Con il convegno “Lamberto Vitali e Pescia”, che si è svolto nei giorni scorsi in modalità telematica, si è inaugurato un percorso di ricerca e valorizzazione della figura di Vitali nella duplice prospettiva del legame con la città e delle connessioni che, tramite il suo contributo, sono state attivate fra la Toscana e i più avanzati ambienti italiani ed internazionali.
In occasione del convegno, sono state presentate le prime risultanze di studi in corso (fra cui l’inedito ruolo di Vitali nella organizzazione del concorso per il Monumento a Pinocchio col sindaco Rolando Anzilotti) e tracciati nuovi binari di ricerca intorno alla poliedrica figura di Lamberto Vitali.
Il comune di Pescia ha infatti recentemente stipulato un accordo quadro con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, il CEDACOT e la Fondazione Archivio del Moderno - Accademia di architettura di Mendrisio che prevede la attivazione di progetti di ricerca interdisciplinari e la messa in campo di progetti operativi, in collaborazione con altri soggetti pubblici (fra cui la Soprintendenza ai Monumenti) e soggetti privati, per azioni mirate di valorizzazione e restauro.
Al centro di questa attività pluriennale si colloca, infatti, l’avvio di una fase avanzata di conoscenza e restauro di Villa Vitali a Pescia, di proprietà di comune di Pescia con lo scopo di restituire questo edificio alla collettività, con funzioni culturali e di promozione delle valenze culturali di questo territorio.
“La situazione sanitaria non ci ha permesso di sviluppare un evento in presenza, con tantissimi partecipanti di grande qualità- dice il sindaco di Pescia Oreste Giurlani, intervenuto insieme al vice Guja Guidi durante i lavori-. Questa direttiva è certamente suggestiva e ci permetterà di portare a Pescia esponenti di spicco della cultura italiana e mondiale. Pescia si sta riappropriando del suo ruolo centrale e di questo siamo orgogliosi, insieme all’opportunità di recuperare un immobile di straordinario valore storico e architettonico”.
I lavori, che hanno coinvolto importanti docenti e studiosi nazionali e non solo di arte, sono iniziati con i saluti di Giurlani, Guidi e Ezio Godoli, presidente del Cedacot.
La prima fase, quella degli interventi, era presieduta da Paolo Bolpagni, con Mattia Patti “Lamberto Vitali e l'arte contemporanea. Alcune riflessioni”, Emanuela Ferretti-Arianna Bechini, “Paralipomena di storia pesciatina. Anzilotti, Vitali e Zanuso e il progetto per il monumento a Pinocchio”.
Marco Zanuso fra arte, architettura e design, Silvia Paoli, Lamberto Vitali e la fotografia. A seguire è stata la volta di una tavola rotonda presieduta da Galileo Magnani con Maria Cristina Anzilotti, Galileo Guidi, Davide Turrini, Emanuela Ferretti, Elvira Altiero e Sergio Sernissi.
Lamberto Vitali (1896-1992) è stato collezionista, storico dell'arte e appassionato di incisione, ovvero un intellettuale dal profilo articolato che ha svolto un ruolo di primo piano nel contesto culturale italiano del Novecento. I legami con la Toscana sono stati sempre molto forti, nascendo a Milano ma da genitori livornesi e scegliendo poi Pescia come seconda patria, luogo infatti dove è stato sepolto con altri membri della propria famiglia e dove aveva acquistato, nell’immediato dopoguerra (dopo avervi trovato rifugio nel 1940), l’edificio noto come villa Vitali presso l’attuale Mercato dei Fiori di Leonardo Savioli.
Vitali comincia a interessarsi di fotografia storica e contemporanea sin dal 1929, anno in cui compie i primi acquisti di fotografie divenendo ben presto un raffinato collezionista opere del XIX secolo e degli inizi del XX secolo. Partecipa alla prima guerra mondiale, restituendo una viva testimonianza di quegli anni in decine di fotografie scattate ai propri compagni, alle trincee, ai campi di battaglia (queste fotografie sono state donate in precedenza, insieme al fondo "Lamberto Vitali", di cui fanno parte, conservato presso il Castello Sforzesco, a costituire un prezioso lascito al Comune di Milano). Vitali ha promosso a Milano importanti mostre di fotografia, dedicate a Henri Cartier-Bresson (1956) e a Werner Bischof (1958), al Palazzo della Permanente a Milano; alla collezione Helmut Gernsheim all'XI Triennale del 1957; ai fotografi del Novecento, come Brassai, Ugo Mulas, Mario De Biasi, e molti altri, alla XII Triennale del 1960; alla mostra, curata da Edward Steichen al MoMA di New York, "The Family of man", e accolta al PAC a Milano nel 1959, fino alla mostra di Robert Capa tenutasi al Palazzo Reale di Milano nel 1961. Si è affermato così come storico e critico, autore di importanti contributi, tra cui la "trilogia einaudiana", coi volumi pubblicati da Einaudi e dedicati alla fotografia del Risorgimento, a Nadar e a Primoli. La passione per la fotografia lo ha portato poi a fotografare in modo continuativo a partire dal 1951-1952, come ha scritto Ferdinando Scianna, e a frequentare personalmente grandi fotografi come Cartier-Bresson, Ugo Mulas, Mario De Biasi, Massimo Vitali, oltre allo stesso Scianna. Vitali riversa nelle fotografie l'intero universo dei propri interessi, la fitta rete di relazioni con collezionisti, storici, critici e artisti (tra cui l'amato Giorgio Morandi, Alberto Giacometti, Antonio Boggeri, Cesare Brandi, Francesco Arcangeli, Leone Leoni, Vittorio Viale, Riccardo Jucker, gli Jesi e molti altri), le mostre e le città visitate, i grandi viaggi oltreoceano, la cronaca e la vita della sua città, Milano, indagata con curiosità e passione in periodi di grandi trasformazioni (la nascita dei grandi magazzini, la prima linea della metropolitana). Moltissimi gli scatti dedicati anche a monumenti, architetture, sculture, dipinti, spesso compresi e indagati in straordinarie fotografie di dettaglio. Nel 1963 una mostra di sue fotografie fu allestita nella libreria, in piazza San Sabila a Milano, dell'amico Pepi Battaglini (anche editore di un volume di Paolo Monti dedicato nel 1977 alla Pietà Rondanini). Le fotografie scattate da Vitali (fondo "Lamberto Vitali fotografo") sono state donate al Civico Archivio Fotografico di Milano nel 2014 dai figli di Lamberto Vitali, a completamento del lascito testamentario del 1995 che ha visto entrare nell'Istituto la preziosa collezione di fotografie antiche, con incluse le fotografie della Prima guerra mondiale, composta da Vitali nell'arco della propria vita (fondo "Lamberto Vitali"). In questo importante giacimento documentale si distingue una serie di fotografie dedicate a Pescia, ancora in corso di inventariazione che rappresenta una testimonianza significativa del legame fra l’intellettuale e la città, che sarà a breve oggetto di specifiche forme di valorizzazione. Il rapporto con Pescia è di grande rilievo per la biografia di Vitali e per la storia del territorio, in quanto egli ha avuto un ruolo di primo piano nel concorso per il Parco di Collodi (1953), come le ricerche di Emanuela Ferretti hanno per la prima volta evidenziato. I legami di Vitali con Collodi, nei primi anni Cinquanta, erano ormai ben consolidati. Vitali, infatti, nel 1940 era sfollato con la famiglia a Pescia, dove le sorelle sarebbero rimaste fino alla morte e dove egli stesso, come già ricordato, è stato sepolto. Nel 1943, Vitali - ebreo e dunque sottoposto alle persecuzioni nazi-fasciste - affidava la propria collezione d'arte all'amico pesciatino Carlo Magnani, poi direttore della Biblioteca Comunale di Pescia nonché membro del Comitato esecutivo per il Monumento a Pinocchio, fin dalla sua costituzione nel novembre 1951. Nel 1953, inoltre, Vitali è impegnato a Livorno ad organizzare la grande mostra di Fattori e in Toscana a chiudere l'edizione de Le lettere dei Macchiaioli per i tipi di Einaudi, mentre l'anno successivo uscirà la sua traduzione del Diario di Eugène Delacroix, lavoro svolto nella propria villa di Pescia che avrebbe continuato ad abitare, per periodi di studio e vacanza, fino al 1970. Al centro di una fitta trama di relazioni artistiche e culturali, Vitali è stato molto vicino a Morandi, Marini e Manzù, ma anche a Ernesto Nathan Rogers e al suo 'allievo' Marco Zanuso (progettista dell’ampliamento del Parco di Collodi dal 1958), oltre ad essere in amicizia con Gio Ponti, vicino a Libero Andreotti, artista che potrebbe aver avvicinato Vitale al contesto pesciatino. Ponti aveva affidato a Vitali nei primi anni trenta il ruolo di inviato alle mostre. Con Ponti, avrebbe firmato l'edizione del volume collettaneo dedicato a Giovanni Scheiwiller. Vitali non solo redige con Anzilotti la bozza del bando di Concorso per il Monumento a Pinocchio del 1953, con il probabile intervento di Zanuso, ma si preoccupa anche di segnalare una lista di scultori da invitare al concorso; il carteggio fra i due personaggi rivela, inoltre, il ruolo di primo piano che questi riconosce a Giovanni Michelucci, a cui è affidata l'ultima parola sulla scelta del sito del memoriale e il cui parere è ritenuto determinante per la definizione della commissione giudicatrice. Anche dall’episodio del Concorso per il Monumento a Pinocchio emerge con chiarezza lo spessore culturale di Lamberto Vitali che, insieme al Sindaco di Pescia Anzillotti, ha proiettato l’iniziativa pesciatina in una dimensione sovraregionale, a definire un legame particolare fra l’intellettuale milanese e la citta, rafforzatosi con l’acquisto della villa dove, negli anni ’50 e ’60’, ha trascorso lunghi periodi estivi accogliendo intellettuali e artisti, tanto da farne la sede di un vero e proprio cenacolo culturale.
Fonte: Ufficio Stampa
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