Rinnovo del Contratto nazionale metalmeccanici, Fiom-Cgil lotta per industria e occupazione

Siamo di fronte al tentativo di Confindustria e Federmeccanica di rendere insussistente la funzione storica fondamentale del contratto collettivo nazionale di lavoro.

Il Ccnl deve difendere la parte di reddito che va ai lavoratori rispetto a quella che va ai profitti, altrimenti si rischia di far arretrare ulteriormente il potere d’acquisto dei lavoratori.

Nel corso degli ultimi 20 anni vi è stato uno spostamento di oltre 100 Miliardi di Euro dal lavoro alle rendite ed ai patrimoni, creando disuguaglianze pesantissime.

Il contratto nazionale deve essere autorità salariale, invece vi è la tendenza a sostituire il salario con il welfare e a non riconoscere aumenti sui minimi contrattuali.

La moderazione salariale, oltre a deprimere le retribuzioni ed i consumi, ha depresso anche gli investimenti di qualità, i processi innovativi e la crescita della ricchezza nazionale.

In un contesto così inedito e complesso dove stanno cambiando i connotati dell’imprese in tutto il mondo, i metalmeccanici lottano per difendere l’industria e l’occupazione.

Ogni giorno siamo impegnati a tutelare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Vogliamo rinnovare un contratto nazionale che metta al centro la tutela dei lavoratori più deboli e precari, vogliamo che sia riconosciuta la clausola sociale nei cambi di appalto e che venga regolamentato lo Smart working.

Le crisi vengono sempre anche usate per tentare di creare più ingiustizia sociale e abbassare le tutele dei lavoratori.

Nelle fabbriche, se alla base non ci fosse un contratto nazionale di lavoro che unifica i diritti dei lavoratori, ci sarebbe la rivincita della disuguaglianza e lo svilimento del lavoro. Scioperiamo per fare il contratto, per garantire ai lavoratori i loro diritti e la loro dignità.

Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana

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