Moby Prince "è tutto prescritto", i familiari delle vittime inviano lettera al Capo dello Stato

"Trattati da questuanti"


Loris Rispoli, Luchino e Angelo Chessa, presidenti delle due associazioni '140' e '10 Aprile' che riuniscono i familiari delle vittime del Moby Prince, hanno inviato una lettera indirizzata al Capo dello Stato, ai Presidenti di Senato e Camera e al ministro della Giustizia.

Di seguito il testo

Ecco l'ennesima lettera alle più alte cariche dello Stato ed anche al Ministro della Giustizia. Quello che è successo nella sezione civile del Tribunale di Firenze ci ha profondamente offeso. Ma noi non ci fermeremo. Finché vivremo non smetteremo mai di chiedere verità e giustizia.
Al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Al Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati
Al Presidente della Camera, Roberto Fico
Al Ministro Giustizia, Alfonso Bonafede
Pochi giorni fa abbiamo ricevuto l’ennesimo schiaffo giudiziario.
Il Magistrato fiorentino a cui è stata affidata causa civile sulla strage del Moby Prince, anche su richiesta dell’avvocatura di Stato, ci ha risposto: No, è tutto prescritto.
Il giudice non ha tenuto in nessuna considerazione le Conclusioni ed il lavoro della Commissione Parlamentare di Inchiesta del Senato sul Moby Prince, anzi ha sollevato molti dubbi sul ruolo della Politica che non può sostituirsi alla magistratura.
Siamo entrati nelle aule di Tribunali certi che quella frase “la legge è uguale per tutti” non avesse solo un valore simbolico ma reale ed invece siamo stati trattati non da Vittime ma da questuanti.
Sono passati 30 anni da quella tragica notte in cui 140 persone, uomini donne e bambini, sono stati lasciati lentamente a bruciare e soffocare, senza che nessuno prestasse, né organizzasse soccorso.
Finalmente una Commissione, quella di inchiesta del Senato, ha accertato e scritto che la vita a bordo per alcuni è durata molte ore e quindi siamo di fronte a una strage non casuale, ma piena di responsabilità.
Chiediamo con dolore, ma con dignità, che ci vengano date delle risposte. Non possiamo più tollerare i silenzi di trent’anni; il muro di omertà che si è frapposto fra noi e la Verità deve finalmente cadere.
Voi siete la massima espressione di questo Paese e della sua classe politica.
Spetta a voi verificare e correggere quegli errori, di cui sono piene indagini e sentenze; siete e dovete essere la voce critica di un Paese che non può continuare a vedere morire i propri figli nel silenzio e nell’indifferenza.
Noi siamo e saremo qui, in attesa di una Verità e di una Giustizia, che troppo abbiamo atteso, ma continuiamo a credere nelle Istituzioni e vi chiediamo di mettere fine a questo Dolore.
25 novembre 2020
Loris Rispoli, Presidente Associazione “140”
Luchino Chessa, Presidente Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus
Angelo Chessa, Presidente onorario Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus

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