Come in più occasioni abbiamo avuto modo di dire, sia pubblicamente che durante i confronti con le Istituzioni, la situazione delle RSA nel territorio della città metropolitana di Firenze desta la nostra preoccupazione con numerosi focolai ed alti numeri di contagiati Covid tra ospiti e operatori. Accogliamo positivamente il grido di allarme dei Comuni su questi argomenti che ci vedono impegnati da settimane e ribadiamo la richiesta di una “strategia complessiva per affrontare i prossimi mesi”, da mettere in campo in poche ore, con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali che concorrono all’integrazione socio sanitaria, Regione, Azienda Sanitaria, Società delle Salute e Comuni. Una vera e propria cabina di regia unica con istituzioni e gestori che affronti le criticità. Rispondere all’emergenza in modo pianificato consentirà di rafforzare questo tipo di servizi agli anziani fragili, anche nel post pandemia, con una complessiva riforma del settore, su cui occorre aprire una riflessione approfondita, che riporti le RSA nell’alveo della gestione diretta da parte del sistema pubblico con standard adeguati dei servizi per gli utenti. Serve adeguare aumentare da subito i Livelli di Assistenza per migliorare la qualità dell’assistenza agli ospite. Per fare questo servono assunzioni di nuovo personale, anche per garantire le sostituzioni degli operatori che si ammalano, ed una maggiore qualificazione dell’assistenza. In questa fase di emergenza reperire professioni sanitarie e all’assistenza necessita di una volontà dei gestori e dei soggetti pubblici nell’individuare un CCNL di riferimento, ricomponendo la situazione esistente dove sono presenti anche contratti Pirata, così da rendere migliorare i trattamenti dei lavoratori. Come occorre rafforzare il controllo e il governo clinico pubblico attraverso Girot e Usca dedicate alle RSA così da essere in relazione con i servizi sanitari pubblici territoriali e ospedalieri. Per gestire i casi Covid positivi, come abbiamo ampiamente potuto constatare nella prima ondata, non è possibile una gestione all’interno delle RSA che sono luoghi di relazione degli ospiti e quindi non adatti a gestire una malattia infettiva. La presa in carico degli anziani ospiti di RSA malati di Covid, visto l’alto numero di casi, dovrà prevedere strutture dedicate, che permettano la netta separazione tra residenti positivi e non, dove ottimizzare le risorse per dare loro la migliore assistenza sanitaria. Strutture che devono essere individuate su tutto il territorio metropolitano, a partire da quelle con la presenza del pubblico, APSP come Montedomini oppure gestite dalla USL o dalle SdS, che finita l’emergenza potrebbero caratterizzarsi per un potenziamento della capacità di reazione sanitaria a servizio degli anziani con elevata isogravità. Nell’emergenza resta fondamentale garantire la sicurezza per gli operatori con DPI di livello superiore ed una campagna di test a operatori e utenti. Quello delle RSA è un settore delicatissimo che ha bisogno di attenzione e di una strategia complessiva da mettere in campo immediatamente, per gli utenti di quelle strutture, ma anche perla tenuta complessiva del nostro sistema socio sanitario regionale.
Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio Stampa
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