Lavoratori di Ataf con la Rsu in presidio a Firenze, la Cgil: "Servono più garanzie e sicurezza"

Stamani i lavoratori di Ataf con la Rsu erano in presidio a Firenze davanti alla sede dell’azienda per chiedere a essa e alle istituzioni più garanzie e sicurezza.

Michele Lulurgas (Filt Cgil, membro Rsu): “Oggi i lavoratori di Ataf hanno manifestato per chiedere chiarezza. Non dobbiamo dimenticare che i lavoratori di Ataf non si sono mai fermati durante le fasi peggiori della pandemia, e hanno svolto la loro mansione con la consueta professionalità e con senso del dovere. I tranvieri non sono eroi, e non ci interessa siano definiti come tali; è opportuno però che a loro sia riconosciuta la giusta retribuzione, è ora che ci sia chiarezza anche verso il futuro aziendale e che ci siano tutte le garanzie del caso; ci interessa pertanto che anche la Regione e gli enti concedenti facciano la loro parte, intervenendo con le forme di sostegno richieste. Non dimentichiamo poi quel che la pandemia ci ha insegnato, e cioè che è opportuno, ora più che mai, ragionare del miglioramento delle condizioni di lavoro, in particolare in riferimento alla riduzione dell'orario di lavoro, già gravoso e insostenibile oggi, ma ancor di più un domani in previsione dell'avvio della nuova fase di lavori della tramvia”.

Questa la nota della Rsu:

“Un anno 2020 particolarmente difficile ha visto i lavoratori e le lavoratrici di Ataf Gestioni (distaccati di Busitalia compresi) affrontare le incognite della pandemia con grande dedizione e coraggio, stando sempre in prima linea anche quando le notizie sulla pericolosità del virus erano pochissime. La maggior parte dei lavoratori, una volta ridotto il servizio durante il lockdown, con senso di responsabilità hanno sacrificato le proprie spettanze di ferie, permessi e contatori vari per ovviare all’eccedenza di personale che si era creata improvvisamente. Alcuni invece sono incorsi addirittura nel fondo bilaterale di solidarietà, rimettendoci buona parte della paga. Sempre i lavoratori, non senza problemi, hanno gestito gli sbalzi continui delle restrizioni derivate da DPCM e delibere, spesso rischiando in prima persona per garantire la tutela della salute pubblica. Ad oggi questi lavoratori sono stanchi e arrabbiati, senza prospettive. Sono anche molto preoccupati per il loro futuro, per la loro stabilità lavorativa ed economica, per le loro famiglie. La contrattazione è ferma da troppo tempo: il CCNL è scaduto da tre anni; il contratto di secondo livello di Busitalia è scaduto da tre anni; i lavoratori in distacco “temporaneo” aspettano garanzie sul futuro; in Ataf non ci sono certezze economiche sul 2020 e forse nemmeno sul 2021; la retribuzione integrativa degli assunti dopo dicembre 2000 (AP) ha una tabella che non prevede le assenze da pandemia e che va aggiornata per non penalizzarli ingiustamente; c’è la mancata integrazione salariale della quota del Fondo Bilaterale di Solidarietà; a bordo non si incassa più l’aggio sui biglietti; da troppo tempo il livelli salariali sono fermi mentre il costo della vita avanza senza sosta. La situazione complessiva è pesantissima. Sentiamo parlare di ristori milionari del Governo e della Regione, di risorse aggiuntive destinate al TPL, di un Recovery Fund miracoloso… e alla fine vediamo un settore sempre incerto, non solo immerso dentro al traffico e ai soliti cantieri ma senza una vera competitività e senza una programmazione a medio-lungo termine. Senza investimenti. In un lento declino, con la pandemia che rischia di diventare il colpo di grazia. Tutto ciò non certo per colpa dei lavoratori.  I quali pagano sempre sulla loro pelle nonostante i sacrifici quotidiani, nonostante i rischi, nonostante la grande responsabilità di trasportare persone. Chiediamo pertanto a Regione, Comune e Azienda di intervenire con garanzie precise”.    

Fonte: Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze

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