"Ristori uno, bis e ter, ma la sostanza non cambia: sono ancora troppe le imprese escluse dai sostegni. La colpa? Avere un codice Ateco ‘sbagliato’, uno di quelli che il Governo ha mancato di inserire nella lista che dà accesso ai contributi a fondo perduto, come se esistesse una filiera non colpita dalla pandemia, Grande Distribuzione Organizzata e Commercio online a parte. E molte famiglie sono allo stremo". E' quanto affermano Marco Stella, Presidente del Gruppo Forza Italia al Consiglio Regionale della Toscana, e Giampaolo Giannelli, Vice Coordinatore Provinciale Forza Italia Firenze.
"Nonostante gli ultimi inserimenti, è ancora troppo numeroso - precisano Stella e Giannelli - il raggruppamento di attività da supportare senza ulteriore indugio, tale da includere, in primis, le tintolavanderie non industriali, le imprese operanti nel trasporto merci, specie quello legato al settore della ristorazione, gli impianti e le imprese di pulizie legati ai settori oggetto di espresse limitazioni di carattere amministrativo, l’ampio settore dell’artigianato artistico legato a fiere, mercati e al turismo, il settore che si occupa della creazione degli abiti da sposa. Fermo restando che la scelta più opportuna, a più riprese richiesta anche da tempo da tutte le associazioni di categoria, è quella di una concessione del fondo perduto per ogni impresa, da concedersi in base alla diminuzione di fatturato, uscendo dalla logica dei codici Ateco".
"Anche in questi giorni - sottolineano i due esponenti di FI - parliamo con persone che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena; persone che hanno attività costrette alla chiusura e che sono anche escluse dai ristori. Questa situazione non è più tollerabile. E' incredibile che, al 26 novembre 2020, ci si trovi ancora in questo stato. Faremo quindi di tutto affinché la Regione Toscana si adoperi a stimolare con forza il Governo per inserire le tante, troppe categorie ancora mancanti, nell'ultimo decreto ristori: un codice Ateco non contemplato dal Governo non può ridurre alla fame tante imprese e tante famiglie".
Fonte: Regione Toscana
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