Il Consiglio regionale ricorda Ciampi a cento anni dalla nascita

Il Consiglio regionale della Toscana ha ricordato questa mattina la figura di Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica dal 1999 al 2006. Lo ha fatto con una seduta solenne, nella ricorrenza dei cento anni dalla sua nascita a Livorno. Ad aprire e a chiudere la seduta il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. “Abbiamo voluto questa cerimonia solenne in memoria del presidente Carlo Azeglio Ciampi – ha detto Mazzeo - perché vi è un legame indissolubile fra la Toscana, la sua Livorno in particolare, e il presidente Ciampi. Un legame stretto con la Toscana ma anche con questa istituzione, che ha portato il mio predecessore a dedicare al presidente lo spazio espositivo del palazzo del Pegaso, con una cerimonia che si è svolta alla presenza dei suoi figli Claudio e Gabriella”.

“Per la Toscana è un motivo d'orgoglio annoverare tra i suoi cittadini, che non solo sono nati qui, ma che qui si sono anche culturalmente formati – ha proseguito Mazzeo - un reale servitore della repubblica, perché il presidente Ciampi è uno di quei padri della nostra democrazia che ha contribuito con le parole, ma soprattutto con le azioni, a costruire la democrazia italiana”. Mazzeo ha proseguito sottolineando come il presidente Ciampi abbia potuto essere un riferimento di insegnamento per tutti, perché lui era credibile, vero; fu infatti uno di coloro che l'otto settembre del 1943, giovane militare, scelse di stare dalla parte della libertà contro il fascismo e il nazismo, e che è stato grazie a lui che il tricolore e l’inno di Mameli sono divenuti simboli vivi di democrazia e della Repubblica. “Ciampi è stato per noi giovani un vero maestro, convinto che la via d'uscita in qualunque situazione di crisi fosse da trovare nella coscienza e quindi nella cultura, motore della civiltà – ha detto ancora -. Oggi che ci troviamo da una parte a combattere contro la pandemia e dall'altra a immaginare una nuova ripartenza il compito che abbiamo di fronte è proprio quello di disegnare, come avvertiva il presidente Ciampi, un nuovo Rinascimento”.

“La lezione di Ciampi – ha concluso Mazzeo - deve significare che questa crisi deve essere un’occasione per costruire una Toscana migliore in un’Italia e in un’Europa migliori, perché, come ha detto venti anni fa, anche noi come lui dobbiamo sentirci orgogliosamente toscani, italiani ed europei”. Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, ha spiegato che “nel ricordare il presidente Ciampi, quale direttore della Scuola Normale, non posso non esordire dalla sua esperienza di normalista, di allievo, riportando alcune sue parole: ‘Ho sempre guardato agli anni della Normale come alla fase costitutiva dell’essere uomo’”.

In questi giorni di scelte difficili, ha proseguito Ambrosio, “mi piace ricordare anche questi suoi pensieri e sentimenti, nei quali è difficile non riconoscersi: ‘responsabilità crescenti mi ponevano sempre più spesso di fronte a decisioni cruciali, a scelte difficili: mi soccorreva l’esperienza maturata; la conoscenza dei problemi da affrontare acquisita con metodo. Giungeva poi l’atto dell’assunzione di responsabilità. È il momento in cui chi deve decidere interroga solo se stesso; è l’ora delle norme interiori, quelle che gli insegnamenti e gli esempi ricevuti hanno sedimentato nella coscienza’”. Il direttore della Normale, ricordando che in questo momento sta avendo luogo il convegno “Carlo Azeglio Ciampi: la formazione, la memoria, la storia”, ha sottolineato come, dalle testimonianze già emerse sul ruolo di Ciampi negli anni dell’adesione all’euro, “appare chiaramente quanto, al di là dei dati macroeconomici, ebbero un ruolo nelle vicende di quegli anni i rapporti personali e di fiducia reciproca con gli altri capi di stato, inizialmente riluttanti, che Ciampi seppe instaurare. Penso che non dovremmo mai dimenticare questo fatto, che le istituzioni al di là delle regole di funzionamento sono fatte di persone, ed essere grati a Ciampi anche per questo”.

L'intervento di Emanuele Rossi

Un ricordo accorato, quello che il Consiglio regionale ha voluto dedicare alla figura di Carlo Azeglio Ciampi, a cento anni dalla nascita. E non poteva essere che così, visto che il “grande toscano” ha sempre riconosciuto un ruolo centrale alle assemblee elettive, “per evitare il distacco tra i cittadini e la politica”, come ha ricordato nella sua prolusione Emanuele Rossi, costituzionalista della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Ciampi è stato un convinto assertore del principio di sussidiarietà nel quadro di un contesto unitario, che pone al centro i diversi livelli di governo rispetto allo Stato. Lasciandosi in qualche modo guidare da un parlamento educatore e formatore, rivalutando l’unità nazionale e il valore della Patria.

“La valorizzazione del principio di sussidiarietà si è strettamente congiunta nel pensiero prima e nell’opera poi del Presidente Ciampi – ha sottolineato Rossi – ad una rivalutazione dell’unità nazionale ed in particolare del valore della Patria: è quello che è stato definito il ‘patriottismo costituzionale’, quale cifra caratterizzante il settennato ciampiano”. In un legame stretto con un altro toscano, Piero Calamandrei,  per sentire la Repubblica come la nostra casa, avendo sempre chiaro un obiettivo, “quello della coesione e della unità del nostro paese”, come ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un obiettivo realizzato da Ciampi nell’impegno quotidiano e attraverso gesti simbolici, come il viaggio nelle 72 province italiane, al fine di “esortare gli italiani a sentire ed esprimere con forza la propria identità nazionale”.

Accanto a questo profuse un impegno costante per valorizzare sia la bandiera nazionale come simbolo di unità – ha continuato il professore - che le festività pubbliche relative all’identità nazionale, come anche le ricorrenze e le celebrazioni”, compiendo un percorso capace di “coniugare in forme armoniche, e non oppositive, l’idea di Patria con quella di appartenenza all’Unione europea, un ideale superiore che tiene insieme ed esalta il patrimonio costituzionale comune e nel quale l’Italia contribuisce ad arricchire la comunità europea”. Per tale ragione, ha ricordato Rossi, Ciampi ha sempre considerato la Costituzione la “propria Bibbia civile”, il testo su cui riflettere nei momenti difficili. Un testo che ha sempre accompagnato Ciampi, in tutta la sua vita, costellata da integrità e impegno, dimostrati in ogni occasione: a partire dalla formazione culturale, ai ruoli assunti in Banca d’Italia, Direttore Generale prima e Governatore poi, fino alla Presidenza della Repubblica.

Il professore ha quindi ringraziato il presidente del Consiglio  e l’Assemblea toscana per aver ricordato un Toscano vero, un italiano, un cittadino europeo, che ha sempre invitato ad approfondire l’essenza della cultura europea, con al centro l’uomo e la sua comunità. “In questa sede Carlo Azeglio Ciampi riceve dalla comunità regionale il doveroso tributo”, ha concluso Rossi.

Un riconoscimento ribadito dai capigruppo intervenuti in Consiglio. Per Stefano Scaramelli (Italia Viva), “compete a ognuno di noi ricordare l’impegno di un toscano tra i toscani, uomo delle istituzioni e cittadino europeo”. Di “uomo della concretezza, che ha restituito a tutti gli italiani l’orgoglio di Patria, permettendo al nostro paese di entrare a testa alta in Europa”,  ha parlato Vincenzo Ceccarelli (Pd), mentre Francesco Torselli (FdI) ha definito Carlo Azeglio Ciampi “il presidente della Repubblica più coraggioso, precursore dei tempi nel riscoprire la Patria, la Bandiera italiana e la Repubblica”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Elisa Montemagni (Lega), che ha parlato di “memorabile presidente della Repubblica per tutti gli italiani”, invitando il Consiglio a ricordare le altre figure eccellenti della Toscana, “che hanno contribuito a fare grande il nostro Paese”.

 

Il ricordo di Torselli (FdI)

“Carlo Azeglio Ciampi è stato un Presidente coraggioso. Oggi è il 15esimo anniversario del conferimento della medaglia d'oro al merito civile a Norma Cossetto, fu il Presidente Ciampi a conferirgliela descrivendola come una studentessa istriana seviziata dai partigiani slavi. Adesso, invece, l'Anpi parla di Norma definendola una presunta martire delle foibe”. E' quanto dichiarato da Francesco Torselli, Presidente del Gruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, in occasione della seduta solenne per il centenario dalla nascita del Presidente Ciampi. “Ciampi è stato un uomo di sinistra ma ha avuto il coraggio culturale di sdoganare il termine patria, riportandolo nelle istituzioni. Grazie a lui i simboli della nostra Nazione (come l'Inno d'Italia, la Festa della Repubblica ed il nostro Tricolore) sono diventati un patrimonio comune. Ciampi ha fatto riscoprire agli italiani l'orgoglio di essere tali e per questo gliene saremo sempre grati”.

 

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - ufficio stampa

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