Il settore Horeca è una polveriera con la miccia accesa, e sembra che la politica non se ne sia accorta col nostro massimo stupore. La situazione sta scorrendo verso un epilogo drammatico per tutto il settore ristorativo con una confusione impressionante di chi si è preso la responsabilità di traghettare la nave fuori da questo guado fangoso che stiamo attraversando. La critica è fine a sé stessa per certi aspetti, ma va fatta, va fatta difronte alla incapacità palese di scelta e di ascolto della classe politica.
Ad oggi abbiamo non solo visto da parte della Regione Toscana un fin troppo esiguo stanziamento di risorse economiche per il nostro settore, ma cosa ancor più grave uno stanziamento figlio di logiche più da campagna elettorale che di risposta alla vera emergenza che stiamo vivendo.
Non è ad oggi possibile assistere a Bandi per finanziamenti che si esauriscono in 20 minuti, relegando gli operatori a sperare in un click del computer, non è possibile fare bandi con regole così complesse e contorte che alla fine agevolano solo le attività di media e grande struttura, ma soprattutto, bandi che finanziano nuove aperture, ed è proprio questa direzione che ci fa comprendere il folle navigare con le bende agli occhi della politica.
Non è possibile dopo oltre sei mesi di difficolta economiche, di chiusure, di continui adattamenti tecnico burocratici, e di immani sacrifici per le attività che, stoicamente resistono, andare a finanziare in maniera scorretta, con i soldi delle tasse versate da loro stesse, attività che avvantaggiate riapriranno e daranno il colpo di grazia a chi si e comportato con responsabilità e coerenza.
La politica con queste scelte generiche e confuse sta spingendo i “Furbi” e penalizzando gli Onesti. Ristoranti e bar chiusi e supermercati e grandi store aperti, con assembramenti e senza nessun controllo, social network invasi da foto e prove tangibili di violazioni delle regole e nessuno che fa nulla ma il problema è il settore ristorativo che se gestito con i regolamenti da tutti noi creati è oggettivamente sicuro.
Senza controlli non è possibile gestire le aperture, questo è evidente ma è altrettanto evidente che senza rimborsi non sia possibile gestire le chiusure.
Tra 10 giorni comincerà il periodo delle tredicesime e come pensiamo che il settore Horeca possa erogarle? Come possiamo pensare che togliendo un mese di fondamentali ricavi per il settore esso possa sopravvivere senza un adeguato supporto economico? Il ristoro è calcolato sul mese di aprile che per tanti attività non è neanche il 50% del fatturato di dicembre
Non è possibile considerare il settore Horeca in maniera così generica e non è possibile immaginare che il fatturato della attività sia lineare, questi sono errori grossolani ammessi soltanto nel primo periodo di emergenza, dove oggettivamente per tempi la risposta era necessaria e rapida. Ad oggi dobbiamo obbligatoriamente ragionare in maniera più dettagliata e la politica deve mettere da parte le sue convenienze elettorali e accettare un contributo tecnico da chi il settore lo conosce, lo vive, lo crea.
Ci vogliono scelte forti e precise e noi non ci tiriamo indietro da indicarle perché il nostro mestiere non è quello di segnalare ma di risolvere i problemi. Rimodulazione immediata delle tasse regionali e comunali in primis la TARI che non può essere pagata nella totalità della cifra richiesta per il 2020 e che come tale non potrà essere chiesta per il 2021. Tassa sul suolo pubblico abolita per tutto il 2021 Bandi regionali più mirati e distribuiti che si basino sul rinnovo e le ristrutturazioni delle attività e sul reintegro dei capitali persi. Ma soprattutto non prevedere finanziamenti a fondo perduto per le nuove aperture onde evitare invasione di concorrenza sleale e soprattutto non professionalizza sul mercato. Bisogna tutelare e ristabilire l’integrità della base non destabilizzarla ulteriormente con l’ingresso di capitali che causerebbero solo un nuovo gioco al massacro e un’ulteriore de - professionalizzazione dell’intero comparto. Ci sono delle scelte da fare e devono essere fatte, o ci troveremo davanti ad una ecatombe di attività e ad un vero e proprio disastro sociale, perché è bene ricordare che c’è ancora molto da percorrere prima di uscire da questa crisi e senza un ascolto serio da parte della politica il nostro settore non arriverà al traguardo della fine del Covid.
La presidenza regionale Toscana di Fiepet Confesercenti auspica che i decisori pubblici ascoltino il grido di dolore lanciato dal comparto Horeca ed agiscano, rapidamente di conseguenza, prima del disastro.
Fiepet Toscana
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