"Non ci stupiscono gli arresti nei cantieri nautici a La Spezia e Ancona, le ditte in appalto lavorano su scala interregionale e può riguardare anche cantieri nautici in Toscana.
Sono anni che denunciamo lo sfruttamento di molti lavoratori, soprattutto extracomunitari, si è sviluppato un modello distorto fondato sull’arretramento delle condizioni dei lavoratori che va assolutamente combattuto.
Molti cantieri nautici sotto lo stesso marchio operano in varie città della Toscana e in Liguria, gli arresti avvenuti a La Spezia e Ancona hanno messo in evidenza ciò che denunciamo da anni: lo sfruttamento dei lavoratori.
Le ditte in appalto e sub appalto operano su scala larga, e non é escluso che il capolarato e il grave sfruttamento di lavoratori bengalesi sia avvenuto anche in cantieri nautici in Toscana.
Abbiamo grandi marchi di aziende tra le più importanti al mondo che producono beni di lusso unici, ma le condizioni materiali dei lavoratori sono sempre più arretrate, fino ad arrivare alle gravi condizioni di sfruttamento.
I cantieri ormai hanno pochi addetti diretti alla produzione, la crisi doveva essere anche l’occasione per far riflettere e per ricreare tutte quelle professionalità necessarie di cui tanto gli stessi cantieri lamentano la mancanza, ma alla fine, una volta arrivata la ripresa, hanno inseguito la ricerca del minor costo del lavoro.
Nella gran parte dei cantieri nautici anche in Toscana manca il rispetto delle regole, ed alla fine della catena degli appalti vi sono sempre lavoratori più deboli, spesso ricattati e sfruttati.
I cantieri committenti hanno la grave responsabilità di aver creato un modello di sviluppo distorto che abbiamo il dovere di cambiare.
Le condizioni e la sicurezza nei luoghi di lavoro, in un intreccio di appalti e sub appalti sono gravemente peggiorate, si lavora in condizioni molto arretrate rispetto a molti anni fa e vi sono precise responsabilità, non solo imprenditoriali, ma anche Istituzionali. I controlli sono assolutamente insufficienti.
Come sindacato ci stiamo organizzando per aprire presidi sindacali di fronte ad ogni area produttiva in tutta la costa, affinché ogni lavoratore trovi una risposta, sia tutelato e non lasciato solo di fronte all’imperio dell’impresa.
Vanno verificate le modalità di assunzione, le retribuzioni, le ore lavorate, la sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro ed é necessario far fare verifiche approfondite, chiamando in causa gli enti preposti e vi deve essere la piena responsabilità solidale e sociale delle imprese committenti sugli appalti.
Avevamo più volte chiamato in causa la Regione Toscana e alcune amministrazioni locali affinché si aprisse un serio dibattito sul modello di sviluppo distorto in un settore così importante e strategico che opera su concessioni demaniali, ma i tavoli aperti ad oggi non hanno ancora prodotto nessuna risposta concreta.
Non può esistere che aziende che operano su beni pubblici perseguano un indirizzo fondato sull’arretramento delle condizioni di lavoro e siano lasciate fare, non solo perché é un’ingiustizia sociale, ma anche perché su questi basi non vi possono essere prospettive fondate.
Noi continueremo a batterci al fine di favorire uno sviluppo nell’interesse collettivo, dell’occupazione e dei diritti di tutti i lavoratori".
Lo dichiara Massimo Braccini, segretario generale Fiom CgilToscana.
Fonte: Ufficio stampa
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