agroalimentare italiano, ha messo a punto un progetto di respiro nazionale che declinerà sui singoli territori, tra cui la Toscana. Dal punto di vista normativo la strada è stata aperta dal Decreto “Cura Italia”. Tecnicamente il “pegno rotativo” consente di effettuare una valutazione puntuale delle scorte di vino da affinamento e di convertirle in garanzie utili per ottenere nuove linee di credito. Le aziende possono così smobilizzare il prezioso patrimonio custodito in cantina, che diventerà commercializzabile solo a distanza di anni.
Il progetto di Intesa Sanpaolo si avvale della collaborazione di Federdoc, la confederazione nazionale dei consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani, e di Valoritalia, società leader nelle attività di controllo sui vini DOCG, DOC e IGT e organismo di controllo sul vino biologico e sull'agricoltura biologica. Le aziende produttrici delle DOC e DOCG - Barolo, Barbaresco, Franciacorta, Amarone di Valpolicella, Brunello di Montalcino, Bolgheri, Chianti Classico e Nobile di Montepulciano - potranno accedere a questa iniziativa attraverso la certificazione rilasciata da Valoritalia. Anche i consorzi di tutela delle altre numerose denominazioni presenti sul territorio nazionale ed i relativi organismi di controllo potranno essere interessati dal progetto. L’attenzione di Intesa Sanpaolo per il settore vitivinicolo è infatti rivolta a tutte le circa 400 DOC e DOCG che vorranno collaborare con la Banca.
Fonte: Ufficio Stampa
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