Il 2020 sembra essersi accanito sui grandi campioni: Paolo Rossi, Pablito per tutti, è morto questa notte per un tumore ai polmoni.
Nato a Prato, dove vi è cresciuto calcisticamente, da tutti è ricordato come l'eroe dei Mondiali 1982, quando l'Italia sconfisse i colossi del calcio per diventare campione. Vinse il Pallone d'Oro quell'anno, così come il titolo di capocannoniere assieme al Mondiale.
Nei campionati nazionali vinse tutto con la Juve, trionfò anche in B con il Vicenza. In Toscana esordì nei lunghi anni al Santa Lucia, squadra che fa riferimento alla frazione di Prato, allora sotto la provincia di Firenze. Al Santa Lucia lo stadio è intitolato al nome del padre Vittorio Rossi, anch'egli giocatore. Ha vissuto a Bucine, ad Arezzo, dove possedeva un agriturismo. Tornò nel capoluogo toscano 6 anni fa per un torneo benefico: "Bambini senza confini", per raccogliere fondi da destinare ai bambini palestinesi.
La sua città natale, Prato, ha ospitato il “Pablito great italian emotions”, la mostra ufficiale dedicata a lui e all'Italia del 1982 organizzata dal Comune di Prato insieme alla Prato Promozione con il patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Prato. Anche all'apice del successo è rimasto sempre legato alla società dilettantistica di Prato, il Santa Lucia, dove da ragazzo mosse i suoi primi passi da calciatore.
Rossi è morto all'ospedale Le Scotte di Siena dove si trovava ricoverato da qualche tempo per l'aggravarsi della malattia. Siena non è distante dalla proprietà nei pressi di Bucine (Arezzo) dove Paolo Rossi viveva con la famiglia. Circa tre mesi fa, secondo quanto si apprende, l'ex calciatore campione del mondo del 1982 si era sottoposto a un intervento chirurgico all'ospedale La Gruccia di Montevarchi.
Coverciano, la sede fiorentina della Nazionale, ha oggi le bandiere listate a lutto per Paolo Rossi.
Paolo Rossi, i messaggi di cordoglio
«Ricordo di aver visto la finale dei mondiali ’82 in un bar a Castiglione della Pescaia insieme ad un amico, ho ancora nella mente la grande gioia per quella vittoria». Il vescovo di Prato Giovanni Nerbini ammette di non essere un grande appassionato di calcio, ma quel giorno di 38 anni fa se lo ricorda benissimo e quando questa mattina ha saputo della morte di Paolo Rossi è rimasto molto colpito e dispiaciuto. Nerbini è diventato vescovo di Prato nel settembre 2019 e non ha avuto modo di conoscere personalmente il calciatore pratese. «Posso dire che mi ha sempre colpito la sua cordialità e la sua faccia sempre sorridente – dichiara Nerbini – era una persona positiva e ispirava molto simpatia, anche per quella sua parlata toscana che lo faceva essere uno di noi. Lo affido nella preghiera ed esprimo le mie sentite condoglianze alla moglie Federica».
Paolo Rossi era nativo di Santa Lucia, paese a nord di Prato. Il parroco della sua infanzia è lo stesso di oggi, don Mauro Rabatti, che lo ricorda con grande affetto. «Insieme al fratello Rossano frequentava la parrocchia, qui ha ricevuto i Sacramenti e qui è cresciuto nella squadra del Santa Lucia. Fin da ragazzino dimostrava di essere un calciatore promettente e quando passò, prima all’Ambrosiana del Soccorso e poi alla Cattolica Virtus di Firenze, si capì subito che sarebbe diventato un campione».
"Ci ha lasciati Paolo Rossi, l'eroe di Spagna '82 cresciuto come calciatore a Firenze, sui campi di Soffiano, alla Cattolica Virtus. Non dimenticheremo mai le gioie di quel mundial. Grazie Pablito, un grande abbraccio a Federica e ai ragazzi". Lo ha scritto sul proprio profilo Facebook, il sindaco di Firenze Dario Nardella.
La commozione di Giani
“Con profondo cordoglio e commozione, a nome mio personale e della Regione Toscana, mi associo al dolore della famiglia per la scomparsa di Paolo Rossi, il più grande calciatore toscano e uno dei più forti giocatori italiani di tutti i tempi. Quei tre gol al Brasile ai mondiali del 1982, che aprirono la porta alla conquista del titolo da parte degli azzurri, sono rimasti nella storia del calcio mondiale. Rossi era toscano di Prato. Il suo nome è indissolubilmente legato alla squadra del Lanerossi Vicenza che, da neopromossa, portò a sfiorare lo scudetto nel 1978. Alla moglie Federica e ai figli giunga la vicinanza non solo della Regione ma di tutto il popolo toscano”. Ed ancora: “Troveremo sicuramente il modo per rendere un degno omaggio alla memoria e al valore di questo grande uomo di sport”.
Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, nell'apprendere la notizia della scomparsa di Paolo Rossi, avvenuta in nottata all'età di 64 anni a Roma.
Prato a lutto per Paolo Rossi
Il sindaco Matteo Biffoni e l'amministrazione comunale esprimono dolore e cordoglio a nome proprio e di tutta la città di Prato per la scomparsa di Paolo Rossi. Nato a Santa Lucia, Prato, 64 anni fa Paolo Rossi è stato il simbolo, l'eroe del Mondiale del 1982 vinto dalla nazionale italiana, capocannoniere e vincitore del pallone d'oro nello stesso anno, capace di far sognare e gioire una Nazione intera.
Nel giorno del funerale sarà proclamato lutto cittadino e la bandiera del Comune di Prato sarà a mezz'asta.
Il sindaco Matteo Biffoni ha scritto alla moglie di Paolo Rossi, Federica Cappelletti, per porle personalmente le condoglianze di tutta la comunità pratese e l'assessore allo Sport Luca Vannucci, legato da una amicizia personale con la famiglia Rossi, è in contatto con il fratello. Nel rispetto delle normative anticovid se sarà possibile l'Amministrazione parteciperà al funerale del campione.
"Paolo Rossi - afferma il sindaco - deve essere di esempio soprattutto per i giovani perché è stato un grande campione, un uomo che insegna a rialzarsi sempre, un signore di grande educazione e solidi principi. Il suo sorriso e la sua gentilezza li porterò sempre nel cuore e la città di Prato celebrerà il suo concittadino come merita, nelle modalità che saranno condivise con la famiglia.
Sono molte le idee che abbiamo: la creazione di un murales, l'intitolazione dello stadio, una mostra permanente a lui dedicata. Non posso non ricordare l'affetto e la partecipazione che la città gli dedicò solo tre anni fa quando fece tappa a Prato nel suo tour mondiale la mostra " Pablito Great Italian Emotions", un'occasione splendida di rivivere tutte le emozioni provate dai pratesi e dagli italiani nei momenti della vittoria del Mondiale, quando l’Italia intera si ritrovò unita a festeggiare. Invito per questo tutti i pratesi a ricordare Paolo Rossi mettendo sui propri balconi e alle proprie finestre una bandiera italiana, esattamente come in quella splendida estate".
L'abbraccio dell'ospedale di Siena, dove Paolo Rossi è venuto a mancare
L’Azienda ospedaliero-universitaria Senese esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia e ai tanti affetti del campione Paolo Rossi, scomparso la scorsa notte all’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena a causa di una grave patologia. La direzione dell’Aou Senese si è recata personalmente all’obitorio dell’ospedale per portare le proprie condoglianze alla moglie di Paolo Rossi, Federica Cappelletti, che ha voluto diramare questo messaggio: «Paolo si è spento all’ospedale di Siena in un ambiente che lo ha curato con grande professionalità e umanità: le cure e le attenzioni nei suoi confronti sono state totali, non solo dal punto di vista medico ma anche sotto il profilo affettivo, in un ambiente bello e sereno che ci ha permesso di vivere con intimità i momenti più duri della malattia così come gli ultimi attimi prima del saluto. Per questo il ringraziamento va a tutte le figure professionali che lo hanno assistito in questo periodo, nessuno escluso. Un abbraccio collettivo che rivolgo a tutti loro e che si unisce a quello delle tante persone che hanno manifestato il loro affetto nei confronti di Paolo». La salma di Paolo Rossi lascerà l’ospedale di Siena nella mattinata di venerdì 11 dicembre per essere trasportata a Vicenza dove sarà allestita la camera ardente.
Armentano commemora Paolo Rossi
"Addio Pablito, eroe dell'entusiasmo 'mundial' e del sorriso semplice". Il consigliere metropolitano delegato allo Sport Nicola Nicola Armentano esprime il dolore della Metrocittà "per un campione vero ed umile, che ci ha lasciato nel silenzio. Uno stile, il suo, che fa pensare alle cose vere, che vanno oltre l'effimero, oltre l'apparenza. Inclusione, rispetto, fair play, sono i riferimenti che disegnano il profilo di Paolo Rossi e nei quali è importante riconoscersi".
Anche Mazzeo ricorda Pablito
“Il calcio? Per me è sempre stata una immagine: io e mio padre su una Cinquecento gialla con la bandiera dell’Italia, il clacson e il vento in faccia, a festeggiare la vittoria sul Brasile al Mundial spagnolo del 1982 con tre gol di Pablito Rossi. Oggi, quindi, assieme a un grande centravanti e a una bella persona di cui tutta la Toscana è sempre stata orgogliosa, per me se ne va quella parte del calcio più legata all’innocenza, alla purezza del gioco e dei sogni di bambino”. Così il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, ricorda il calciatore della Nazionale vincitrice dei Mondiali nel 1982, Paolo Rossi.
“Paolo Rossi – ricorda ancora il presidente Mazzeo – per noi bambini di quella estate del 1982 era un eroe non solo perché faceva gol, ma perché aveva gli occhi dell’allegria che brillano per il divertimento nel giocare a calcio. Non era un miraggio lontano, era il ragazzo, vicino di casa, che riusciva nel modo più naturale possibile a battere squadroni mondiali, ma che sarebbe stato a suo agio anche a palleggiare con noi dietro il muro della chiesa del paese”.
“Ma Paolo Rossi – continua Mazzeo – è stato anche un grande uomo. Non possiamo infatti dimenticare che quando il nostro Consiglio Regionale volle ricordare le vittime dell’Heysel con la consegna del Gonfalone d’Argento all’Associazione dei Familiari, Rossi volle loro scrivere una lettera. ‘Io ero lì, ma non conoscevo la portata di quel dramma umano - scrisse il campione sportivo e umano -. Chiedo scusa, ma non sapevo. Nessuno di noi sapeva, né immaginava. Oggi il mio pensiero non può che andare alle vittime, e alle loro famiglie, che hanno combattuto e si sono adoperate, nel corso di questi lunghi e faticosi anni, affinché emergesse la verità. Sono con voi, con tutto il mio affetto e la mia vicinanza’. Fu e resta – conclude Mazzeo - una testimonianza di vera partecipazione al dolore di chi aveva perso i suoi cari per una partita di pallone”.
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