I dipendenti della società Testi Cementi (cementificio di Greve in Chianti, Firenze), che dal 13 ottobre sono in presidio permanente a difesa del proprio lavoro e dell’attività dell’impianto, scrivono una lettera aperta a Buzzi Unicem (proprietaria del sito), indirizzandola al suo maggiore azionista: “Chiediamo a lei di attivarsi, nei modi che crede opportuni, per metterci in condizione di mantenere efficienti e pronti all'uso i macchinari e continuare a dare un minimo di speranza sulla possibilità di ripartenza nel futuro prossimo”. In queste settimane la straordinaria mobilitazione dei lavoratori del cementificio di Testi (75 diretti che arrivano a 100 con l’indotto) ha ricevuto un mare di solidarietà da istituzioni, associazioni, semplici cittadini, parroci oltre che l’interessamento della Regione Toscana.
“Questa lettera non è un appello al proprietario, è la dimostrazione della serietà e della responsabilità di questi lavoratori. Sono da settimane in presidio permanente per difendere quel sito produttivo e oggi chiamano alla stessa responsabilità un gruppo che, soltanto pochi giorni orsono, ha distribuito un dividendo di oltre 140 milioni di euro”, dicono Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Firenze. Che continuano: “I lavoratori stanno sfidando la proprietà non sul terreno dello scontro, ma sul tema della lealtà, della verità e dei diritti. Chiedono di lavorare alla manutenzione degli impianti, quale condizione minima per ripartire un secondo dopo che l’azienda, finita l’emergenza Covid, faccia ripartire la produzione. Ma l’azienda vuole riavviare la produzione? Ecco, lo dimostri ora. Facciano svolgere le minime lavorazioni di manutenzione, indispensabili alla salvaguardia dell’efficienza degli impianti. Siano leali verso la lealtà dei loro dipendenti”.
Il testo della lettera aperta dei dipendenti della società Testi Cementi alla proprietà Buzzi Unicem
Egregio dottor Buzzi,
crediamo sia inutile dilungarsi con premesse riguardo la attuale situazione dello stabilimento di Testi che ci portano a scriverle questa nostra missiva. A Lei è ben nota: Cassa integrazione per Covid19, mesi con impianti fermi, proteste dei lavoratori per l'incertezza sul proprio futuro, presidio permanente nelle immediate vicinanze dello stabilimento, interessamento delle autorità territoriali e regionali. Alle nostre preoccupazioni, la società non ha mai dato risposte esaustive, se non il negare per adesso la futura chiusura dello stabilimento e accennare ad un eventuale ripartenza del ciclo produttivo.
Visto quanto sopra scritto, facciamo presente che da mesi non vi è, all'interno dello stabilimento, per nessun macchinario alcun tipo di attività volta a mantenere efficienti e pronti gli stessi, per una eventuale ripartenza. Quei macchinari sono stati la nostra fonte di reddito per tanti anni, e speriamo e vogliamo che continuino a farlo. Vederli letteralmente "marcire" fa male. Dolore aggravato dal costante disinteresse di chi in stabilimento, rappresenta la sua azienda.
Quindi chiediamo a Lei di attivarsi, nei modi che crede opportuni, per metterci in condizione di mantenere efficienti e pronti all'uso i macchinari e continuare a dare un minimo di speranza sulla possibilità di ripartenza nel futuro prossimo. Da parte nostra massima disponibilità a redigere un piano programmato di manutenzione/pulizia/ripristino, che coinvolga tutti i lavoratori alternandosi nelle varie attività. SalutandoLa cordialmente, restiamo in attesa di una sua cortese risposta.
Firmato: i lavoratori dello stabilimento di Testi
Fonte: UIL Toscana - Ufficio Stampa
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