Covid19, Carlo Conti: "Il virus è subdolo e arriva quando meno te lo aspetti"

Carlo Conti racconta su Toscana Oggi la sua disavventura: "Il virus è subdolo, arriva quando meno te lo aspetti". "Nei momenti del bisogno si prega sempre più del normale".

"È stata una brutta disavventura che ho superato con il supporto di medici e infermieri straordinari. Il virus è subdolo, arriva quando meno te lo aspetti e non riesci a capire neppure dove lo hai preso: però c’è, esiste eccome e si diffonde in maniera molto rapida, dunque bisogna stare attenti. In questa seconda fase, a differenza della prima, tutti abbiamo tra parenti, amici e conoscenti qualcuno che lo ha contratto e anche gli scettici credo abbiano capito". Così Carlo Conti ha commentato in un’intervista che esce questa settimana su Toscana Oggi la sua esperienza con il Covid, per cui ai primi di novembre è stato ricoverato per una settimana a Careggi. "Nella settimana all’ospedale – ha confessato il conduttore Rai – ho rafforzato certe convinzioni: quanto la salute e la nostra vita siano una ricchezza, quanto siano importanti la famiglia e certi valori, quanto sia importante, nei limiti del possibile, guardarsi sempre indietro e aiutare gli altri. Mi sono accorto che nei momenti del bisogno si prega sempre più del normale: anche io l’ho fatto e mi sono trovato con piacere a pregare non solo per me ma anche per altri malati che erano in ospedale".

"Come in tutte le esperienze negative – ha aggiunto Conti – credo anche questa volta ci sia qualcosa da imparare. Spero che una gran fetta dell’umanità riscopra i valori che dicevo e capisca l’importanza di ridimensionare la nostra rincorsa esagerata ad avere sempre di più. Non credo che tutti riescano a percepire queste cose, però se in tanti le comprendiamo, compreso il sottoscritto, allora da questo anno così tragico arriverà un elemento positivo>. E insieme all’augurio finale di salute e serenità ha aggiunto quello <di poterci tornare ad abbracciare quanto prima nel 2021: un gesto così apparentemente quotidiano ed insignificante al quale non davamo più la grande importanza che invece ha".

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